Vesper No. 3 | Nella selva | Autunno-inverno 2020
Luigi
Latini
Domestico
e selvatico. Un viaggio nelle foreste di Malus sieversii del Tien Shan,
Kazakistan
La città di Almaty, capitale della Repubblica Socialista
Sovietica Kazaka con il nome di Alma Ata fino al 1991, anno
dell’indipendenza del paese, possiede un’intensa relazione con la
pianta del melo. Le foreste del melo selvatico, oggi visibili nell’Alatau
Transiliano in una fascia altimetrica compresa tra i 900 e i 1800 metri sopra
il livello del mare, hanno goduto in passato di una relazione di prossimità con
la città, percepibile addirittura nello stesso paesaggio urbano, a
seguito di una pianificazione che nel XIX secolo aveva previsto una sistematica
presenza di piante arboree, compreso il melo selvatico. Un viaggio in direzione
di questa città, nel centro dell’Asia, punto di partenza per
l’esplorazione di una delle aree più significative per la presenza del Malus
siversii, assume il carattere, anche alla luce di più recenti spedizioni
scientifiche, di un viaggio controcorrente, in bilico tra culture e contesti
geografici diversi e in forte evoluzione.
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