Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Aldorossiana 1955-1997

 

 

mostra bibliografica

 

a cura di

Fernanda De Maio

Mario Lupano

Elisa Petriccioli

 

24 maggio > 4 luglio 2018

Tolentini, biblioteca, atrio

 

organizzazione

Sistema bibliotecario e documentale

 

 

 

 

 

“In questi ultimi anni si è avuto da parte delle case editrici un incremento della produzione di libri di architettura, che ha colmato una lacuna nella pubblicistica specializzata. I libri sono fondamentalmente legati alla questione della cultura”. Così Aldo Rossi nel 1971 ricordava il fiorire di un filone, di cui fu testimone e protagonista, in una lezione tenuta alla facoltà di Architettura di Milano, registrata e trascritta dal gruppo di ricerca di Fortis, Marzoli, Motta, Maron e Vitale con il titolo Note su alcuni testi di architettura. Riprendendo alcune osservazioni di Gramsci su una tipica manifestazione del dilettantismo intellettuale per cui di una questione trattata si espone tutto quello che si sa e non solo quello che è necessario e importate di un argomento, Rossi indicava agli studenti come il distinguo operato da “questa osservazione potrebbe essere una perfetta recensione per i libri che usciranno o sono usciti”. L’incursione nella molto vasta bibliografia su e di Aldo Rossi per mettere a punto Aldorossiana ha mostrato molti indizi di tale deriva dilettantesca e solo lo spazio contenuto della mostra ci ha forse impedito di esserne vittime in fondo compiacenti. Aldorossiana si svolge tutta nel momento descritto dal nostro autore, nei quarant’anni di massima espansione pubblicistica dell’architettura.

 

E nel seguire le orme di Rossi traccia le trasformazioni della cultura architettonica italiana e il suo innesto nel dibattito internazionale con polemiche talvolta sferzanti, come quella tra Rayner Banham e il gruppo dei giovani delle colonne di Casabella. La mostra si apre e si chiude con due numeri di questa rivista: il Casabella-Continuità del 1955 è un fitto scritto, in un ingiallito bianco e nero tipografico, del collettivo di studenti milanesi di stretta osservanza gramsciana sulla necessità della tradizione come educazione al realismo, tra i cui firmatari compare Aldo Rossi; l’ultimo è il Casabella del maggio 1997 in cui compare, su carta patinata, la foto a colori di Luigi Ghirri della biblioteca dello studio di Rossi. Tra il saggio a più mani e la foto, libri e riviste nazionali e internazionali intrecciano e mettono a fuoco temi differenti: i modi in cui si formò l’architetto milanese attraverso la militanza in Casabella, le relazioni con Comunità di Olivetti, la partecipazione alla nascita delle cooperative librarie universitarie, la direzione di collane, l’abitudine alla scrittura a più mani non meno praticata di quella individuale, il progressivo accreditamento come architetto, teorico e artista di fama internazionale. Lo straordinario curriculum dell’architetto trova nella bibliografia le radici di molte sue ragioni, per questo sembra oggi importante riproporre questo rapido excursus in cui ciascuno potrà annodare fili differenti per costruire la propria interpretazione di quella Italia della architettura come fatto preminentemente culturale.

 

si ringraziano

per i prestiti: Gianni Fabbri, Alberto Ferlenga

per il reperimento dei documenti in biblioteca: Rita Bonazza, Carla Pezzin