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Vesper No. 4 | Esili e esodi | Primavera-estate 2021

 

 

Sara Marini

Esili e esodi

 

Due movimenti, forse antitetici, interessano lo spazio. Singoli individui si autoescludono, escono dalla propria terra (exilium, exsul, ex-solum), si ritirano in altra condizione, depongono il potere da dentro, evitano il potere che frena. L’esilio può essere una scelta individuale ma anche una costrizione che investe, per sommatoria, un grande numero. Al contempo popoli, animali, organismi vegetali sono in esodo, si muovono, scappano, migrano, mutando il disegno e il senso del territorio e delle geografie.

Tre figure prendono corpo da questi moti: lo spazio del viaggio e le tracce dell’attraversamento, la meta o semplicemente il luogo dell’arrivo e infine l’immagine della casa, della città o della “patria” abbandonata. Queste figure accomunano i due movimenti: certo nell’esilio il viaggio può essere istantaneo, può durare il tempo di una decisione, di un rifiuto, della stesura di un testo, del chiudere una porta, mentre nell’esodo il cammino può rivelarsi la meta stessa, in fuga è possibile fermarsi doverosamente, forzatamente, per scelta.

Esili ed esodi si sedimentano nella storia, trovano a volte spazio nella cronaca con aggiornati accenti, mentre si reitera la necessità di uno sguardo posto alla giusta distanza, silenziosamente si posano le pietre di altre città e si rinnova il teorema della mescolanza. I due movimenti ci raccontano forse le storie di nuove e ripetute genesi.

 

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