Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Vesper No. 7 | Cielo | Autunno-inverno 2022

 

 

Federico Deambrosis

Australe

 

Parole chiave

Buenos Aires, Le Corbusier, viaggio

 

La mappatura della volta celeste a sud dell’equatore costituisce dal Rinascimento un terreno comune per generazioni di navigatori europei. Alla fine degli anni Venti, un altro europeo volge lo sguardo a un cielo stellato per lui inedito: si tratta di Le Corbusier che, invitato a tenere un ciclo di conferenze in città, entra nel porto di Buenos Aires a bordo del transatlantico Massilia la notte del 28 settembre 1929.

Quasi si sia trattato di un atto fondativo per l’architettura moderna nel continente, il viaggio sudamericano dell’autore, che oltre all’Argentina visita l’Uruguay, il Brasile e il Paraguay, ha funto, sin da inquadramenti storiografici ormai divenuti classici e poi ancora in lavori più recenti, da primo termine cronologico per osservazioni condotte tanto dall’interno, come dall’esterno del Sud America. Ma, invertendo la prospettiva, il viaggio può essere interpretato come punto di svolta nel discorso urbanistico dell’architetto svizzero. Tra le visioni elaborate nel 1929 e poi raccolte in Précisions, quella per Buenos Aires è senz’altro la più attenta a cogliere i caratteri e le opportunità della città esistente. Anni dopo, l’attenzione di Le Corbusier viene richiamata sugli schemi tracciati e forse dimenticati dall’arrivo al 25 di rue de Sèvres di due giovani architetti argentini, Juan Kurchan e Jorge Ferrari Hardoy, che si cimenteranno sotto la supervisione del “maestro” con lo sviluppo delle ipotesi formulate nel 1929. Ferrari e Kurchan con Antoni Bonet fanno ritorno a Buenos Aires nel 1938 con il compito di ottenere l’incarico per la redazione del piano. Dalla loro iniziativa congiunta germina un gruppo, chiamato Austral, che si propone di “movilizar la sociedad”: un proposito certamente congruente, se non esattamente coincidente, con la realizzazione del piano.

 

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