Vesper No. 6 | Magic | Primavera-estate 2022
Demetra Vogiatzaki
Quō
Nel
1499, l’editio princeps dell’Hypnerotomachia Poliphili, o Lotta
d’amore di Polifilo in sogno, fece la sua enigmatica comparsa nella
rinomata stamperia di Aldo Manuzio a Venezia. Polifilo era un amante
dell’architettura e, soprattutto, un uomo dal cuore spezzato che si
addormentava e sognava. Sognava un mondo magico fatto di fitte foreste, isole
paradisiache e innumerevoli monumenti stravaganti popolati da ninfe promiscue e
draghi sinistri. Forse gli oggetti più curiosi e, di conseguenza, più studiati
prodotti dalla prolifica immaginazione di Poliphilo sono i meravigliosi
progetti architettonici che popolano questo mondo onirico; monumenti
impossibili sia nella concezione che nell’esecuzione che forgiano
frammenti di architettura classica in combinazioni eccessive (in scala),
ossessive (nei dettagli) e improbabili (licenziose). Amplificato dalla sua
enigmatica autorialità, l’elaborato continuum di architettura e sogno
messo in scena dall’Hypnerotomachia esercita una notevole
pressione sullo status quo dell’architettura, proprio nel momento
della sua definizione come disciplina rinata e razionale.
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