Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

City Portrait. Johannesburg

 

 

Johannesburg hungry

and creative

 

June 25th 2015

la Casa del Cinema

Palazzo Mocenigo

San Stae 1990

30135 Venezia

h. 20.30

 

 

iniziativa a cura di Leonardo Ciacci e Roelof Petrus van Wyk

 

collegata a

Portrait of Johannesburg

Scuola di dottorato e SSIIM

25 e 26 giugno 2015

 

 

Soul Train (Il treno dell’anima)

diretto da Thabo Bruno Mokoena, 2008

 

Ogni giorno della settimana 1,7 milioni di pendolari  vanno in treno da Soweto a Jozi, uniti da cameratismo e bisogno di sicurezza, per pregare. Così i "predicatori” delle diverse attraggono i fedeli delle molte religioni del Sud Africa - dal Shembe alla Chiesa Emadlozini, alla chiesa evangelica Abalandelie Benkosi e alla più convenzionale chiesa Battista.

 

Sud Africa, 2008, 10 minuti

Director Thabo Bruno Mokoena

Production Big Fish (School Of Digital Filmmaking)

 

Thabo Bruno Mokoena è laureato in cinema alla Big Fish Digital School di Filmmaking.

Il suo film da studente Soul Train è stato selezionato dalla BBC per la serie di My Country e ha vinto il Premio cinese per la migliore Fotografia agli Sichuan TV Awards. Thabo Attualmente lavora come direttore e DOP e produce cortometraggi e documentari.

 

 

Hillbrow

diretto da Nicolas Boone, fotografia Chris Vermaak, montaggio Philippe Rouy

Gustav Film, Francia 2014, 33 min.

 

Un tempo parco giochi dei giovani alla moda di Joburg, Hillbrow si è ora sviluppato in un quartiere popolare densamente affollato e piuttosto violento.

Il film di Nicolas Boone offre una selezione di storie locali che si incrociano entro i suoi confini e nei cui personaggi sono ritratti gli abitanti che attualmente vivono nel quartiere. In dieci percorsi, Hillbrow disegna un labirinto di tensioni urbane.

Un uomo è sulla cima di un edificio, in pericolo, sul bordo del vuoto che gli si apre dietro, verso la città. Un altro uomo attraversa la città a piedi in un percorso interrotto da una aggressione, che si presume essere fatale, poi ...

Nicolas Boone predilige  gli ambienti urbani abbandonati, spesso caricati di quegli stereotipi che egli cerca di minare.

Il viaggio dello spettatore all’interno del quartier di Willbrow è guidato da personaggi di fantasia interpretati da residenti locali. Le dieci diverse scene che si susseguono senza interruzione sono ispirate a storie raccolte sul posto, particolarmente coinvolgenti; il viaggio finale è molto avvincente. C'è poco dialogo in questo film in cui il linguaggio del corpo e le azioni sono incorporate nello spazio urbano: un supermercato, la strada, un parcheggio e un terreno incolto. L’azione del camminare è costante, sia lentamente che con urgenza; in ogni caso l’azione è sempre inscritta nel paesaggio urbano. E come sfondo alla violenza costantemente presente, come azione di rottura, esplicita o sottostante, si prone nel film lo stesso contrappunto: l'idea di una comunità implicita che potrebbe essere letta come forma di uno stresso corpo sociale.

 

 

Jeppe on a Friday (Jeppe in un venerdì qualsiasi)

scritto e diretto da Shannon Walsh & Arya Lalloo, 2012, 87 min.

 

Vale la pena di guardare la vita quotidiana e la realtà degli africani?

È la domanda che ha guidato la realizzazione di questo film. C'è spazio per riflettere sulle nostre realtà urbane contemporanee senza cadere nello stereotipo degli "africani" raffigurati attraverso i drammi del genocidio, della violenze, della corruzioni e della povertà?

Le molte contraddizioni della vita quotidiana possono trovare spazio sullo schermo?

Che cosa possiamo imparare dagli aspetti minimi della vita che si svolge in una città come Johannesburg, segnata dai drammi quotidiani di cui tutti abbiamo esperienza?

In Jeppe on a Friday si spinge lo spettatore a fare un viaggio nella vita quotidiana della città, e a mettere da parte le ipotesi su ciò che la Johannesburg contemporanea è o non è. Per vedere, pensare, e sperimentare un documentario senza pregiudizi, che fa riflettere.

Jeppe on a Friday è un documentario a più mani, alla cui realizzazione Arya Lalloo e Shannon Walsh hanno coinvolto un gruppo di registe sudafricane spingendole a guardare con occhi nuovi il quartiere di Jeppestown nel corso di una giornata.

Il film ha un approccio sottile nel catturare le contraddizioni e la politica della vita di tutti i giorni, in particolare viste attraverso gli occhi di registe che osservano la vita degli uomini. Jeppe on a Friday è un esperimento di cinema che tenta di spingere la forma del documentario nella direzione suggerita dal modo di vita degli africani che vi sono raffigurati.

Una città può essere osservata in rapporto a notizie, dati statistici, criminalità, sfondi post-apocalittici, blockbuster hollywoodiani. Una città può essere esplorata attraverso visite guidate, da dietro i finestrini chiusi dell'auto o attraverso la politica e la storia. In Jeppe on a Friday Lalloo e Walsh mettono insieme una squadra impegnata ad esplorare una città diversa: la Johannesburg che vive negli uomini che lo abitano.

Il risultato è un tranquillo ritratto di cinque persone che vivono a Jeppe, una zona degradata vicino al centro della città. Alle prese con i bisogni esistenziali e pratici quotidiani, i personaggi rivelano sia le trame particolari dello spazio urbano che aspetti universali dell’esperienza umana: l'amore familiare sta dietro il successo come ristoratore di Arouna; la nostalgia lega Ravi al suo polveroso negozio di cornici; l’ambizione motiva JJ a migliorare la sua proprietà; la tradizione è al centro del coro Zulu tutto maschile di Robert; e la filosofia del quotidiano trova il suo momento nello slancio da riciclatore urbano di Vusi.

In parte diario di viaggio, in parte allegoria urbana, Jeppe on a Friday attinge alla ricca tradizione del cinema dedicato alla città; offre una solida immagine di Johannesburg e ne demistifica l’interpretazione, spesso diffamante, di metropoli prevalentemente maschile.

 

 

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