Vesper No. 4 | Esili e esodi | Primavera-estate 2021
Ludovico Centis
Nascondiglio
Il nascondiglio è la
componente spaziale dell’atto del nascondere, o del nascondersi. Questo è
di natura ancestrale, quasi animalesca: può prendere le mosse da una libera scelta
o costrizione e generare sentimenti opposti, dal senso di sicurezza
all’angoscia e claustrofobia. L’ossessione per l’ambiente
domestico come tana, come nascondiglio dal mondo esterno è un topos
ricorrente in letteratura – si pensi al racconto La tana di Kafka
o al romanzo Controcorrente di Huysmans – così come una
manifestazione del rifiuto di una dimensione collettiva
dell’architettura. Ossessione non priva di risvolti psicologici, esposti
da Freud con le sue riflessioni sul perturbante. Se l’atto del nascondere
e del nascondersi può riguardare la propria identità – nella forma
dell’anonimato – invece che il proprio corpo o oggetti, questo può
paradossalmente anche compiersi non come statico rifugio in un luogo appartato
ma come fuga, come incessante spostamento alla luce del sole.
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