Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Vesper No. 1 | Supervenice | Autunno-inverno 2019

 

 

Serenella Iovino

Leggere i corpi di Venezia.

Viaggi attraverso le narrative materiali della laguna

 

Sorti negli anni Novanta, gli studi letterari ecologici sono un fiorente campo di ricerca nutrito da molteplici dibattiti teorici. Tra i filoni più recenti vi è l’ecocritica della materia, un approccio teorico influenzato, tra gli altri, dai new materialisms, la cui premessa è che la materialità del mondo ha una dimensione intrinsecamente semiotica. Il mondo può, in altre parole, essere letto come un testo, un piano narrativo che emerge dall’agentività intrecciata di natura e cultura, elementi fisici e pratiche discorsive. Tutte le nostre interazioni con questo testo sono interpretazioni. Tuttavia, lungi dall’essere relegate nel campo delle astrazioni, come vorrebbe il decostruttivismo postmoderno, queste interpretazioni hanno conseguenze concrete e materiali: le crisi che affliggono i nostri ecosistemi, paesaggi ed equilibri socio-ambientali ne sono l’esempio più eloquente.

Questo saggio, che riassume un capitolo del libro Ecocriticism and Italy: Ecology, Resistance, and Liberation (Bloomsbury, London - New York 2016), considera Venezia come un testo fatto di storie corporee: un testo materiale in cui dinamiche naturali, pratiche culturali, visioni politiche e scelte industriali si intrecciano con altri corpi, umani e non umani, in questioni di giustizia, salute, ecologia. L’idea di fondo è che la perdita progressiva di una “interpretazione adeguata” del testo della laguna ha determinato la trasformazione di Venezia in un mero scenario. Le conseguenze di ciò sono visibili non solo negli alti tassi d’inquinamento industriale, ma anche nei livelli crescenti delle maree (e nel modo improprio di controllarli), nel turismo insostenibile delle grandi navi da crociera, e nell’insostenibilità di molte delle normali attività che interferiscono con la vita di questo delicato ecosistema.

Prendendo come oggetto opere letterarie, pièces teatrali e casi “viventi”, l’autrice cerca di dimostrare come leggere questi testi corporei e culturali in combinazione gli uni con gli altri sia un modo per amplificare le voci, spesso trascurate, della realtà di Venezia.

 

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