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Vesper No. 7 | Cielo | Autunno-inverno 2022

 

 

Alberto Bertagna

Il bivacco evolutivo

 

Parole chiave

Bivacco, evoluzione, rifugio, Renzo Piano, geometrie interne

 

Lo scritto presenta il progetto di Demogo per il Bivacco Fanton. Un progetto in cui tutto è necessariamente fermo, statico, ma che inevitabilmente parla di per sé – e non solo nel confronto con il sistema dinamico in cui si inserisce – di evoluzione; e dunque manifesta quanto pensare e fare architettura significhi rinunciare a ogni pretesa di fissità e a ogni utopia di esattezza, e quanto la dimensione del racconto, delle immagini o dell’irrazionale costituisca materiale imprescindibile di ogni costruzione che voglia essere culturale – estesa oltre i propri confini – e non solo oggettuale, o al più contestuale.

Tre ambiti compongono il testo a interpretare il progetto: il dentro, il fuori, l’altrove.

Dentro, al riparo di un volume scientificamente ancorato a 2667 metri di altitudine, ritagliato sulle necessità di un riposo colmo di riconoscenza perché il vacillare “sull’orlo della catastrofe” è risolto infine positivamente nelle cuccette, il tempo della veglia trascorre a indagare ciò che è protetto da ancora più strati del triplo guscio del bivacco.

Fuori, nello spazio del tangibile, il Bivacco rimanda alla Casa Evolutiva di Renzo Piano, anche se rispetto a quella imposta maggiore determinatezza, e ciò comporta delle conseguenze. E così, anche il comune astenersi dal superfluo ha ragioni diverse.

Altrove, poco più che ventenne, Francesca Woodman circonda le proprie fotografie di quesiti razionali, quelli del libro sul quale sovrimpone Some disordered Interior Geometries: il dentro e il fuori nelle stesse pagine.

 

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