Vesper No. 7 | Cielo | Autunno-inverno 2022
Giuseppe D’Acunto
Il cielo in terra: artificio, inganno e prospettiva
nel Trionfo del nome di Gesù di Giovan Battista Gaulli
Parole chiave
Barocco, spettacolo, entità divina, celestiale,
paradiso, prospettiva
Il saggio
propone una riflessione sulla tecnica prospettica e pittorica adottata da
Giovan Battista Gaulli nel Trionfo del nome di Gesù eseguito dal pittore
genovese a Roma nel 1672 e oggi visibile nella navata della chiesa del Gesù,
artificio barocco capace di coinvolgere l’osservatore in uno spettacolo
orchestrato in un continuo sconfinamento dei soggetti dipinti all’interno
dello spazio abitato, e di generare un’inedita dinamica di colloquio e
sovrapposizione tra le superfici plastiche del manufatto architettonico, la
volumetria tangibile della statuaria e il compromesso bidimensionale della
pittura. In questo dipinto il tema dell’incontro col divino,
dell’infinito che prospetticamente si trasforma in oggetto secolare,
dell’assunzione fisica o spirituale verso l’alto/altro, trova una
soluzione iconografica nella rappresentazione della luce emessa
dall’entità divina. Le rette, rappresentazione fisica della luce,
“sfondano” il piano della tela e danno quella profondità
prospettica necessaria a sottolineare l’asse verticale che collega il
mondano al divino e che emula il moto ascensionale verso l’alto, verso la
gloria celeste, verso il cielo nella sua accezione di paradiso.
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