Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Aldo Rossi: analogie veneziane

 

conferenza di

Sebastiano Fabbrini

 

introduzione di

Gundula Rakowitz

 

27 aprile 2020

conferenza on-line

MS Teams codice: ms9k42c

ore 11.30

 

locandina >>

 

Nel raro tentativo di mettere per iscritto il proprio metodo a la propria ipotesi teorica, l’ipotesi della città analoga, Aldo Rossi si rivolge subito a Venezia. Lo fa attraverso un’analogia, indicando come riferimento un capriccio di Canaletto, in cui Venezia è costituita da edifici che si trovano altrove. Dieci anni dopo, la laguna vede il varo dell’edificio Rossiano che, forse più di ogni altro, riflette il principio della trasposizione geografica: il Teatro del Mondo. Nonostante sia generalmente interpretato come un evento unico ed effimero, il teatro Veneziano continua ad essere il modello di una lunga serie di subversive analogues che, per dirla con Peter Eisenman, giocano con la dissoluzione del luogo e della scala.

Questa presentazione segue le innumerevoli riproduzioni del Teatro del Mondo, nei luoghi e alle scale più diverse, durante la fase finale della carriera di Aldo Rossi ed oltre la sua scomparsa. Dai disegni realizzati ex-post ed esposti nelle gallerie di Protetch e Castelli alle declinazioni sotto forma di caffettiere per Alessi, dalle citazioni sbandierate nei progetti per Disney fino alla vera e propria ricostruzione nei primi anni duemila, il teatro Veneziano rappresenta una lente fondamentale per analizzare i modi e gli strumenti della riproduzione nel percorso di Aldo Rossi. Un percorso che, parallelamente alla trasposizione di modelli in diversi contesti geografici, comporta una rapida internazionalizzazione dell’attività architettonica, che deve continuamente riposizionarsi all’interno di nuove strutture di potere.

 

 

Aldo Rossi: Venetian Analogues

 

In a rare effort to spell out his method and his theoretical hypothesis, the hypothesis of the analogous city, Aldo Rossi turns immediately to Venice. He does so through an analogy, pointing to a capriccio by Canaletto, in which Venice appears to be made of buildings that are actually located elsewhere. Ten years later, the lagoon witnesses the launch of the Rossian building that, perhaps more than any other, reflects the principle of geographical transposition: the Theater of the World. Although it is generally interpreted as a unique and ephemeral event, the Venetian theater continues to be the model of a long series of subversive analogues that, in the words of Peter Eisenman, play with the dissolution of place and scale.

This presentation follows the innumerable reproductions of the Theater of the World, in the most diverse places and at the most unexpected scales, during the final part of Aldo Rossi’s career as well as after his passing. From the drawings made ex-post and exhibited in the galleries of Protetch and Castelli to the variations in the form of coffee makers for Alessi, from the overt citations in the projects for Disney to the full-fledged reconstruction in the early two thousands, the Venetian theater represents a fundamental lens to analyze the modes and the tools of reproduction in Aldo Rossi’s journey. A journey that, along with the transposition of models in different geographical contexts, entails a rapid internationalization of all architectural activities, which need to be constantly relocated within new structures of power.