Jacquel Lucan
Professore emerito
Ecole Polytechnique Federale Lausanne, Svizzera
Visiting professor Iuav 2022
Le lezioni di Venezia
responsabili scientifici
Marko Pogacnik e Marzia Marandola
Quello che mi interessa indagare sono gli sguardi che si rivolgono a Venezia, a Venezia come città, come spazio urbano, come spazio costruito. Questi sguardi corrispondono a esperienze percettive, il cui oggetto, la città e le sue architetture, per capire cosa le costituisce, cosa le caratterizza. Ciò si traduce in una comprensione dalla quale a volte possibile trarre lezioni. E queste lezioni dipendono ovviamente dal punto di vista adottato. Per rendere conto e testimoniare le differenze nei punti di vista, le esperienze che questi determinano o dirigono, faremo affidamento su due possibili fonti.
Le prime fonti sono i testi che parlano della città e che si occupano delle sue caratteristiche fisiche senza perdersi in osservazioni generali o espressioni sentimentali su Venezia paragonata a “una bella donna che si estinguerà di giorno in giorno”, per usare le parole di Chateaubriand. Le seconde fonti sono le rappresentazioni figurative, immagini non mimetiche, ma interpretative della città. Queste fonti sono generalmente accompagnate da spiegazioni o descrizioni particolari. Si può anche considerare che alcune osservazioni relative ai progetti architettonici veneziani possono essere considerate letture particolari della città. Lo scopo della ricerca sarà quello di individuare e interpretare le fonti che verranno esplorate, stabilendo un primo elenco che dovrà essere integrato e arricchito. Un'ipotesi principale guiderà il lavoro di ricerca, senza per questo escludere altre strade che la ricerca stessa consente di esplorare.
Questa ipotesi è quella del rapporto tra due mondi distinti ma tuttavia intrecciati: quello del tessuto vernacolare e abitato della città (particolarmente studiato da Saverio Muratori e Paolo Maretto), e quello degli oggetti che da esso si distinguono e appartengono alla storia dell'architettura. Per fare un esempio familiare, ma che generalmente non è stato interpretato da questo punto di vista, questo è lo sguardo di Le Corbusier su Venezia, esemplare per il suo radicalismo:
“So benissimo che un giorno a Venezia, quando la magnifica macchina da lavoro era già completamente costituita, so benissimo che vennero gli ‘artisti’. Ma tutto era già sistemato, radicato nella comunità, realizzato con la collaborazione di tutti.
Questi artisti (Rinascimento) danno, da questo momento, la misura dello sradicato.
Si siedono sulle cose; non sono la cosa.”
(“Je sais bien qu’un
jour à Venise, alors que la magnifique machine fonctionnante était constituée toute déjà, je
sais bien que les ‘artistes’ vinrent. Mais tout était réglé déjà,
enraciné dans le milieu, fait de la collaboration de
tous. Ces artistes (Renaissance) donnent, dès ce
moment, la mesure du déraciné. Ils se posent dessus les choses; ils ne sont
pas la chose.” Quand les cathédrales étaient blanches, 1937). Dall'ipotesi qui esposta emerge una linea di demarcazione tra
i diversi parametri di comprensione della città che dovrebbero essere
descritti con precisione, e di apprezzare le possibili conseguenze teoriche. Attraverso
letture, confronti di tesi o punti di vista, analisi comparative, l'obiettivo
della ricerca è quindi quello di assumere Venezia come un tipo di “palinsesto
ideologico”, e anche come strumento di comprensione dei concetti architettonici
e urbanistici tra Ottocento e Novecento.