2016-2017
Martina Ballarin consegue nel 2010 la laurea in
Archeologia e Conservazione dei Beni Archeologici presso l’Università
Ca’ Foscari di Venezia. Partecipa dal 2009
alle attività del Laboratorio di Fotogrammetria dell’Università Iuav di
Venezia, impegnandosi nel campo del rilievo topografico, fotogrammetrico e
laser scanning. Nel 2014 consegue il titolo di Dottore di ricerca in
Ingegneria Ambientale e delle Infrastrutture, profilo Geomatica
(settore ICAR/06), presso il Politecnico di Milano. Ha partecipato ad alcuni
progetti di ricerca Iuav, in particolare nel campo del rilievo dei Beni
Culturali e Archeologici. È autore di diversi contributi su riviste
scientifiche o convegni del settore disciplinare. |
Dalla nuvola di punti alla stampa solida (ICAR 06)
Responsabile scientifico: Francesco Guerra
Il grande sviluppo delle stampanti solide ha evidenziato il problema della costruzione dei modelli digitali che devono essere stampati. Nella Geomatica, la stampa 3D è considerata come uno dei possibili output di un rilievo, così come gli elaborati tradizionali in forma cartacea o digitale.
Il percorso che dal modello per punti porta alla sua rappresentazione fisica, passando per modello digitale, racchiude tre passaggi che implicano un modo diverso di rappresentare un oggetto. Queste tre rappresentazioni hanno finalità differenti e di conseguenza differenti caratteristiche.
Il modello per punti è legato al mondo del rilievo. Viene acquisito tramite tecniche proprie della fotogrammetria, del laser scanning e della topografia, che sono strettamente connesse ad un modo di rappresentare la realtà legato ai concetti di precisione e accuratezza. Attraverso queste metodologie si ottengono dati numerici che mimano la forma di un oggetto e che garantiscono sempre un controllo metrico sull’affidabilità del risultato.
Diverso è lo scopo dei modelli digitale e fisico, che sono tradizionalmente legati al concetto di fruibilità di un oggetto. Essi consentono all’utente di visualizzare in maniera chiara ed immediata la realtà, in particolare laddove questa non è più direttamente accessibile. Alcuni esempi possono essere l’anastilosi virtuale di un edificio in crollo, oppure applicazioni pensate per rendere possibile il contatto diretto con l’oggetto, che spesso non è consentito, soprattutto nel campo dei Beni Culturali. Si pensi, ad esempio, alle sezioni dei musei dedicate a ciechi e bambini, due casi in cui il contatto fisico con gli oggetti è necessario. In entrambi i casi, infatti, il tatto è un mezzo per conoscere la realtà, da una parte sotto forma di gioco, dall’altra come senso che supplisce alla mancanza della vista.
All’interno di questo percorso, particolare attenzione è stata data alle caratteristiche metriche proprie del mondo del rilevamento. Se la stampa solida è ormai diventata uno dei possibili prodotti di un rilievo metrico – a fianco delle tradizionali rappresentazioni in proiezione ortogonale – diventa necessario analizzare il processo che dall’acquisizione del dato metrico porta alla creazione del modello digitale che deve essere stampato.
La ricerca è posta quindi due obiettivi: da un lato la verifica delle precisioni degli oggetti stampati e la fedeltà della copia all’originale; dall’altro l’ottimizzazione del percorso che va dall’acquisizione della nuvola di punti di un oggetto alla sua rappresentazione in un modello 3D in scala. Il tema dell’aderenza della copia all’originale è stato declinato in vari casi applicativi, cercando di porre l’attenzione ai diversi processi di acquisizione ed elaborazione dei dati che potrebbero portare ad allontanare le due entità.
From
point cloud to 3D printing
The
great development of solid printers has highlighted some issues on the proper
construction of digital models that have to be printed. In the Geomatics field,
3D printing is considered as one of the possible outcomes of a survey, as much
as the traditional orthogonal representations either in printed or digital
form.
The path
that from the point cloud model leads to its physical representation, passing
through a digital model, contains three steps that imply a different way of
representing an object. These three representations have different purposes and
consequently different characteristics.
The
point cloud model is related to the world of Geomatics. It is acquired through
photogrammetry, laser scanning and topography, which are closely related to a
way of representing reality tied to the concepts of precision and accuracy.
Through these methodologies we obtain numeric data that imitate the shape of an
object, guaranteeing at the same time a metric control on the reliability of
the result.
The
purpose of digital and physical models is different, as they are traditionally
linked to the concept of usability of an object. They allow the user to see and
experience an object in a clear and immediate way, particularly when it is no
longer directly accessible. Some examples are the virtual anastylosis
of a collapsed building, or applications designed to allow the direct contact
with the object. In fact this is often forbitten,
especially in the field of Cultural Heritage.
Here, we are referring, for example, to exhibitions meant for children
or visually impaired. In these two cases physical contact with the objects is
necessary. In both cases, in fact, touch is a means to perceive reality, on one
side as a game, on the other as a way to compensate for the lack of sight.
Within
this process, particular attention was given to the metric characteristics that
belong to the Geomatics world. If the solid printing has now become one of the
possible products of a metric survey – together with traditional
representations in orthogonal projections - it becomes necessary to analyze the
process that from the acquisition of metric data leads to the creation of a
digital model ready to be printed.
Therefore,
this research had two goals: on one side the analysis of accuracy of the
printed objects and the fidelity of the copy to the original; on the other side
the optimization of the process that starts form the acquisition of a point
cloud and leads to its representation as a scaled 3D model.
These
concepts have been applied in various application cases, trying to draw
attention to the different pipelines of acquisition and data processing that
could lead to distance the two entities one from the other.
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