Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

ricerche

 

 

2021-22

 

Paola Virgioli

Architettura per la Scuola. La proposta di un metodo

La ricerca si interroga su criticità e necessità dell’ambiente scuola in rapporto al quartiere e alla città in cui è inserito. Se è ormai assodato che lo spazio fisico – interno, del giardino e prossimo alla scuola – gioca un ruolo fondamentale per il benessere di chi ne fruisce, influenzando i processi di insegnamento e apprendimento, alcuni esemplari Metodi o Approcci pedagogici italiani nel Novecento si sono occupati di indicare quali debbano essere le sue caratteristiche per raggiungere tale scopo. Di fronte ad un patrimonio scolastico composto da oltre 37.000 scuole attive di cui 3500 in Veneto, e la cui manutenzione, se non anche la progettazione, è avvenuta secondo una logica emergenziale, la cura e trasformazione di tale patrimonio richiede di recuperarne i principi.

In continuità con le attività svolte all'interno del Centro Studi Vault che hanno riguardato l’analisi delle potenzialità e criticità offerte dal rapporto di collaborazione tra pubblico e privato sul territorio veneto, nonché l’influenza esercitata dalla presenza di diversi tipi di servizi sui valori immobiliari, la ricerca si concentra sugli strumenti utili a rafforzare il ruolo positivo di infrastruttura sociale che la scuola deve svolgere e sui modi di applicare tali strumenti per generare produzione di valore. Ciò risulta possibile solo se il progetto è capace di attrarre le diverse componenti sociali ed economiche del territorio.

 

Giuseppe Caldarola

La città e/è la festa.

I luoghi, le architetture, gli usi e le pratiche della festa popolare tradizionale per la formazione e conservazione dell’identità e della memoria collettiva e per la qualità del progetto

La ricerca si incentra sulla festa popolare. Propone un'esplorazione ad ampio raggio dei luoghi in cui la stessa si svolge, delle pratiche d'uso degli stessi in sovrapposizione a quelle ordinarie, degli elementi e dei manufatti (più o meno temporanei) che si conformano per il suo svolgimento, divenendo patrimonio identitario di interi territori. Pur con opportune declinazioni e differenze locali, le matrici identitarie dei paesi italiani trovano ampia espressione ed esplicitazione nei “rituali” delle feste popolari quali momenti di aggregazione per eccellenza, del fare comunità: manifestazioni civili piuttosto che tradizioni religiose si strutturano di pari passo, a comporre un unicum inscindibile e interessano luoghi centrali o marginali dei vari centri abitati. Cortei processionali, riti devozionali preparatori e propiziatori, allestimenti di opere e manufatti predisposti per i programmi civili e religiosi, “macchine luminose” temporanee, palchi musicali, fiere e mercati conferiscono specifici caratteri ai luoghi; innestano elementi effimeri; introducono pratiche d'uso e fruizione inedite degli spazi urbani, temporanee; creano nuove connotazioni in termini di immagine generale. L’obiettivo della ricerca è quello di individuare caratteristiche specifiche e ricorrenti, analizzare le strutture della ‘festa’, discuterne le capacità di essere veicolo di qualità urbana e di qualità dell’abitare. La lettura delle dinamiche di attivazione temporanea dei luoghi produrrà alcuni indicatori utili alla definizione di luoghi e ambiti strategici di rigenerazione urbana.

 

Gianfranco Pozzer

Digitalizzazione – Città e territori come figure di sorgenti informative

Grandi quantità di dati (Big Data), risorse tecnologiche e tecniche matematico computazionali ridefiniscono a velocità crescente i confini fra forma urbana e società generando effetti contraddittori e spazi ibridi tra mondo reale e virtuale. Le novità riguardano alcune condizioni ‘al contorno’, come il tema della ‘datizzazione’ e le operazioni di risk (e rapid) mapping, la ricostruzione di ‘stati’ e ‘dinamiche’ con dispositivi simulativi, la progettazione di scenari, l’utilizzo di dati ad alta precisione e la loro combinazione con informazioni indirette fornite dai social network. Ma l’aspetto forse più innovativo riguarda i modi in cui viene definito, monitorato e valutato il continuo processo di adattamento dello spazio abitato in condizioni di rischio. Valorizzando il contenuto delle ICT e dei nuovi linguaggi di informazione e comunicazione nel dominio ‘città-ambiente’ e ‘città-clima’, la proposta progettuale prevede un percorso di ricerca integrato per la costruzione di banche dati volte a simulare e valutare inedite logiche di funzionamento spaziale. Le ‘convergenze’ vengono apprezzate mediante l’utilizzo di tecniche integrate di Remote Sensing, GIScience e Geoscience Modelling, indagando componenti e risorse materiali e immateriali. Il governo della città (e del territorio) può oggi disporre di strumenti inediti; con essi è in grado di rispondere ad una domanda di crescente integrazione tra spazio fisico e ambiente virtuale, proponendo un utilizzo sempre più massiccio dei Big Data e dei servizi legati al mondo della data science.

 

 

2020-21

 

Gabriele Torelli

La creazione di brand territoriali per un "Made in Italy del patrimonio urbano": prospettive giuridiche

Il progetto intende esaminare il corretto quadro giuridico-normativo per promuovere e valorizzare i processi di trasformazione urbana, contribuendo alla definizione di brand territoriali che riflettano diversi interessi: la cura del patrimonio esistente (heritage), l’attenzione per i valori culturali materiali ed immateriali, quali profili identitari delle nostre città, l’individuazione di un equilibrio tra valorizzazione del territorio e tutela sociale.

Con l'intenzione di individuare paradigmi replicabili in più contesti territoriali, l’obiettivo è quello di ricostruire i meccanismi giuridici per promuovere la figura del “Made in Italy”, inteso come complesso di valori culturali, paesaggistici e storico-architettonici, al fine di regolare il processo di riqualificazione dei contesti urbani, secondo una prospettiva sia economica sia di coesione sociale.

Per ottenere risultati soddisfacenti, è necessario un patto tra istituzioni pubbliche e privati, che affronti diverse questioni: il rapporto tra concorrenza e solidarietà nel recupero del patrimonio esistente; i limiti che il diritto di proprietà pone allo sviluppo delle politiche di riqualificazione; le politiche di tutela/valorizzazione dei centri storici intesi, con specifico riferimento alla protezione delle c.d. attività tradizionali.

Lo studio di questi processi pone il giurista innanzi a nuove “avventure e scoperte”, perché gli strumenti normativi di riferimento sono ancora oggi in fase di costruzione, dovendosi adattare alle richieste delle scienze architettoniche, ingegneristiche ed urbanistiche.

 

 

2019-20, 2020-21

 

Matteo Basso

I paesaggi aggressivi dei vigneti: il caso degli spazi del Prosecco dopo UNESCO. Lineamenti per una progettazione integrata tra valori economici, nuove attrattività turistiche, cura del territorio e dell’heritage, qualità della vita degli abitanti

Il progetto di ricerca si interroga sulle potenzialità e sui limiti di efficacia degli attuali strumenti settoriali di regolamentazione del rapporto tra aree ad agricoltura intensiva e insediamenti, con specifico riferimento alle esternalità negative prodotte dall’espansione delle mono-colture sulle aree residenziali più prossime alle attività agricole.

Come contesto particolarmente emblematico di questo rapporto “problematico” tra aree agricole e insediamenti, la ricerca assume il territorio di produzione del Prosecco DOCG di Conegliano Valdobbiadene in Provincia di Treviso (recentemente riconosciuto come patrimonio dell’umanità UNESCO) quale caso studio di riferimento. Il progetto esplora le tensioni qui esistenti tra esigenze di valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale delle colline, l’espansione delle superfici a vigneto prodotta dal crescente interesse globale per questo vino, e i relativi conflitti sociali che vedono coinvolte fasce sempre più consistenti della popolazione locale.

Proponendo un rovesciamento di alcuni paradigmi teorici e progettuali dominanti nella disciplina urbanistica, la finalità è quella di indagare il ruolo e le forme del piano e del progetto urbanistico nella costruzione di un nuovo rapporto tra vigneti e insediamenti, in cui ambiente costruito e non costruito sono trattati e progettati in modo integrato e sistemico, con attenzione ai valori ecologici, sociali, economici e di qualità abitativa del territorio considerato nel suo insieme.

 

Paola Virgioli

Un caso italiano: il patrimonio delle 35 scuole prefabbricate “Valdadige” costruite su progetto dello Studio Architetti Valle

Nell’ampio patrimonio scolastico italiano è possibile individuare, tra le architetture del Movimento Moderno, eccellenze architettoniche che rappresentano l’alta qualità della riflessione sul valore dello spazio per la formazione sensoriale e intellettiva di giovani e bambini. Riflessione che accomuna architetti a pedagogisti, letterati, artisti, designers, e che ha guidato il passaggio dell’Italia da una società agricola a una industriale. Queste architetture stimolano il dibattito nazionale sulle riforme normative, che culmina con il D.M 18/12/1975. Siamo negli anni del boom economico, in cui l’industria italiana delle costruzioni ha un notevole sviluppo. In questo contesto si inseriscono le scuole elementari e medie progettate con il sistema Valdadige. Si tratta di scuole prefabbricate sparse nel nord Italia, di particolare interesse per innovazione tipologica e morfologica. In queste scuole sono evidenti ragionamenti -su colore, luce, spazi aggregativi- che mettono al centro la qualità della vita dei bambini. Contemporaneamente, grazie alla flessibilità che il progetto consente, si adeguano, per dimensione e modalità organizzativa, al paesaggio e al contesto urbano in cui sono inserite. La loro conservazione apre interrogativi sulla modalità di trasformazione del moderno, su cui a tutt’oggi c’è una scarsa letteratura, e permette di riflettere sul valore, anche immateriale, che in ambito urbano hanno le architetture scolastiche.

 

 

2018-19, 2019-20

 

Jacopo Galli

Strategie di Ricostruzione per la MENA Region

La ricerca Strategie di Ricostruzione per la MENA Region intercetta diversi temi di ricerca portati avanti negli ultimi anni allo Iuav: il ruolo della città storica come modello e motore dello sviluppo futuro, l’importanza dell’heritage come elemento urbano e sociale alle diverse scale di progetto, la cura delle risorse e la ricerca di uno sviluppo sostenibile.

Le condizioni attuali dei territori colpiti da conflitti nell’area vasta del Mediterraneo richiedono strategie e strumenti innovativi capaci di indirizzare chiaramente lo sviluppo futuro a partire dalle importantissime pre-esistenze storiche e dalla ricomposizione di un modello di convivenza sociale, culturale ed economica; oggi irrimediabilmente distrutto.

La ricerca verrà portata avanti tramite un dialogo proficuo con le istituzioni internazionali operanti sul campo con cui lo Iuav ha già avviato rapporti di collaborazione e consulenza scientifica: UN-ESCWA United Nation Economic and Social Commission for Western Asia, World Bank, Aga Khan Trust for Culture...

 

 

2018-19

 

Andrea Sardena

Il progetto dello spazio pubblico nei nodi dell’intermodalità per una mobilità sostenibile in termini economici, ambientali e di qualità del paesaggio urbano, nella loro relazione con il welfare urbano nelle aree a densità diffusa

Il progetto di ricerca mira ad individuare azioni e soluzioni progettuali per realizzare un trasporto intermodale sostenibile, riducendo i “costi” dell’uso del trasporto individuale; selezionare modalità di integrazione tra gestori del trasporto e Enti territoriali per un progetto integrato dei nodi di interscambio; indicare delle possibili azioni di coordinamento delle procedure e delle responsabilità degli interventi sul territorio. Il tutto nella logica di migliorare il sistema dei trasporti di un territorio, messa in rete delle attrezzature territoriali e una maggiore accessibilità al cosiddetto welfare urbano.

Deve diventare matura la consapevolezza che il sistema del Trasporto Pubblico Locale necessita di essere intermodale nei suoi nodi di accesso, e integrato con la rete capillare della mobilita dolce. Pianificatori, urbanisti e architetti non devono più subire (o al peggio addirittura promuovere) il fatto che l’organizzazione dei nodi intermodali sia solo un

problema dei gestori dei trasporti che, inevitabilmente, tendono a non occuparsi dello spazio pubblico prossimo agli stessi nodi.

È possibile promuovere la trasformazione del territorio verso una mobilità sostenibile socialmente ed economicamente, mediante la logica del Transit Oriented Development; fare del metodo TOD uno strumento per l’accessibilità diffusa ai servizi territoriali collettivi ora non integrati tra loro.

Lavorare sui nodi intermodali di accesso al TPL e alla rete della mobilita dolce è un punto di partenza.

 

 

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