Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Quali opportunità hai ottenuto a seguito dell’esperienza di mobilità extra europea?

 

Caterina: “Le persone vengono incuriosite dal fatto che sono stata tanto lontano, come in Australia. Anche per questo, il mio percorso si distingue da quello di altri, il che è un buon punto di partenza se si sta cercando lavoro. Consiglio senz'altro a chiunque l'esperienza di andare all'estero e di provare la sfida di dover ripartire da zero nel costruirsi una vita.”

 

Andrea: “Conoscenza dell'inglese per comunicare e comunicazione in team multiculturali sono skill minime richieste per lavorare all'estero. Lavoro in Olanda dalla mia laurea. Ho cambiato 5 studi, sempre con esperienze positive, ora lavoro per MVRDV, uno degli studi più influenti al mondo.”

 

Francesca: “Esperienza formativa significativa”

 

Caterina: “Formazione in diverse discipline, imparare 3 lingue diverse, capire che cosa mi interessa, formare un network di contatti tra amici e colleghi in tutto il mondo. Darsi una svegliata in generale. A McGill e Tongji ottimi corsi di Landscape e analisi urbana. Per gli architetti e urbanisti il solo fatto di vivere in una città diversa visitare i musei capire la cultura architttonica è di per positivo. Le esperienze extra accademiche sono ancora più positive.”

 

Matteo: “Essendo stato in Giappone è impossibile non citare la differenza culturale tra i nostri Paesi. Per fare però riferimento a un momento positivo, ripenso alla mia esperienza conclusiva, avendo viaggiato per l'intera isola completamente solo, ma decisamente diverso dal mio arrivo sei mesi prima. Decidere di studiare all'estero non ci fa diventare dei turisti ma dei nuovi cittadini, che entrano in stretto contatto con diverse culture, facendoci tornare radicalmente diversi dopo un'immersione totale della realtà trovata.”

 

Yujie: “Mi sono capitati delle ottime persone, ottima scuola e ottima esperienza di tirocinio. Esperienza indimenticabile per tutta la vita.”

 

Alberto: “Mi ha aperto la possibilità di stringere rapporti umani e di lavoro utili per la mia carriera professionale.”

 

Giada: “Apertura mentale, voglia di viaggiare, voglia di mettersi in gioco e continuare a crescere professionalmente e personalmente, possibilità di entrare in contatto con diverse culture e saperne rispettare somiglianze e differenze, possibilità di tornare in Paesi lontani, conoscenza approfondita della lingua inglese. L’Università Iuav di Venezia mi ha permesso di svolgere il tirocinio professionale ad Abu Dhabi, nella quale son cresciuta molto professionalmente, capendo cosa volevo e non volevo da una possibile internazionalizzazione della mia figura di Architetto. Posso sinceramente dire che non lavorerei per un grande studio Londinese se non fossi partita in quel lontano 2016.”

 

Jacopo: “Due concorsi di cui uno è stato vinto il primo premio.”

 

Giuseppe: “Più che l’esperienza universitaria in sé è l’esperienza umana in generale di quel periodo che mi ha profondamente cambiato. Le persone conosciute, i viaggi, le culture diverse. A livello di studi non mi ha cambiato molto, tranne per il fatto che ho imparato molto bene la lingua e questo mi ha permesso di raggiungere determinati obiettivi in campo lavorativo successivamente.”

 

Andrea: “L’Università Iuav di Venezia è l'Ateneo al mondo più internazionale che io conosca, le relazioni che intercorrono tra il nostro ateneo e il mondo intero ci viene invidiato da tutti. Chiunque desidera venire a studiate a Venezia ma molti di noi tendono ad andarsene, io in primis. Credo sia un punto su cui dovremmo riflettere.”

 

Antonio: “L’esperienza all’estero mi ha garantito la capacità di affrontare progetti a livello internazionale dal punto di vista linguistico, tecnico e culturale. Il progetto universitario sviluppato in collaborazione con il SOM studio ha avuto un impatto rilevante nella mia carriera.”

 

Gabriel: “Acquisizione di contenuti riguardanti la disciplina e l'esperienza presso l'atelier REN|PEPE.”

 

Ludovica: “Differente visione dell'architettura e del rapporto con culture e approcci diversi.”

 

Eleonora: “Ho imparato molto e mi sono confrontata con un diverso approccio progettuale. Certamente ripeterei l'esperienza, consiglio sempre di cogliere l'occasione di effettuare un periodo di studio/lavoro all'estero, anche solo per una crescita personale. Aprire la mente a nuovi orizzonti culturali e lavorativi può non aver influito per il lavoro che svolgo adesso, ma sicuramente mi ha aiutato a diventare la persona che sono ora.”

 

Niccolò: “Mi ha dato la possibilità di vedere altre realtà lavorative.”

 

Alberto: “La rete di contatti creatasi durante l'anno di mobilità mi ha permesso di essere ingaggiato, prima come stagista e poi come architetto. Ci tengo a ringraziare l'Università Iuav di Venezia. Senza il suo programma di scambio, probabilmente oggi non sarei quello che sono. Non sarei indipendente, non sarei pagato per il lavoro che svolgo e le responsabilità che carico sulla mia persona, non sarei tutelato in caso di malattia, di gravidanza, di paternità, licenziamento, non avrei degli scatti di salario ad ogni anno, non avrei premi di produttività e non vivrei nell'attesa che, chi fino a quel momento ha spremuto lo spremibile abbassi la guardia perché io possa prendere il suo posto, in una sorta di cannibalismo fratricida.  Partire per l'anno di mobilità all'estero mi ha risparmiato tutto questo. Ad un prezzo: devi ripartire di nuovo.  E devi ripartire sapendo, che la storia del "un'esperienza all'estero ti aiuta a trovare una posizione migliore quando tornerai poi in italia" è solo un bello slogan (almeno per gli architetti). Ti devi anche rassegnare al fatto che non potresti più fare quel lavoro una volta tornato, e che dovresti lasciare l'architettura come una passione ma non più come un lavoro.  Continuerò a ringraziare l'Università Iuav di Venezia per tutto quello che mi ha dato durante i miei anni di formazione. Vorrei però ringraziarla ancor di più se la sua "protezione" ed i suoi sforzi, si estendessero al di là delle proprie mura, perché possa proteggere ed aiutare prima gli studenti, poi i professionisti e più in generale la professione.  Perché al momento nessuno lo fa.  E il mio timore, è che quando ormai la professione dell'architetto perderà completamente il suo riconoscimento sociale, questo impoverimento risalirà fino al midollo dell'Università, e li sarà troppo tardi.”

 

Silvia: “Ho potuto direzionare il mio piano di studi verso l'area dell’architettura del paesaggio, un tema meno abbordato nel percorso di studi dell’Università Iuav di Venezia. Questa scelta mi ha permesso di conoscere tre docenti di questa area della università Diego Portales che mi hanno invitata a partecipare ad un concorso di architettura e permesso allo stesso tempo di poter svolgere parte della mia tesi architettonica italiana in Cile all'interno dell’atelier di laurea della Diego Portales. Sono molto soddisfatta della realizzazione sul territorio cileno della mia tesi e di avere portato avanti allo stesso tempo il progetto del concorso che é risultato vincitore.”

 

Claudio: “Riesco a vedere le cose da più prospettive. Grazie per aver reso il mio percorso accademico unico.”

 

Paola: “Vivo da sei anni nel paese dove ho svolto la mobilità.”

 

Mirna: “Esperienza professionale indipendente in Australia a seguito del periodo di mobilità.”

 

Erika: “La volontà di continuare lo studio del cinese, acquisire un'altra mentalità progettuale.”

 

Giovannibattista: “La mia prima mobilità è stata molto positiva sia a livello di studio che professionale.”

 

Nicole: “Tirocinio professionale presso uno studio che lavora con il Sudamerica.”

 

Andrea: “Preparazione al mondo del lavoro in ambito europeo tramite formazione universitaria (progetto Erasmus) e conoscenza di diversi contesti lavorativi (tirocinio estero); allenamento all'adattabilità delle richieste e necessità previste in contesti accademici e lavorativi differenti da quello italiano; ampliamento del bagaglio culturale; rafforzamento delle lingue straniere esercitate.”

 

Laura: “Tutto il mio percorso di studio e in particolare le esperienze all’estero sono state rilevanti per il mio attuale lavoro come architetto presso un’azienda internazionale come Vitra (collaboro con un team internazionale e molti dei miei collaboratori si trovano all’estero, incluso altri continenti, quindi penso sia stata una componente importante della mia formazione lo studio in università e i tirocini presso studi all’estero). Consiglio vivamente a tutti gli studenti di intraprendere un’esperienza di studio o lavoro all’estero.”

 

Teresa: “Mi è servita come base per un'esperienza professionale più completa.”

 

Claudia: “Datori di lavoro mi hanno sempre richiesto esperienza all’estero e la conoscenza fluente in almeno 3 lingue, che mi hanno permesso di emergere tra i moltissimi altri candidati. Non sarei la persona che oggi sono senza queste opportunità. Nonostante mi sia sempre stato necessario lavorare (parallelamente all’attività di studio) durante questi periodi di mobilità, le esperienze fatte all’estero sono state per me fondamentali, sia a livello professionale che personale. La mobilità mi ha permesso di fare esperienze che altrimenti non avrei mai avuto modo di fare, specialmente a livello economico. La qualità della mia educazione è aumentata esponenzialmente, ma l’impatto più significativo è stato sicuramente imparare a cavarsela e la coscienza delle proprie forze e potenziale. E per questo sarò sempre grata alla mia università.”

 

Marco: “Mi ha dato l'opportunità di prendere contatto con una realtà diversa come quella asiatica. Un viaggio, anche se ad esempio di un mese, non sarebbe mai stato sufficiente per capire la mentalità ed adattarmi allo stile di vita. I primi sei mesi sono stati un po traumatici, a causa dello shock culturale, ma con il tempo, diciamo a partire dalla fine del secondo semestre, le cose sono migliorate.  Attraverso l'anno di studio e attraverso l'università di Tunghai ho avuto modo di trovare un tirocinio in uno studio di design, e a termine di quest'ultimo ho trovato occupazione presso AsusTek Computer Inc.”