Vesper No. 1 | Supervenice | Autunno-inverno 2019
Paolo
Ceccon
Oltre un
eloquente silenzio.
Progetto
per l’ex Casa-studio Scatturin di Carlo Scarpa
L’architettura
di Scarpa è paradigmatica di una concezione dell’opera come
rappresentazione di sé. Ogni possibile alterazione, comportando la possibile
perdita di un’ineffabile malia, reclama innanzitutto capacità di
giudizio, pretende attenzione e cura nell’esprimere preferenze. Oblio e
conoscenza del presente, sono gli estremi di una dialettica interna al progetto
che è chiamata a governare “intervalli critici”, “sezioni
temporali di pensiero” che misurano la reale presa di distanza dal
supporto architettonico e dalla responsabilità di pensiero verso “il
lascito”. Un distacco utile, possibile attraverso un atto di
indispensabile oblio, che consente comprensione e azione.
A partire da
ciò, una logica del movimento, percettiva, bergsoniana, suggerisce il processo
di mutazione dello spazio. Agendo sulle sequenze, sui piani di luce e ombra,
sulle immagini-movimento sono state individuate tre azioni progettuali: la
prima, fisica, puntuale, sul corpo della casa; una seconda, induttiva, diffusa,
in grado di introdurre nuovi campi di attenzione; l’ultima, fondata
sull’analogia, riporta i molteplici tempi dell’abitare veneziano
all’interno della nuova narrazione.
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