Vesper No. 4 | Esili e esodi | Primavera-estate 2021
Alessandro Orsini
Key
All’interno degli Stati Uniti
d’America durante tutto il XX secolo, con le migrazioni degli
afroamericani dal sud al nord industrializzato, alcune ideologie evolsero in
strumenti per il controllo e l’accessibilità delle proprietà private, in
particolare dell’edilizia abitativa. Gli sforzi del governo erano stati
progettati per fornire alloggio alle famiglie bianche della classe media,
mentre gli afroamericani vennero segregati in specifiche aree e tipologie
urbane. Fu istituito un sistema di discriminazione attraverso un processo
chiamato “redlining”, che limitava chi potesse ottenere mutui e
dove potessero essere costruite le case per questa fascia della popolazione.
Nel 1968 fu approvato l’Housing and Urban Development Act
che promuoveva l’uguaglianza nel settore immobiliare e facilitava
l’acquisto di case da parte di acquirenti afroamericani attraverso
l’accesso ai mutui agevolati. Ben presto, le pratiche discriminatorie del
“redlining” si trasformarono però in un fenomeno di inclusione predatoria in cui banchieri e
broker immobiliari lavorarono per sostenere politiche abitative che
rafforzassero le disuguaglianze, utilizzando la razza per la produzione di
capitale di enti privati.
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