L’Open Science è una modalità partecipativa e collaborativa di fare ricerca il cui obiettivo è aumentare la trasparenza, l‘affidabilità, l’inclusività e la riproducibilità della ricerca e, in ultima analisi, favorire la creazione più rapida di nuova conoscenza. 
Come modalità di fare ricerca, l’Open Science è pertinente a tutte le aree e discipline. Comprende un insieme di pratiche e strumenti che cercano di favorire la collaborazione, la comunicazione e la condivisione tempestiva dei risultati, dei metodi e degli strumenti di ricerca, rendendo l’intero processo il più aperto possibile. Fra i componenti dell’Open Science rientrano:

  • accesso aperto alle pubblicazioni (Open Access)
  • dati di ricerca FAIR e, se possibile, aperti
  • software open source
  • collaborazione aperta
  • utilizzo di metodologie aperte (es. open notebook)
  • pre-registrazione degli esperimenti
  • open peer review
  • risorse educative aperte
  • citizen Science

 La Commissione europea promuove e sostiene l’Open Science perché è considerato uno strumento efficace per assicurare maggiore impatto alla ricerca che finanzia.

I dati prodotti con finanziamenti pubblici devono essere “as open as possible, as closed as necessary”, ma sempre accessibili a chiunque ne faccia motivata richiesta ed essere quindi FAIR, cioè Findable, Accessible, Interoperable e Reusable.

I principi dei dati FAIR sono:

  • per essere findable, occorrono identificativi univoci (es. DOI per gli oggetti, ORCID per gli autori, ROR per le istituzioni, etc.) e metadati che descrivano i dati e il dataset in modo dettagliato
  • per essere accessible (tenendo presente che accessible non significa Open, ma significa solo che è necessario sapere dove trovare i dati e a quali condizioni di accesso [A differenza dei dati, i metadati invece devono sempre essere aperti. Poiché il principio vigente è “as open as possible, as closed as necessary” se i dati devono essere tenuti chiusi o sotto embargo per un periodo, occorre giustificarlo]) servono formati aperti, protocolli aperti che permettano l’accesso ai dati all’interno dei repository, e serve un “contenitore” in cui depositare i dati, che sia un data repository o un data journal;
  • per essere interoperable occorrono standard (es. vocabolari controllati, schemi di metadati) e ontologie;
  • per essere reusable ai dati va associata tutta la documentazione necessaria a capire come sono stati generati e gli strumenti o i software che sono stati utilizzati per processarli e va associata una licenza. Gli aspetti legali dei dati sono complessi e vanno sempre approfonditi.

OpenAIRE è la grande infrastruttura europea per l’Open Science promossa dalla Commissione europea. 

Per una presenza capillare all’interno degli stati Membri, è organizzata in “nodi” nazionali incardinati in infrastrutture esistenti (in Italia è il CNR) per fornire consulenze e servizi su tutti gli aspetti legati all’Open Science.