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JUAN LUIS TRILLO DE LEYVA

2015-2016

2015-2016

 

 

Architetto. Laureato in Progettazione architettonica e urbana presso l’ETSA Sevilla (Escuela Técnica Superior de Sevilla, 1971). Dottore in Architettura (1977). Professore associato di Elementi di Composizione (1979). Professore Ordinario (1989).

Dal 1972 è Professore di Progettazione architettonica presso la Esquela de Arquitectura del Sevilla; inoltre ha diretto e tenuto corsi (n.b.: secondo la tipica strutturazione didattica delle scuola di architettura spagnole, un cattedratico, oltre che tenere direttamente corsi, dirige e indirizza corsi tenuti da docenti di grado inferiore) a Granada, Las Palmas de Gran Canaria, Venezia, Cottbus (Berlino), Central de Santiago de Chile, Monaco di Baviera.

Le sue opere di architettura, realizzate con Antonio Martínez García, sono state pubblicate, oltre che in altre riviste, in: Arquitectura Bis, Architektura, Architectural Record, Architectural Review, AV Monografías, Bauwelt, Detail (Germania, Inghilterra, Spagna), DBZ, Croquis, Periferia e Process Architecture.

Nel 1983 fonda la rivista Periferia, dei cui primi dieci numeri è direttore.

Nel 1996 diviene direttore del Departamento de Proyectos Arquitectónicos de la Universidad de Sevilla.

Libri pubblicati: La fragmentación de la manzana (Premio Kora, 1991); Razones poéticas en arquitectura (1993); Argumentos sobre la contigüidad en arquitectura (2001); Notas Indias (2002); Universidad y Ciudad  (2003); Viviendas esperimentales. Manual de proyectos (2008); Recapitulación apuntes catóptricos (2010); De memoria (Divulgación scientifica U.S., 2010); La palabra y el dibujo (2012).

 

 

Periodo trascorso al DACC

18 gennaio 2016 - 22 aprile 2016

 

La ricerca al DACC

Venecia de Papel/Venezia di carta

Le città hanno memoria e conservano quella della loro storia nelle strade, nelle piazze e negli edifici. Gli archeologi inseguono tracce di rovine e sezionano strati di terreno alla ricerca di dati e d’informazioni sul tempo passato. E’ la storia che si deposita, come la polvere, sopra le nostre città.

Ma, “sovrapposta” a quella fisica, esiste una “città di carta”: non ci riferiamo a una città virtuale, utopica o sognata, ma a una città tanto reale quanto quella di pietra. Una città che scrittori, storici, pittori, musicisti e architetti hanno costruito sopra la carta. Così la città fisica è duale all’altra, quella di carta, la cui conoscenza è imprescindibile per la comprensione della città.

Venezia appartiene al ristretto numero di città che sprigionano un’energia così intensa da suscitare azioni artistiche: la città è il sogno della ragione, il rifugio della creatività.

Venezia si dibatte tra la pietra e la carta, tra la sua dimensione fisica e quella creativa, come la pianta del Campo Marzio di Piranesi o la Città analoga di Aldo Rossi. Carte e memorie amplificano la conoscenza e il dibattito sulla città contemporanea, come fanno le vecchie fotografie e le piante degli edifici demoliti.

La città non è solo un palinsesto, un piano cancellato e disegnato una volta e quindi un’altra: la città è una potenzialità, una sovrapposizione di molte città possibili, trasparenti l’una all’altra, riflettentisi l’una nell’altra fino a restituirci l’immagine che oggi conosciamo.

Questa ricerca naviga “controcorrente”, “risale il fiume”, immaginando di “cancellare” decisioni che dettero forma alla città di Venezia, come ad esempio il dibattito sopra Venezia-isola e Venezia-penisola, che trovò un’alternativa al ponte Littorio nella proposta “Novissime”. Tutti i concorsi hanno questa capacità di revocare decisioni: come sarebbe infatti il recinto della Biennale se il concorso per il padiglione dei Paesi Nordici fosse stato vinto da R. Peitila al posto di S. Fehn? o se l’ampliamento del cimitero di S. Michele fosse stato realizzato da E. Miralles? Esistono progetti non costruiti che risultano paradigmatici come l’Ospedale di Le Corbusier, il Palazzo dei Congressi di Louis Kahn ai Giardini o l’anacronistica “addizione” di F.L. Wright del Masieri Memorial?

Anche un’opera incompleta si pone come un’interessante variante nella città di carta, perché la causa del suo stato non fu un pensiero o una decisione, ma una ragione esterna o fortuita, che provocò una costruzione dimezzata, come nel caso di Ca’ Venier dei Leoni. Queste costruzioni potrebbero collocarsi tra gli incidenti urbani, come la caduta del Campanile di San Marco o l’incendio de La Fenice.

Come se si trattasse di una struttura di vigilanza, la città di carta registra ogni cambiamento, permettendoci di revocarlo. Mentre la città di pietra è unica, la città di carta è molteplice, come le foglie di un albero.

 

 

Risultati visiting professorship

Insegnamento

08/02/16 al 12/02/16

Workshop “A week with…Accanto e dopo le “case-manifesto” del XX secolo: le nuove “case del giardiniere”

 

Relazione sull’attività svolta

Il prof. Juan Luis Trillo de Leyva, nel corso del soggiorno ha sviluppato la ricerca “Venezia di carta”, secondo il programma proposto al Dipartimento e deliberato dallo stesso: lo studio di una serie di progetti elaborati e non realizzati per Venezia durante il XX secolo. Con questo programma il prof. Trillo ha raccolto intorno a un gruppo di ricercatori: questa attività condurrà alla realizzazione di una guida denominata “Venezia di carta”. Il prof. Trillo de Leyva, in collaborazione con me, ha coordinato il gruppo di ricercatori (composto oltre che da lui stesso e dalla scrivente, da G. Marras, F. Cacciatore, A. Ferrighi, M. Doimo e da un gruppo di giovani) e ha redatto l’introduzione e numerose schede analitiche su temi e opere essenziali all’individuazione e alla comprensione di questa Venezia virtuale: i suoi scritti sono parte fondamentale della guida, che verrà realizzata entro l’anno 2016.

Durante il soggiorno il prof. Trillo del Leyva ha tenuto un workshop del ciclo “A week with…” della durata di una settimana (8-12 febbraio 2016) dal titolo Accanto e dopo le “case-manifesto” del XX secolo: le nuove “case del giardiniere”. Il tema consiste nell’addizione di un padiglione residenziale (la “casa del giardiniere”) a case d’abitazione fondamentali dell’architettura internazionale del XX secolo. Il workshop ha avuto un considerevole riscontro presso gli studenti ed i progetti elaborati sono stati più volte presentati nel corso dei diversi Open Day tenutisi allo Iuav nella primavera-estate 2016.

Il prof. Trillo de Leyva ha collaborato allo svolgimento del Laboratorio integrato 3 del Corso di Laurea Architettura Costruzione Conservazione e in particolare del Laboratorio integrato 2 del Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Nuovo e l’Antico da me tenuti nel secondo semestre dell’a.a. 2015-16: in entrambi ha svolto un assiduo e importante lavoro di dialogo con gli studenti, seguendoli attentamente nello sviluppo dei loro progetti.

Sia durante il workshop che durante l’attività didattica dei due laboratori il prof. Trillo del Leyva ha tenuto lezioni pubbliche dedicate a presentare la propria opera di architetto.

 

Prof.ssa Serena Maffioletti