Vesper No. 6 | Magic | Primavera-estate 2022
Luka Skansi
Spazio, magia e ricordo. La genealogia di
un’iniziazione alla contemplazione
I grandi architetti dei monumenti e dei sacrari alla
lotta antifascista in Jugoslavia, Bogdan Bogdanović, Zdenko Kolacio e
Edvard Ravnikar, dedicano al rapporto tra “primitivismo”,
astrazione e relazionismo spaziale una parte sostanziale della loro carriera,
sia professionale che teorica.
Kolacio dedica i suoi studi teorici a Stonehenge, alla
tradizione dei dolmen e dei menhir, interpretandoli successivamente nei suoi
lavori in chiave contemporanea. Ravnikar cerca di fondere nei suoi monumenti
l’arte neolitica dei popoli dei Balcani con l’arte orientale e
quella di Max Bill e Henry Moore, lavorando su raffinatissime tensioni spaziali
tra oggetti, percorsi e luoghi. Bogdanović, che focalizza la sua intera
creativitā alla ricerca di mitologemi, di figure, forme e linguaggi
archetipici, in grado di creare degli elementi primi della nuova cultura
rivoluzionaria jugoslava, guarda alla tradizione delle necropoli neolitiche ed
etrusche come alla scultura sumera, ittita ed egizia.
In questo contesto, il Memoriale ai ventisei
partigiani congelati e il Memoriale di Tićan sono progettati da Zdenko
Sila per incitare alla “magia di un’estasi laica”, attraverso
un particolare legame simbolico e spaziale con la natura (l’eterno), e
con l’esperienza del significato della morte (la memoria).
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