Il trasporto via mare di merci e passeggeri rappresenta un business irrinunciabile e un importante volano di crescita economica. Le esigenze di sviluppo, però, devono necessariamente coniugarsi con quelle di protezione dell’ambiente marino, messo in pericolo dall’inquinamento provocato dalle navi. La soluzione può arrivare dalle tecnologie smart e da una nuova generazione di professionisti capaci di governarle. 

Nel 2023 hanno viaggiato via mare, in tutto il mondo, oltre 12 miliardi di tonnellate di merci. Questo significa che viene movimentato attraverso le navi circa il 90% dei prodotti, in termini di volume (il 70% se si considera invece il valore commerciale). Un business gigantesco che vale più del 12% del PIL globale, a cui va aggiunto il giro di affari generato dal trasporto delle persone (navi da crociera in testa). Cifre che rendono evidente quanto il trasporto marittimo sia un pilastro fondamentale del commercio internazionale. I numeri, però, lasciano intravedere anche un altro aspetto: il significativo impatto che il settore navale ha sull’inquinamento ambientale, soprattutto marino. Le navi, infatti, emettono grandi quantità di gas serra, come l'anidride carbonica (CO2), insieme a sostanze inquinanti come gli ossidi di zolfo (SOx) e gli ossidi di azoto (NOx). Queste emissioni non solo accelerano il cambiamento climatico, ma danneggiano anche gli ecosistemi marini e la salute delle comunità costiere. Negli ultimi anni, la consapevolezza di queste criticità è cresciuta, di pari passo con una diffusa sensibilità ambientale. Una tendenza che ha portato i professionisti del settore a riflettere profondamente su come risolvere il problema. In questo contesto, le tecnologie smart stanno emergendo come strumenti chiave per la transizione verso una mobilità marittima più sostenibile. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale di queste innovazioni, è necessaria non solo l'adozione di nuove tecnologie, ma anche la formazione di professionisti qualificati che possano guidare questo cambiamento.

Il tema è indubbiamente complesso, perché nell’inquinamento marittimo imputabile ai trasporti rientrano numerose casistiche. La prima questione che emerge è quella delle emissioni di gas serra e di altre sostanze che inquinano l’atmosfera. Secondo le stime, infatti, le navi sono responsabili di circa il 3% delle emissioni globali di CO2, a cui si aggiungono gli ossidi di zolfo (implicati nelle piogge acide) e ossidi di azoto (che contribuiscono alla formazione dello smog). 
C’è poi tutto il tema dello sversamento in acqua di sostanze tossiche o comunque dannose, come le acque di zavorra, che vengono trasportate da un porto all’altro, veicolando anche numerosi residui biologici (sia animali che vegetali) che possono alterare gravemente i diversi ecosistemi. Ancora più gravi sono i casi di fuoriuscite accidentali di petrolio o altri combustibili e lo sversamento illegale di sostanze chimiche, così come il rilascio (sempre illegale) di microplastiche e rifiuti solidi. 
Infine, è opportuno menzionare altre due varianti di inquinamento marittimo, meno conosciute ma ugualmente pericolose: quello termico e quello acustico. Il primo caso riguarda le navi che utilizzano l'acqua di mare per raffreddare i motori, rilasciando poi quest'acqua riscaldata nell'ambiente marino. L'aumento della temperatura dell'acqua può alterare gli equilibri ecologici locali, influenzando la vita marina. Per quanto riguarda invece l’inquinamento acustico, bisogna considerare che le navi, specialmente quelle di grandi dimensioni, come le petroliere e le navi da crociera, generano rumori subacquei intensi attraverso motori ed eliche. Questo inquinamento acustico può disturbare la comunicazione, la navigazione e la riproduzione di molte specie marine, in particolare i cetacei, come balene e delfini

Un quadro così complesso richiede soluzioni innovative. Per questo motivo, gli sforzi del settore si stanno concentrando soprattutto sul versante delle tecnologie smart, attraverso le quali migliorare l'efficienza energetica, ridurre le emissioni e minimizzare l'inquinamento marino. I fronti di azione sono molteplici: eccoli riassunti in modo sintetico.

  • Propulsione alternativa e carburanti puliti. Una cosa è certa: l’utilizzo dei combustibili fossili tradizionali è destinato ad essere abbandonato o quantomeno drasticamente ridotto, nella mobilità marittima come in tutte le altre forme. Tra le possibili alternative ci sono alcune tipologie di carburante a minor impatto, come il GNL (gas naturale liquefatto), che produce il 20% in meno di CO2, o quelli a basso tenore di zolfo, che permettono di rimuovere gli ossidi di zolfo dai gas di scarico. Ci sono poi le navi a propulsione elettrica, che utilizzano batterie ricaricabili e rappresentano una soluzione promettente per ridurre le emissioni (soprattutto nelle operazioni portuali e su brevi distanze), e le navi ibride, che combinano motori a combustione interna con sistemi elettrici, ottimizzando il consumo di carburante e riducendo le emissioni.
  • Ottimizzazione delle rotte e della gestione energetica. I sistemi di navigazione intelligenti, che sfruttano dati meteorologici e oceanografici per evitare condizioni avverse e scegliere percorsi più efficienti, consentono di ottimizzare le rotte di navigazione, riducendo il consumo di carburante e le emissioni. Allo stesso tempo, le tecnologie IoT (Internet of Things) e i sensori intelligenti permettono di monitorare in tempo reale il consumo energetico delle navi, ottimizzando l'uso dell'energia e identificando aree dove è possibile ridurre gli sprechi. Questi sistemi aiutano anche nella manutenzione predittiva, prevenendo guasti e migliorando l'efficienza operativa.
  • Innovazioni strutturali ed energetiche. L’obiettivo di miglioramento dell’efficienza energetica può essere ottenuto anche mediante innovazioni nel design delle navi, come il disegno di scafi più aerodinamici, l'uso di materiali leggeri e di rivestimenti speciali che riducono l'attrito con l'acqua, la dotazione di vele assistite o kite che sfruttano l'energia eolica per ridurre la dipendenza dai motori a combustione. E un’altra possibile strada è rappresentata dall’integrazione di pannelli solari e turbine eoliche a bordo delle navi, per generare energia rinnovabile, da utilizzare nell’alimentazione dei sistemi di bordo.
  • Riduzione dell'inquinamento marino. Infine, le nuove tecnologie intelligenti possono rivelarsi strategiche per intervenire direttamente sulle forme di inquinamento navale. È il caso, ad esempio, dei sistemi di trattamento delle acque di zavorra, come la filtrazione e la disinfezione UV, che riducono il rischio di introduzione di specie invasive. Estremamente efficienti sono anche gli scrubber, dispositivi che rimuovono gli inquinanti dai gas di scarico delle navi, in particolare gli ossidi di zolfo. Inoltre, le navi moderne sono dotate di sistemi avanzati per la gestione dei rifiuti solidi e liquidi e in alcuni casi stanno implementando tecnologie per catturare le microplastiche rilasciate durante le operazioni, come le particelle derivanti dal lavaggio delle vernici. 

Qualsiasi processo di innovazione tecnologica, però, ha bisogno di professionisti all’altezza delle nuove sfide, che sappiano immaginarlo e governarlo. La transizione verso una mobilità marittima più sostenibile, quindi, richiede saperi specifici e avanzati. I professionisti di domani dovranno padroneggiare un'ampia gamma di competenze, spaziando dalle conoscenze tecniche all'analisi dell'impatto ambientale, fino alla gestione di progetti complessi che richiedono un approccio interdisciplinare.
In quest’ottica, le istituzioni accademiche sono chiamate a ricoprire un ruolo fondamentale. Molte università stanno adattando i loro programmi per rispondere a questa crescente domanda di competenze specializzate. Corsi di laurea e master dedicati alla mobilità marittima smart offrono un mix di teoria e pratica, preparando gli studenti a confrontarsi con le sfide reali del settore. 
Un esempio significativo di questa tendenza è rappresentato dal corso di laurea magistrale in lingua inglese offerto dall'Università Iuav di Venezia: Sustainable transportation and smart maritime mobility. Questo programma è stato pensato per formare professionisti capaci di affrontare le complesse sfide della sostenibilità ambientale nel contesto marittimo. Caratterizzato da un forte accento sull'innovazione tecnologica, il corso combina insegnamenti diversi, seguendo una visione olistica e fornendo agli studenti un approccio interdisciplinare che è essenziale per operare in un settore in rapida evoluzione. Inoltre, la proposta si distingue non solo per il suo approccio didattico, ma anche per le opportunità che offre agli studenti di partecipare a progetti di ricerca applicata e collaborazioni internazionali. Questi elementi non solo arricchiscono il percorso formativo, ma preparano i laureati ad assumere ruoli di leadership nella trasformazione sostenibile del settore marittimo. Le prospettive di carriera per i laureati sono estremamente promettenti, con una forte domanda di professionisti che possano guidare l'adozione di tecnologie smart e contribuire in modo significativo alla riduzione dell'impatto ambientale dei trasporti marittimi.