Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Giorgio Danesi

 

 

Parole chiave

Gio Ponti, villa Planchart, Caracas, XX secolo, conservation plan.

 

 

Progetto di ricerca

Progettata a Milano da Gio Ponti e realizzata a Caracas da Mario De Giovanni e Graziano Gasparini tra il 1955 ed il 1957, villa Planchart è un’architettura che nasce da un intenso dialogo a distanza tra protagonisti illuminati: in Venezuela la committenza e i tecnici di cantiere, in Italia il progettista e i fornitori di materiali e arredi destinati a rappresentare l’eccellenza italiana oltreoceano. Una sfida geografica, ma prima ancora intellettuale, sostenuta nel costante tentativo di combinare il pensiero di una committenza colta con l’operare di un architetto cui è richiesto di realizzare il manufatto a grande distanza attraverso appunti, schizzi, disegni e brevi viaggi dall’altro lato dell’oceano. Questa corrispondenza, oggi inestimabile patrimonio documentario, ha colmato la distanza fisica tra i due Paesi e ha permesso di tradurre in realtà l’idea d’architettura, d’arte e di abitare che riconosciamo nella villa.

Tuttavia, il momento della costruzione, pur senza tradirne l’idea, modifica l’architettura. A villa Planchart le contingenze del cantiere e le difficoltà nella reperibilità dei materiali hanno reso del progetto iniziale una “traduzione locale”, che non sempre fa coincidere l’esecuzione con gli elaborati redatti a Milano. Questa caratteristica rende l’opera un oggetto di studio da interpretare e verificare nella sua effettiva consistenza materiale, premessa fondamentale ad ogni attività di conservazione e restauro. Oggi la villa pone problemi di conservazione cruciali in relazione alla degenerazione di materiali e sistemi costruttivi, ma soprattutto alle modalità di fruizione del bene e al difficile contesto politico-economico del Paese. La ricerca contribuisce dunque alla ricostruzione del complesso processo che ha portato alla definizione del progetto pontiano e, soprattutto, alla sua traduzione esecutiva, consentendo l’avvio di un percorso di conoscenza dedicato ad accertare lo stato di conservazione e le fragilità della villa intesa come realtà costruita.

 

 

Metodologia adottata ed articolazione del lavoro

L’assegno di ricerca si inserisce nel più ampio progetto “Heritage in danger. Conservation between protection and emergency in Villa Planchart case” (ClasterLab HE.Modern), dedicato allo sviluppo di un approccio innovativo per la conservazione delle architetture moderne e contemporanee, sistemi fragili e complessi che uniscono arte, architettura e design.

La ricerca svolta nell’ambito dell’Assegno si propone come strumento preliminare di analisi per la successiva elaborazione del Conservation Management Plan (di seguito CMP) sviluppato secondo strategie di long-term care, in grado di indirizzare e governare, nel tempo, tutti i necessari interventi per la villa e le azioni di salvaguardia connesse alle eventuali situazioni di emergenza.

A partire dall’analisi della documentazione d’archivio, lo studio fornisce un contributo inedito sulla conoscenza degli aspetti materiali e costruttivi dell’edifico, mai affrontati nei rilievi finora eseguiti sul campo. Attraverso il confronto tra elaborati di progetto, corrispondenza intercorsa durante la fase progettuale e costruttiva, immagini di cantiere e dello stato di fatto attuale, è stato possibile implementare informazioni essenziali, fornendo anche uno strumento metodologico per supportare la conservazione programmata del sito.

La ricerca è stata condotta seguendo tre sequenziali. Il primo [WP1] è stato dedicato alla ricognizione bibliografica e d’archivio. Tra gli archivi oggetto di indagine vi è il Centro  Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) di Parma, grazie al quale è stato possibile analizzare gli elaborati esecutivi non presi in considerazione in importanti ricerche pregresse (Irace 1988, Greco 2008, Gomez 2009). Gli studi sono stati inoltre condotti sulla documentazione conservata al Gio Ponti Archives (GPA) di Milano, composta da fotografie di cantiere e dal ricco epistolario che comprende oltre quattrocento lettere. Il terzo archivio considerato è quello della Fondazione Planchart (AFP) a Caracas.

L’emergenza connessa alla pandemia Covid-19 ha inevitabilmente variato parte del cronoprogramma previsto per la ricerca, avviata da soli tre mesi al momento del lockdown, rallentando l’accesso agli archivi italiani e, soprattutto, impedendo i viaggi a Caracas pianificati per l’anno 2020. Dopo quasi settant’anni dalla costruzione di villa Planchart, la distanza fisica tra gli interlocutori e l’oggetto di interesse torna ad influenzarne le vicende, presentandosi ancora una volta come una difficoltà da affrontare e risolvere in un arco di tempo definito dai termini dell’Assegno. I limiti imposti dalla situazione di emergenza sono stati contenuti grazie allo scambio attivo con i partner della ricerca presenti a Caracas che, per quanto possibile, hanno continuato a fornire documentazione utile alla prosecuzione del lavoro.

Il secondo work-package [WP2] è stato dedicato alla sistematizzazione delle conoscenze e alla verifica di corrispondenze e alterità tra progetto e costruzione. Grazie all’analisi dei documenti esecutivi, si è proceduto nel formulare le prime ipotesi relative alla consistenza delle strutture, oggi nascoste dai rivestimenti e mai oggetto di approfondimenti puntuali. Contestualmente, si è proceduto con l’analisi dettagliata dei materiali di rivestimento, con l’obiettivo di identificare, classificare e localizzare le tecniche costruttive e i materiali a partire dai disegni di progetto e dalle comunicazioni intercorse tra progettista, direttori dei lavori e fornitori.

La terza fase [WP3] si è focalizzata sulla stesura di un progetto diagnostico in grado di definire le azioni necessarie all’approfondimento di aspetti non accertabili con la sola conoscenza della documentazione d’archivio. Per ogni elemento strutturale ed ogni materiale di rivestimento si è valutata la necessità di specifiche indagini strumentali, accuratamente localizzate in aree di minore impatto (tra le fondamentali: indagini magnetometriche per la corretta individuazione dei ferri di armatura nel calcestruzzo armato e la verifica degli spessori dei copri-ferro; indagini endoscopiche per verificare il dimensionamento delle intercapedini nei pacchetti murari; prelievi di campioni per la caratterizzazione di malte, intonaci e dipinture attraverso difrattometria a raggi X).

Successivamente, con un accurato lavoro di sintesi, sono state redatte schede materiale organizzate per singoli ambienti, che si propongono come strumento di conoscenza e supporto al CMP.

 

 

Risultati

I risultati della ricerca contribuiscono ad incrementare la conoscenza della realtà materiale di villa Planchart e a fornire conoscenza essenziale per l’elaborazione di un Piano di Conservazione dedicato all’opera di Gio Ponti.

Gli esiti del lavoro condotto concorrono ad evidenziare gli aspetti innovativi della ricerca, sia nei contenuti inediti forniti che nella metodologia di indagine proposta:

Obiettivo 1: incremento della conoscenza della documentazione afferente alla villa, conservata in tre archivi nel mondo, con l’elaborazione di schedature analitiche dedicate al contenuto di ciascun documento. Gli esiti della ricerca includono, tra gli altri, oltre 240 schede analitiche dedicate alla documentazione conservata allo CSAC di Parma. La sistematizzazione della documentazione d’archivio diventa strumento operativo per agevolare gli studi sulla villa, fornendo la lettura e l’interpretazione di materiali inediti;

Obiettivo 2: interpolazione di fonti che hanno portato a definire una prima ipotesi costruttiva dell’architettura oggetto di studio. Il confronto tra le diverse fonti d’archivio (disegni, fotografie, corrispondenza) ha consentito l’elaborazione di nuovi grafici di interpretazione del manufatto, in grado di integrare i rilievi della villa (scala 1:200-1:100) con disegni ad una scala esecutiva (1:50-1:20). Questo grado di approfondimento garantirà ulteriore supporto alla successiva elaborazione di modelli sviluppati in ambiente H-BIM;

Obiettivo 3: definizione del progetto diagnostico connesso ai singoli materiali, localizzati vano per vano, per l’incremento della conoscenza acquisita con l’Obiettivo 2. Le schede tecniche di sintesi contribuiscono alla gestione e alla sistematizzazione dei dati raccolti, garantendo una base di conoscenza e progetto solida e implementabile. La realizzazione della schedatura si propone come metodo di verifica e confronto diretto delle diverse tipologie di fonti, agevolando la lettura e l’interpretazione dei materiali raccolti. Essa diventa inoltre strumento operativo di indagine degli aspetti costruttivi dell’architettura verificabili attraverso il progetto diagnostico e documento d’indirizzo per la caratterizzazione materica ad una maggiore scala di dettaglio.

Obiettivo 4: interazione con il più ampio contesto di relazioni internazionali nelle quali si inserisce l’attività condotta per la preparazione della documentazione preliminare utile per l’accesso a grant e a programmi di cooperazione culturale che consentano di giungere allo sviluppo delle successive fasi di elaborazione del CMP.

 

 

Pubblicazioni

 

Nel corso del 2021 gli esiti dell’assegno di ricerca saranno oggetto di disseminazione attraverso pubblicazione di prodotti scientifici secondo i criteri ANVUR nonché di partecipazione ad occasioni di disseminazione in Italia e all’estero. Sono in corso di stesura contributi per le riviste:

– JAC Journal of Architectural Conservation (Rivista scientifica di Classe A, ISSN: 1355-6207)

Revista de Arquitectura (Rivista scientifica, ISSN: 2357-626X)

 

I risultati dell’attività di ricerca saranno inoltre presentati a partire dal 2021 in diversi contesti nazionali e internazionali (giornate di studio Iuav “Abitare il Restauro”; convegni Docomomo International, etc.).

Il più ampio tema della Conservazione del Patrimonio del XX secolo, nel quale si inserisce l’attività dell’assegno, è stato affrontato nel 2020 attraverso la partecipazione a Convegni nazionali e internazionali. I contributi esito di queste esperienze sono:

– G. Danesi, V. Peron, “La cura del dettaglio per la difesa dall’acqua. Il caso di Farnsworth House", in: G. Biscontin, G. Driussi (a cura di), Gli effetti dell’acqua sui Beni Culturali. Valutazioni critiche e modalità di verifica, Atti del XXXVI Convegno Internazionale di Scienza e Beni Culturali, Venezia, 17-19 novembre 2020. Arcadia Ricerche, Marghera Venezia, 2020, pp. 2235-247.

In corso di pubblicazione:

G. Danesi, S. Di Resta, “All’ombra delle colonie. Spazio, cura e tempo libero in tre esperienze di conservazione dell’eredità del patrimonio del razionalismo italiano”, in: La città e la cura. Spazi, istituzioni, strategie, memoria, Atti del Convegno Internazionale AISU – Associazione Italiana di Storia Urbana, Pavia, 10-12 settembre 2020

– G. Danesi, S. Di Resta, V. Peron, Littoria (1932) – Latina (2019). Narrazione interrotta di una città di fondazione, in: M. Pretelli, I. Tolic, R. Tamborrino (a cura di), “La città globale La condizione urbana come fenomeno pervasivo”, Collana Insight, 2020.

 

 

Co-finanziamento

Docomomo International ISC+T”, Venezuela