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Vesper No. 4 | Esili e esodi | Primavera-estate 2021

 

 

Carlotta Sylos Calò

Alighiero Boetti lo stra-vagante

 

L’esodo e il viaggio sono temi profondamente legati alla ricerca umana e artistica di Alighiero Boetti e si ritrovano tanto nell’atteggiamento edonista che vede il viaggio come spazio ideale dell’incontro con emozioni e forme da cui ripartire, ma anche come attenzione per i movimenti derivati dai conflitti nascenti. Entrambe le accezioni, quella personale e quella globale, che lo stesso artista riuniva nel suo “interesse per le cose lontane”, sono parte fondante di una postura di “accrescimento” della propria individualità che ha accompagnato l’artista lungo tutto l’arco della sua vita e del suo lavoro. I segni, le tracce, le impronte, i codici derivati da queste esperienze dirette e indirette di viaggio costituiscono infatti le micce per costruire le sue opere, come d’altronde accade con forme e oggetti del quotidiano (i giochi dei figli, una scatola di fois gras, la copertina di una rivista). In questo scritto, seguendo il filo tracciato da una selezione di materiali conservati presso l’Archivio Alighiero Boetti, si propone l’analisi di alcuni lavori realizzati negli anni precedenti e successivi al suo trasferimento da Torino a Roma, forse il viaggio più importante compiuto dall’artista. Le opere esaminate – Dodici forme dal giugno 1967, Territori occupati (1967-1971), Mappa (1971-1973) – sono testimonianze della straordinaria capacità di arrivare all’essenziale e di quella libertà dell’artista che Anne Marie Sauzeau ha definito “stra-vaganza”.

 

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