Censis classifica Iuav

Data

18.07.2025

Categoria

Comunicati stampa

Triennali Iuav sul podio: nella nuova classifica Censis che, come ogni anno, fotografa la situazione delle università italiane, risultano primi in Italia sia i corsi di laurea triennale nei settori Architettura e Ingegneria che quelli in Design e Arti dell’Università Iuav di Venezia. L’importante risultato sottolinea l’attrattività delle discipline progettuali e premia la specificità del metodo didattico di Iuav, che si avvale di un intreccio particolarmente efficace tra gli insegnamenti teorici e la pratica nei laboratori progettuali.

La laurea triennale in Architettura quest’anno si posiziona per la prima volta al vertice della classifica in Italia con 107,5 punti, in crescita rispetto alla scorsa edizione, dove risultava al secondo posto con 104,5 punti e a poca distanza dal Politecnico di Milano. Il corso di laurea ottiene il massimo punteggio (110) nella progressione di carriera e conferma stabile anche quest’anno la sua attrattività, con 944 richieste di preiscrizione per 420 posti disponibili. Buono il risultato anche per lauree magistrali, dove Architettura Iuav si colloca al quarto posto, a pari merito con Pavia con 93 punti e a pochissima distanza dal Politecnico di Torino e dall’Università di Cassino, entrambe al terzo posto con 93 punti.

Il primato dei corsi di Design e di Arti, già conquistato nelle scorse edizioni della classifica, si conferma quest’anno con un punteggio generale di 107 e la massima valutazione, 110, nel settore dei rapporti internazionalizzazione, uno dei punti di forza riconosciuti dell’Università Iuav di Venezia. Si mantiene alto l’interesse per il corso di Design del prodotto, della comunicazione visiva e degli interni, che quest’anno registra 642 domande di preiscrizione a fronte di 240 posti disponibili.
Il settore Arti è forte anche del riconoscimento internazionale di QS Ranking, la più autorevole classifica globale delle università, che posiziona Iuav fra le dieci migliori università al mondo per l’insegnamento della Storia dell’Arte. 

Commenta con soddisfazione Giuseppe D’Acunto, direttore della sezione di coordinamento della didattica Iuav: “Questo importante risultato restituisce alla Scuola del Progetto Iuav un primato nel panorama nazionale nella didattica di tutte le discipline progettuali – architettura, pianificazione, design e arti – e premia l’eccellente lavoro svolto con dedizione e passione dalla comunità dei docenti, dai coordinatori e dal corpo amministrativo. Questa intelligenza collettiva ci aiuterà a mantenere alto il valore e la reputazione della nostra Scuola, anche nell’attuale fase di drastico calo delle risorse economiche che colpisce il sistema universitario italiano”.

Restano aperte fino al 20 agosto le iscrizioni alle lauree magistrali Iuav (fino al 25 agosto per la magistrale in Design del prodotto, della comunicazione e degli interni),  incluse le nuove lauree del Venice Water Lab in lingua inglese, che esplorano il tema dell’acqua in tutte le sue declinazioni per formare i futuri manager della mobilità e i nuovi professionisti nel cambio delle energie rinnovabili.

Le prime lauree in Design Iuav a Vicenza

Data

17.07.2025

Categoria

Comunicati stampa

Oggi nella sede di San Biagio la prima sessione di laurea per cinque studentesse e studenti. Una tappa per ulteriori sviluppi della presenza di Iuav in città

Si è svolta oggi, nella sede di piazzetta San Biagio, la cerimonia di proclamazione dei primi laureati del corso di laurea in Design organizzato a Vicenza dall’Università Iuav di Venezia in collaborazione con la Fondazione Studi Universitari di Vicenza.

Sono 5 le studentesse e gli studenti arrivati per primi al traguardo, con tesi di laurea su argomenti molto eterogenei: da oggetti d’arredo leggeri e modulari a borse/zaino e supporti di sosta per i ciclisti, dall’attenzione a luoghi celati come i bagni pubblici alla valorizzazione poetica delle qualità del legno marginale e dell’imperfezione. Tutti con un comune filo conduttore: l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti, delle produzioni e dei comportamenti.

«Questi tre anni sono passati in modo incredibilmente veloce - commenta Laura Badalucco, coordinatrice del corso di laurea -, sia perché sono stati vissuti con grande passione dai docenti e dagli studenti, sia perché sono stati densi di attività che sono andate ben al di là della tradizionale didattica, con i workshop, le visite aziendali, le tantissime testimonianze che abbiamo ospitato in sede. Essere arrivati ai primi laureati è naturalmente motivo di grande soddisfazione, ma lo è altrettanto il riscontro molto positivo nel territorio che abbiamo registrato fin da subito e che è quindi andato consolidandosi sempre di più: lo dimostrano le collaborazioni attivate con un numero crescente di aziende e le esperienze di tirocinio degli studenti. Questo riscontro ci stimola anche a immaginare ulteriori sviluppi della presenza di Iuav a Vicenza».

Proprio sul rapporto che si è creato in soli tre anni tra il corso di laurea in Design e il territorio richiama l’attenzione Adamo Dalla Fontana, presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza: «Mi congratulo con gli studenti che oggi si sono laureati: mi auguro che possano mettere a frutto nel migliore dei modi il loro percorso di studi, magari in aziende vicentine. Le imprese del territorio hanno dimostrato di aver compreso fin da subito le potenzialità del design non solo e non tanto per realizzare prodotti esteticamente più attraenti, ma come risorsa per l’innovazione. E questo vale per le aziende attive nei settori più diversi, non solo in quegli ambiti che tradizionalmente vengono associati al concetto di “bello” o ad una certa idea di Made in Italy. Lo dimostra la varietà di aziende che hanno chiesto di collaborare con Iuav, ad esempio in occasione dei workshop ma non solo, e lo dimostrano anche le tesi dei primi laureati. Oggi arriviamo alla conclusione ideale di un percorso iniziato alcuni anni fa, ma più che guardare al cammino già compiuto vogliamo pensare alle prossime tappe della collaborazione con Iuav, che si sta dimostrando assolutamente di successo e di valore per tutti i soggetti coinvolti».

Nel frattempo restano aperte fino al 30 luglio le iscrizioni al corso di laurea in Design Iuav per l’anno accademico 2025/2026.

Carlotta Muranella

Data

17.07.2025

Categoria

Buone notizie

In palio un esclusivo corso di programmazione delle tecnologie Shima Seiki e un'esperienza immersiva nel design della maglieria presso la sede di Milano dell'azienda

Carlotta Muranella, laureanda del corso di laurea in Moda dell'Università Iuav di Venezia, ha vinto la Borsa di studio Shima Seiki Italia 2025, organizzato dalla sede italiana della giapponese Shima Seiki MFG., leader mondiale nella produzione di macchine rettilinee per maglieria. Questo le permetterà di partecipare a un esclusivo corso di programmazione dei macchinari Shima Seiki, a partire dal 1 settembre 2025, presso la sede di Segrate (Milano) dell'azienda. Il corso è riservato a soli sette partecipanti provenienti da sette scuole di moda, precedentemente individuate da Shima Seiki Italia come eccellenze nel campo della formazione nel settore della maglieria. 

Durante il percorso formativo, i borsisti avranno l'opportunità di lavorare con esperti del settore, accedere a risorse all'avanguardia e sviluppare competenze avanzate, utili per proseguire una carriera nel settore della maglieria. Il programma prevede un'esperienza pratica intensiva, che consentirà di applicare le conoscenze acquisite a progetti reali e di avere accesso a materiali didattici esclusivi, arricchendo così il bagaglio di competenze tecniche e professionali. Inoltre, i sette borsisti potranno avere incontri con aziende che utilizzano le tecnologie Shima Seiki, aprendo così le porte a future collaborazioni professionali.

Il percorso formativo della Magistrale in Moda, coordinata da Alessandra Vaccari, permette di acquisire conoscenze avanzate nel campo della maglieria, con laboratori didattici di Knitwear Design e con il supporto della sezione Maglieria (referente Laura Campagnol) del Laboratorio di didattica strumentale Iuav per quanto riguarda la realizzazione di prototipi attraverso le macchine da maglieria disponibili per studentesse e studenti Iuav nella sede del Magazzino 6.

Venezia vista dall'alto

Data

17.07.2025

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Buone notizie

C’è anche il progetto “Venezia Città Campus”, sviluppato insieme alla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, tra le ragioni del rinnovato riconoscimento di Venezia tra i patrimoni non a rischio, stabilito di recente con voto unanime dal Comitato del Patrimonio Mondiale dell'Unesco riunitosi a Parigi. La decisione di Unesco nasce dall’apprezzamento dell’intenso lavoro collettivo che ha visto le istituzioni locali, nazionali e internazionali operare in sinergia per la salvaguardia di Venezia. “Venezia Città Campus” è stata citata tra le iniziative virtuose di recupero residenziale e culturale per la salvaguardia della città, insieme all'adozione di strumenti per la mitigazione dei cambiamenti climatici e la tutela del patrimonio edilizio, il divieto di transito delle grandi navi e il sistema del contributo di accesso per i visitatori giornalieri.
“Venezia Città Campus” riflette la visione progettuale di Iuav per Venezia e il suo impegno per farne un centro vivo e innovativo di formazione, ricerca e residenza studentesca. 
Inoltre, il riconoscimento Unesco sottolinea il ruolo degli strumenti di adattamento ai cambiamenti climatici sviluppati dalla città: Iuav ha lavorato con Corila negli ultimi anni alla redazione del “Piano di Adattamento” per Venezia.

Il rettore Benno Albrecht ringrazia in particolare il Presidente del Comitato Lazare Eloundou Assomo, di recente ospite dell’Ateneo nella sede di Ca’ Tron dove ha tenuto la lectio magistralis aperta alla città World heritage and global challenges sui fattori di rischio e le sfide globali che attendono il patrimonio mondiale.

Francesco Bonfanti. Il quartiere assistenziale Marzotto a Valdagno

a cura di Antonella D’Aulerio

«Carissimo Ing. Bonfanti,
mi è sempre gradito avere Sue notizie e seguire lo svolgersi della sua operosità; e la ringrazio quindi per la lettera e per le fotografie che mi invia, e più ancora la ringrazio del ricordo affettuoso che serba di me e del periodo della Scuola.
I suoi lavori mi sembrano ottimi, pieni di gusto e di sano equilibrio. Non si rammarichi troppo se non sono in tutto all’ultima moda. La moda intesa in senso femminile è la rovina dell’Arte, ma più ancora dell’Architettura che ha carattere stabile ed ha bisogno di persone coi nervi a posto; e son più fortunati coloro che riescono ad appartarsi di quelli che nella irrequieta vita delle grandi città sono travolti da questo desiderio di ricerca di forme arbitrarie, spesso prese in prestito dall’estero, che mutano ogni anno…
Se mai anzi in alcuna delle sue composizioni, insieme con la sana ispirazione tratta dalle belle case venete, troverei da criticare qualche elemento estraneo che proprio non vedo che ci stia a fare: ad esempio quelle colonne tozze senza base e senza capitello, brutte ed inutili… […].
Roma, 29 gennaio 1929, 
Gustavo Giovannoni».

Lettera di Gustavo Giovannoni all’allievo Francesco Bonfanti alla Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri di Roma (dal fondo Francesco Bonfanti) 


In questa presentazione, le immagini del quartiere assistenziale Marzotto, provenienti dall’archivio di Francesco Bonfanti, dialogano con le silografie presenti nell’archivio dell’amico ed in tante occasioni anche collaboratore Giorgio Wenter Marini attribuibili con ogni probabilità alla sua abile mano di incisore. 
Francesco Bonfanti nasce a Noto (Siracusa) il 18 luglio 1898. Nel 1920 si laurea alla Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri di Roma e due anni dopo si stabilisce a Bassano, dove inizia l'attività professionale. Nel 1928 incontra l'imprenditore Gaetano Marzotto Junior che gli affida l’incarico di realizzare il quartiere assistenziale per i lavoratori dell’industria tessile a Valdagno. Dal 1936 al 1942 collabora con Gio Ponti ad una serie di progetti: la villa Favorita a Valdagno per Gaetano Marzotto, il palazzo per uffici in piazza San Babila a Milano e il piano funiviario e alberghiero delle Dolomiti. Nel 1940 ottiene la laurea in architettura alla Scuola superiore di Architettura di Venezia. Dal 1955 collaborano con lui l'architetto Gastone Parisotto e l'ingegner Alberto Girotto che resteranno titolari dello studio dopo la morte dell'architetto avvenuta il 16 luglio 1959. 


1. F. Bonfanti e G. Zardini, Progetto del quartiere Marzotto a Valdagno: assonometria del nuovo centro, 1928
2. Veduta panoramica delle opere assistenziali in costruzione, ca. 1932
3. Club operaio e palestre, silografia (fondo Giorgio Wenter Marini), s.d.
4. F. Bonfanti e G. Zardini, Club operaio e palestre: particolare, ca. 1932
5. F. Bonfanti e G. Zardini, Casa dei Balilla: fronte sud, 1934
6. Veduta della casa dei Balilla, del club operaio e palestre, ca. 1935
7. Scuole dell’infanzia e nido, (foto A. Villani, Bologna), ca. 1935
8. Scuole dell’infanzia e nido, silografia (fondo Giorgio Wenter Marini), s.d.
9. F. Bonfanti e G. Zardini, Progetto del nuovo teatro di Valdagno, 1935
10. Veduta del nuovo teatro di Valdagno, (foto A. Villani, S. Stefano, 17 Bologna), ca. 1936
11. Veduta della scuola elementare “Marzotto”, ca. 1936
12. F. Bonfanti e G. Zardini, Scuole elementari “Marzotto”: assonometria vista da sud ovest, 1935
13. F. Bonfanti e G. Zardini, Casa di ricovero per operai del Lanificio VEM: facciata sud, 6 febbraio 1934
14. Veduta della casa di riposo, (foto Curti, Bologna), ca. 1935
15. Veduta di una casa per operai (Foto Industriale Impiumi, Vicenza), ca. 1930
16. F. Bonfanti e G. Zardini, Casa n. 12: quart. “Favorita”: prospetto, sezione e piante delle aperture centrali della facc. sud, 5 settembre 1930
17. F. Bonfanti e G. Zardini, Nuovo quartiere “Alla Favorita”: fianco est di un palazzo principale per abitazioni signorili, 1937
18. Veduta di un palazzo per abitazioni signorili, (Foto Industriale Impiumi, Vicenza), ca. 1929
19. Veduta di un particolare delle tribune del campo sportivo, ca. 1931
20. F. Bonfanti e G. Zardini, Progetto per il nuovo campo sportivo Marzotto: sezione delle tribune coperte e scoperte; particolare della parte centrale, novembre 1930
21. F. Bonfanti e G. Zardini, Progetto del parco della villa “Alla Favorita”: veduta assonometrica, ca. 1930
22. Veduta dei padiglioni d’ingresso alla villa “Alla Favorita”, ca. 1935
23. Veduta prospettica della villa “Alla Favorita”, silografia (fondo Giorgio Wenter Marini), s.d.
24. F. Bonfanti e G. Zardini, Veduta prospettica della villa “Alla Favorita”, ca. 1930

Vittorio Garatti, Scuola di Balletto, L’Avana 1962

a cura di Serena Maffioletti

Da qualche mese l’Archivio Progetti ha ricevuto in donazione la documentazione dell‘opera di Vittorio Garatti, architetto milanese (1927) progettista della Scuola di Balletto e della Scuola di Musica. Assieme alla Scuola di Arte plastica e alla Scuola di Danza moderna di Ricardo Porro (Camaguey, Cuba 1925 – Parigi 2014) e alla Scuola di Teatro di Roberto Gottardi (1927 – L’Avana 2017, veneziano e laureato allo Iuav), formano le Scuole Nazionali di Arte a L’Avana, realizzate nei primi anni sessanta come espressione del ruolo dell‘arte e della didattica nella rivoluzione cubana. 

A Vittorio Garatti dedichiamo questo Petit Tour, con le immagini inedite di un mitico cantiere. 

«La realizzazione delle Scuole fu come ricevere un "incarico di guerra".
Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara individuarono nel Country Club il luogo dove realizzare un grande centro di formazione. Lungo la strada che conduce al centro dell‘Avana incontrano Selma Diaz, architetto e moglie di Osmany Cienfuegos, ministro della costruzione cubana e fratello di Camillo, uno dei protagonisti della rivoluzione, che aveva comandato una delle due colonne di rivoluzionari che avevano occupato L’Avana. Fidel Castro e Ernesto che Guevara affidano a Selma Diaz il compito di progettare questo centro. Lei risponde: mi sono appena laureata, come posso occuparmene? Poi aggiunge: Ricardo Porro è rientrato a Cuba con due architetti italiani.
Pensa, tre giovani architetti senza una grande esperienza, catapultati in un incarico di queste dimensioni.
Immaginavamo le scuole come delle “stazioni” che potevi attraversare. Lo scopo era quello di promuovere l’integrazione totale tra le scuole e l‘ambiente entro il quale erano immerse: sono come dei focus, pensate per consentire un’agevole integrazione tra le diverse attività. 
Non sono spazi chiusi: stabilimmo ad esempio che non vi sarebbero state porte. Una scelta che con tutte le complicazioni che comportava era proprio il segno di una volontà di disseminazione, diffusione, integrazione: nel momento in cui tutto era “nostro”, non poteva esserci più uno spazio pubblico e uno privato, esisteva solo la vita.”». 

Vittorio Garatti, Trentanove domande a, intervista a cura di L. Alini, Clean, Napoli 2019 


Scuola di Balletto, Vittorio Garatti, 1962
1. Alberto Moravia visita con Vittorio Garatti la Scuola di Balletto, fotografia di Dacia Maraini [s.d.]
2. Il cantiere della Scuola di Balletto, vista aerea, fotografia di Vittorio Garatti
3. Costruzione dei casseri per la struttura delle coperture a cupola, fotografia di José Mosquera
4. Posizionamento dell‘armatura nei casseri della struttura delle coperture a cupola, fotografia di José Mosquera
5. Vista del cantiere del teatro di coreografia, fotografia di José Mosquera
6. Centinatura della cupola, fotografia di José Mosquera
7. Costruzione dei pennacchi delle cupole delle aule per il balletto, fotografia di José Mosquera
8. Costruzione delle cupole delle aule per il balletto, fotografia di José Mosquera
9. Oculo di una cupola a pennacchi di un‘aula per il balletto, fotografia di José Mosquera
10. La “danza” delle cupole delle aule per il balletto, fotografia di José Mosquera
11. La “danza” delle murature del padiglione dedicato alla segreteria della Scuola, fotografia di José Mosquera
12. Murature dei percorsi e del tamburo e cupola dell‘infermeria, fotografia di José Mosquera
13. Vista del cantiere, fotografia di José Mosquera
14. Vista del cantiere, fotografia di José Mosquera
15. Vista del cantiere, fotografia di José Mosquera
16. Sopra le coperture voltate e calpestabili (paseo) a cantiere ultimato con vista del teatro di coreografia, fotografia di José Mosquera
17. La Scuola di Balletto vista dall‘ingresso, fotografia di Paolo Gasparini
18. Ingresso alla Scuola di Balletto, fotografia di Paolo Gasparini
19. Il patio detto di San Sebastiano, fotografia di Paolo Gasparini
20. La copertura del patio, fotografia di Paolo Gasparini
21. La biblioteca, fotografia di Paolo Gasparini
22. Le coperture voltate e percorribili (paseo) e le aule del Balletto, fotografia di Paolo Gasparini
23. Vista dall’alto del percorso voltato e calpestabile, della segreteria (a sinistra) e della cupola di un’aula per il balletto (in fondo), fotografia di Paolo Gasparini
24. Vista dall’alto del percorso, del medio punto (grande finestra) di un’aula (a sinistra), della biblioteca (a destra) e della grande cupola del teatro di coreografia (in fondo), fotografia di Paolo Gasparini

Egle Renata Trincanato

a cura di Giovanni Marras

«In nessuna città come a Venezia, la particolare topografia urbana ha tanto fortemente influenzato le intime caratteristiche dell‘architettura, e specialmente della minore, più legata all‘ambiente, mantenendone in parte l‘originale aspetto medievale, che poche ingiurie ha subito perché questa città, sia per l‘impossibilità di dilatarsi, sia per la felice mancanza di improvvise ipertrofie, si è salvata – negli ultimi cent‘anni – dalle trasformazioni volgari e dagli sventramenti incontrollati ai quali troppe altre città sono invece andate incontro. Certo, le trasformazioni del gusto e il sovrapporsi dei nuovi edifici ai più antichi, hanno mutato in parte talune caratteristiche primitive; si è attenuata soprattutto la vivace policromia dei più antichi intonaci, colorati e affrescati, la preziosità delle decorazioni scultoree niellate che arricchivano le fabbriche; è scomparsa in gran parte la verde giocondità dei giardini, che caratterizzavano la Venezia di altri tempi […]. Tuttavia l‘odierno schema planimetrico di Venezia riflette ancora gran parte dell‘antica configurazione spaziale, mantenuta più integralmente nelle soluzioni urbanistiche minori».

Egle Renata Trincanato, Venezia Minore, edizioni del Milione, Milano, 1948 


Nata nel 1910 e laureata nel 1938 presso il Regio Istituto Superiore di Architettura di Venezia, Egle Renata Trincanato inizia l‘anno successivo la propria attività accademica presso lo Iuav, che la porterà nel 1967 a diventare professore ordinario di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti e nel 1975 alla direzione dell‘Istituto di rilievo e restauro, da lei fondato. Nel corso di una lunga carriera affiancherà all‘attività didattica quelle di progettista, condotta autonomamente e in collaborazione con Giuseppe Samonà, di studiosa e, dal 1954, di direttrice di Palazzo Ducale e della divisione tecnico-artistica del Comune di Venezia. 


1-4. Egle Renata Trincanato, ritratti fotografici
5-6. Ricerche su Venezia
7-10. Venezia minore, 1948
11-12. Egle Renata Trincanato, Concorso per progetti di scuole all‘aperto, 1942
13-14. Giuseppe Samonà e A.G. Evans, con la collaborazione di Egle Renata Trincanato, Crystal Palace competition, 1945
15-16. Egle Renata Trincanato, Concorso per l‘ospedale al mare del Lido di Venezia, 1946
17-18. Egle Renata Trincanato, Concorso per le direttive architettoniche del nuovo albergo Danieli sulla Riva degli Schiavoni a Venezia, 1947
19-20. Egle Renata Trincanato, Concorso per il progetto di case da costruirsi nell'estuario nord e sud della laguna di Venezia, 1947
21-22. Giuseppe Samonà e Luigi Piccinato (coordinamento generale), con Egle Renata Trincanato e altri, Piano incremento occupazione operaia. Case per lavoratori, costruzione di un nuovo lotto di case in Mestre, località San Giuliano, 1951-65
23-24. Giuseppe Samonà e Egle Renata Trincanato, Restauro e trasformazione del vecchio stabile dell'INAIL a San Simeone Piccolo a Venezia, 1950-61
 

Paolo De Poli

Data

25.07-16.11.2025

Orario

17:30

Luogo

Categoria

Mostra

Inaugurazione
25 luglio 2025 ore 17:30
Museo Eremitani 
Padova, piazza Eremitani 8
apertura: 26 luglio – 16 novembre 2025, ore 9-19

a cura di 
Alessandra Bosco, Lucilla Calogero, Università Iuav di Venezia
Elisabetta Gastaldi, Musei Civici di Padova

«Se c’è un’arte italiana dello smalto, ciò è dovuto a De Poli, alla strada che ha affrontato ed ha seguito con fedeltà, all’esempio della sua tecnica ortodossa, alle sue affermazioni sicure, alla stima e all’ammirazione che si è guadagnato, e anche di ciò gli dobbiamo essere grati.» (Giò Ponti, 1958)

Artigiano e imprenditore, Paolo De Poli (Padova 1905 – Padova 1996) è noto in tutto il mondo per la sua maestria nella tecnica dello smalto, che ha saputo trasformare in un linguaggio moderno frutto di continue sperimentazioni. 
La mostra "Paolo De Poli. Il progetto dello smalto tra laboratorio e impresa", organizzata dal Comune di Padova-Assessorato alla cultura con l'Università Iuav di Venezia e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, intende valorizzare le due donazioni effettuate dagli eredi di De Poli ai Musei Civici di Padova e commemorare i 120 anni dalla sua nascita, costruendo un percorso espositivo narrativo che relaziona il nucleo di opere con documenti originali, appartenenti al Fondo Paolo De Poli, donato all’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia. 

L’allestimento è realizzato attraverso il riutilizzo di strutture esistenti e la scelta di materiali riciclati o facilmente riciclabili, in linea con una visione di museo come luogo di innovazione. Il progetto della mostra è l'esito delle riflessioni emerse nel corso del progetto di ricerca NSBVN - Sustainable Exhibit dell’Università Iuav, finanziato dal Fondo Sociale Europeo della Regione del Veneto, orientato a supportare l’adozione di buone pratiche di sostenibilità nell’allestimento di mostre temporanee e permanenti.


L'accesso all'inaugurazione è libero fino ad esaurimento posti

Il Centro Congressi La Nuvola di Roma

Data

16.07.2025

Categoria

Comunicati stampa

Il rettore Benno Albrecht a Roma alla Conferenza sulla Ripresa dell’Ucraina 2025 modera l’incontro “Verso città moderne, sicure e sostenibili”. Un passo concreto verso la ripresa

Si rafforza l’impegno dell’Università Iuav di Venezia per la ricostruzione e la ripresa dell’Ucraina. Il rettore Benno Albrecht ha partecipato alla Ukraine Recovery Conference 2025 che si è tenuta al Centro Congressi "La Nuvola" di Roma il 10 e 11 luglio, moderando la sessione dedicata al percorso dell’Ucraina verso città moderne, sicure e sostenibili.

L’incontro, co-organizzato dall’Italia e dall’Ucraina, ha coinvolto governi, organizzazioni internazionali, imprese, comunità locali e società civile, segnando l’avvio di una strategia di sviluppo concreta e attuabile.
Erano presenti, tra gli altri, Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione, Oleksiy Kuleba, vice primo ministro per la Ricostruzione e ministro per lo Sviluppo delle comunità e dei territori dell’Ucraina, Oleh Kiper, governatore della regione di Odessa, Ihor Terekhov, sindaco di Kharkiv, Anacláudia Rossbach, direttrice esecutiva di UN-Habitat, Tatiana Molcean  sottosegretaria generale e segretaria esecutivo di UNECE United Nations Economic Commission for Europe.

Cruciali le questioni affrontate: come finanziare la ripresa urbana sostenibile nei tempi necessari; quali i modelli di partenariato pubblico e privato più adeguati; come garantire uno sviluppo incentrato sul cittadino che costruisca comunità resilienti.

Iuav è impegnata da tempo a fianco dell’Ucraina per fornire un supporto progettuale e strategico agli interventi di ricostruzione, a partire dal protocollo d’intesa firmato nel 2022 con il Comune di Irpin, una delle città più devastate dell’Ucraina. L’Ateneo coordina in particolare i progetti di transizione urbana a impatto climatico zero, nella convinzione che la strategia nazionale di ripresa urbana dell'Ucraina debba bilanciare le esigenze immediate di ricostruzione con gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine, integrando neutralità climatica e inclusione sociale.

Commenta il rettore Benno Albrecht: “La ripresa urbana in Ucraina rappresenta molto di più della ricostruzione: è un'opportunità per aprire la strada a un futuro urbano sostenibile che possa ispirare le città di tutta Europa e oltre. Attraverso le partnership formate e gli impegni presi oggi, trasformiamo questa visione in realtà”.

Scadenza 05.08.2025, 13:00
Aperto

Categoria

Borsa di ricerca

Posti disponibili

1

Settori scientifico-disciplinari

CEAR-12/A (ICAR/20)

Responsabile scientifico

Laura Fregolent

Protocollo

67796/2025

Oggetto del programma ed obiettivi:
– Realizzare sondaggi e interviste per la raccolta di dati qualitativi e quantitativi;
– Ricostruire le motivazioni che concorrono alle scelte dei donatori di sangue e plasma;
– Contribuire alla costruzione di un quadro complessivo relativo all’impatto socio-economico delle attività trasfusionali nella Regione del Veneto.
Il/la borsista assumerà inoltre l’impegno ad apportare personali contributi nell’eventuale organizzazione e conduzione di seminari, convegni scientifici e di studio, nonché di altre iniziative compatibili con lo svolgimento della ricerca.

Materiali