Vesper No. 1 | Supervenice | Autunno-inverno 2019
Annalisa Sacchi
Il
sipario si alzerà su un incendio.
Venezia:
dal rogo de La Fenice al romanzo della cenere
Fino all’introduzione della corrente elettrica, la vita media di
un teatro si stima si aggirasse intorno ai trent’anni. I teatri venivano
regolarmente rasi al suolo dagli incendi e, spesso, ricostruiti nel luogo dove
già sorgevano. È la storia di tutti i teatri veneziani, la stessa che si ripete
per due volte nel caso del più importante teatro cittadino: La Fenice.
Il testo analizza la relazione dei teatri con l’accidente
dell’incendio e, insieme, mette in luce l’intimità essenziale che
corre tra l’evento fattuale del rogo e lo statuto ontologico del teatro
– arte della non-permanenza –, il suo avere cioè come orizzonte e
limite la perdita radicale.
È a Venezia che nel 2005, meno di dieci anni dopo l’ultimo
incendio de La Fenice, Romeo Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio firma
una Biennale Teatro tutta all’insegna del rogo e intitolata “Pompei.
Il romanzo della cenere”. Castellucci, nel corso della sua carriera, ha
più volte invocato l’incendio come punto-cieco della performance, e in
questa Biennale, aperta da Flame Tornado, una colonna di fuoco alta più
di 15 metri dell’artista Kevin Binkert, esplora i limiti e le possibilità
di rinascita del teatro passato per il rogo mentale del suo pensiero.
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