Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Body Downtown

 

 

Corpi, feste e spazi

nella New York “No Wave”

 

mostra

 

a cura di

Lorenzo Lazzari

 

responsabile scientifico

Malvina Borgherini

 

ricerche di

Malvina Borgherini, Enrico Camporesi, Lorenzo Lazzari, M–L–XL, Parasite 2.0, Enrico Pitozzi

 

strutture coinvolte

clusterLAB LSD

MeLa Media Lab

 

con un contributo

tecnologico di

WeExhibit

6 > 23 novembre 2018

 

spazio espositivo “Gino Valle”

Cotonificio veneziano

Dorsoduro 2196, Venezia

lun> ven ore 10 > 18

chiuso sabato e festivi

ingresso libero

inaugurazione

6 novembre 2018

ore 17

 

 

Nel corso degli anni Settanta, New York City è il paradigma del fallimento dell’«American Dream». Se vista da lontano la città appare ancora una ricca e splendente macchina economica. È nell’osservarla dal suo interno che ci accorgiamo del suo sfacelo: la fuga della white middle class nei suburbs, il crollo dell’industria manifatturiera, la crisi petrolifera e il conseguente tracollo finanziario, lasceranno molte aree di New York semivuote, in condizioni disastrose e in preda alla criminalità. Curiosamente, a questo stato di cose corrisponde uno dei periodi più prolifici per la produzione artistica della Grande Mela. Infatti, nel vuoto di quegli edifici diroccati, vi troveranno dimora artisti, coreografi, filmmaker e musicisti, inaugurando una nuova cité costituita da club, loft e centri per le arti sperimentali, che durerà fino ai primi anni Ottanta, quando l’avvento del neoliberismo, l’AIDS e in seguito la «tolleranza zero» di Rudy Giuliani, provvederanno a una graduale distruzione di quelle comunità.

 

Questa mostra raccoglie alcune ricerche che, rimontando materiali d’archivio, si concentrano sullo spazio della città di New York a partire dal sistema di relazioni tra i corpi che in quegli anni la abitavano, mostrando film sperimentali, fotografie, performance e musica, sia come documenti che attestino uno stato di fatto sia come giustapposizioni che invitino a riflettere sulle differenti e possibili forme di vivere in una città. I frammenti esposti, provenienti principalmente da film No Wave in Super-8 e 16mm, sono in grado di narrare – anche attraverso finzioni – non solo le precarie condizioni abitative cui si doveva far fronte, ma anche il valore politico delle comunità che si andavano affermando. Particolare attenzione viene data all’esperienza festiva dei club underground che, in quegli anni, diedero vita non solo a momenti di sperimentazione di nuove forme di collettività, ma anche al sistema di spazi che queste comunità attivarono per mettere in mostra la loro arte. Le ricerche condotte in questi ambiti si collocano ai bordi dei singoli settori disciplinari e spesso li sconfinano. Questa mostra è un tentativo di avvicinarsi allo spazio urbano non solo attraverso i bordi del costruito, ma anche attraverso le azioni dei corpi che hanno inventato o riconfigurato proprio quegli spazi.