Lo spazio indifendibile: la città e il suo rovescio
La pianificazione urbana nell’epoca della sicurezza conferenza di Jean-Pierre Garnier sociologo urbano 30 novembre 2016 Terese, aula B ore 9.30 introduzione Giovanni Fiamminghi e Nautilus Autoproduzioni interverranno Guido Borelli, Giulio Ernesti conferenza a cura di Giovanni Fiamminghi e Nautilus Autoproduzioni nell’ambito del dottorato in
architettura, città e design, curriculum pianificazione territoriale e
politiche pubbliche del territorio |
Come stanno cambiando i luoghi in cui abitiamo? Secondo quali logiche si trasformano le abitazioni private e gli spazi pubblici, chi ne trae vantaggio e soprattutto chi ne soffre le peggiori conseguenze? Chi e perché decide come dovranno apparire e funzionare palazzi, quartieri e metropoli? Come ci controlla l'architettura?
È in corso un'operazione organizzata di normalizzazione dello spazio urbano per imporre un nuovo ordine locale, riflesso di quello mondiale. Una delle caratteristiche delle nuove politiche urbane è che lo spazio costruito deve essere riconfigurato a fini più o meno espliciti di difesa sociale: i luoghi pubblici, securizzati quanto se non più di quelli privati, accolgono oltre a polizia e sistemi tecnologici di vigilanza anche un numero crescente di dispositivi ornamentali a vocazione disciplinare: è la architettura di prevenzione situazionale o spazio difendibile.
Questi concetti risalgono alla fine degli anni '70 e riflettono l'avanzata del modello neoliberista di accumulazione del capitale fondato su flessibilità del mercato del lavoro e smantellamento del welfare, che ha aggravato la guerra civile condotta contro le classi dominate e lanciato la sfida contro la “mancanza di sicurezza”. L'obiettivo dichiarato è costruire una forma di “urbanità disciplinata”, dove al controllo del territorio si aggiunge quello del comportamento dei suoi abitanti, e i governi mondiali e locali adopereranno tutte le armi a loro disposizione. Non solo quelle repressive, d'altronde sempre più sofisticate: uno degli ambiti più importanti è proprio quello della gestione dello spazio e dei flussi di persone che lo attraversano, motivo per cui ad architetti e urbanisti spetterà il compito di progettare o ristrutturare gli ambienti di modo che contribuiscano anch'essi a prevenire l'illegalità.
Salvo rimettere in discussione la struttura della società globale, difficilmente la città può tornare a essere “comunità”.
scarica le biografie del relatori e la biografia