attività di ricerca svolta e in corso
L’attività complessiva di ricerca del LAMA è ben evidenziata
dall’elenco delle pubblicazioni, riportato in altra parte di questo sito,
e dalla sua partecipazione a progetti di ricerca di rilevanza nazionale e
internazionale.
Le tematiche principali si possono principalmente suddividere in cinque
filoni come segue:
1. materiali lapidei
La caratterizzazione mineralogico-petrografica e chimico-fisica dei
materiali lapidei (pietre e marmi) è di gran lunga il settore di ricerca
principale del laboratorio LAMA sin dalla sua nascita. Nei venti anni di
attività si è proceduto, da un lato, alla caratterizzazione dei materiali
lapidei utilizzati in edifici d’interesse storico-artistico, partendo da
una ricerca delle cave antiche e da uno studio di loro campioni al fine di
creare delle banche dati di riferimento, fondamentali sia per studi archeometrici che per applicazioni nel campo del restauro;
dall’altro, all’esecuzione di analoghi studi mineralogico-petrografici
e fisici sui litotipi in opera nei monumenti. Tra le
principali ricerche condotte o in essere vanno citate:
- la creazione di una estesa banca dati
petrografici e geochimici (isotopici) dei marmi cristallini del bacino del
Mediterraneo. Tale banca dati è attualmente la più completa e utilizzata a
livello internazionale e comprende non solo i marmi principali, ma anche molti
dei minori usati in età classica.
- l’identificazione della provenienza di
manufatti marmorei (statuaria ed elementi architettonici) di importanti monumenti
e complessi museali. Tra i primi vanno citati molti edifici di Roma antica, tra
cui l’Arco di Tito, la Piramide Cestia, il c.d.
Tempio di Vesta, il Portico di Ottavia, tutti oggetto di studi monografici,
nonché un grande numero di elementi architettonici degli scavi di Ostia Antica,
Pompei, Oplonti, Villa Adriana, Gortina
(Creta, Grecia), Cuicul (Algeria), Volubilis e Banasa (Marocco). Vanno anche menzionati gli studi dei
marmi dei Templi di Selinunte, di Locri Epizefiri,
Caulonia e Metaponto. Tra i secondi, si segnala la determinazione della
provenienza di un gran numero di sculture di musei nazionali ed esteri, ad es.,
dei Musei Capitolini, del Museo Archeologico di Ostia antica e dei Musei
Archeologici Nazionali di Napoli e di Ancona, del Metropolitan
Museum di New York e dei Musei Archeologici di Cirene
(Libia), Djemila (Algeria) e Rabat (Marocco).
- studi monografici di singole specie lapidee
colorate, anche in questo caso al fine della creazione di una banca dati dei più
importanti litotipi usati a scopo decorativo in età
romana. Si sono presi in esame sistematicamente i marmi colorati della Grecia
(tra i quali sono da menzionare il porfido verde antico, il fior di pesco, il
cipollino verde, il portasanta, la breccia di settebasi
e il verde antico), dell’Asia Minore (ad esempio la breccia corallina,
l’occhio di pavone, l’alabastro di Tyatira)
e del Nord Africa (ad es. il marmo greco scritto da Cape de Garde,
in Algeria e alcune tipologie di neri antichi dalla Tunisia). Si è inoltre
collaborato con il Prof. J. Harrell (Università di
Toledo, Ohio) nello studio di alcune pietre originarie dal Deserto Orientale
Egiziano (breccia verde antica, granito bianco e nero, varietà di marmo claudiano). Sono stati pure studiati litotipi
italiani di vasto impiego in età romana e post-antica (ad esempio la pietra di
Aurisina, la pietra d’Istria, l’alabastro di Iano di Montaione, il
granito di Nicotera, il granito sardo, il marmo di Portovenere o portoro),
nonché pietre da costruzione di singole aree archeologiche, tra le quali le calcareniti di Selinunte e di Metaponto (di
quest’ultima località sono state determinate su base
petrografico-geochimica le cave di provenienza della pietra delle Tavole
Palatine).
2. deterioramento,
conservazione e restauro di materiali lapidei e litoidi
Gli studi sul deterioramento di pietre e marmi di monumenti italiani ed
esteri comprendono la determinazione delle morfologie (macro, meso, micro), delle cause e dei meccanismi del degrado
fisico e dell’alterazione chimica. Tra le numerose indagini effettuate
vanno ricordate quelle sulle facciate esterne della Basilica di S. Marco e
della Scuola Grande di S. Marco (SS. Giovanni e Paolo), il Portico di Ottavia
di Roma, il Teatro greco di Eraclea Minoa, il
Castello Maniace di Siracusa, Il Castello di Punta Troia di Marettimo, vari
monumenti pubblici e privati di Noto, la porta Bab Agnaou della medina di Marrakech.
A tali studi si affiancano le ricerche avviate in seno al LABCOMAC
– la sezione scientifica del laboratorio LAMA dedicata alla conservazione
dei materiali da costruzione – principalmente volte alla valutazione
dell’efficacia e della durabilità di prodotti commerciali, di uso
consolidato o di nuova formulazione, impiegati nel settore del restauro per il
consolidamento e/o la protezione delle superfici lapidee. Tra gli studi già
eseguiti e attualmente in corso si citano quelli riguardanti vari monumenti
della città di Venezia oggetto di trattamenti conservativi negli anni ’70
e ’80 del secolo scorso: statua di S. Alvise nell’omonima chiesa;
lunetta del portale della cappella Corner – Chiesa di S. Maria Gloriosa
dei Frari; facciata della Chiesa degli Scalzi;
Portale dell’Arsenale, altare della sacrestia della Chiesa di S. Stae; colonna dei Vereri (isola
di Murano); altare del S. Sepolcro nella chiesa di S. Martino (Castello).
3. ceramiche e laterizi
Sono state condotte indagini minero-petrografiche
e chimiche approfondite su manufatti ceramici e laterizi di varie epoche e
provenienze al fine di una caratterizzazione materiale, di una determinazione
della tecnologia di fabbricazione e dell’individuazione della provenienza
delle materie prime e/o dei siti di produzione. I principali materiali studiati
sono:
- ceramica a “vetrina pesante”
romana e laziale
- anfore nordafricane e spagnole del Monte
Testaccio (Roma)
- tavolette e ceramica del bronzo di Ebla (Tell Mardikh, Siria)
- ceramica del Calcolitico e dell’età del
Bronzo-Ferro di Tell Afis
(Siria)
- ceramica del Mesolitico di Karthoum
(Sudan)
- ceramica autoctona e Micenea importata di
Trebisacce e della piana di Sibari
- ceramica e mattoni bassomedievali e gotici
della Laguna di Venezia
- maioliche rinascimentali dell’antico
ducato dei Montefeltro (Urbino, Casteldurante e Pesaro).
4. materiali vitrei
Dal 2009 il LAMA affronta anche lo studio di materiali vitrei antichi
sia architettonici (vetrate, mosaici, opus sectile)
che archeologici. Le analisi sono condotte con finalità archeometriche,
per lo studio delle tecniche di lavorazione, datazione e provenienza e indagini
preliminari al restauro. Le indagini comprendono principalmente analisi
chimiche quantitative, studio al SEM e microscopia ottica.
I principali materiali studiati nell’ultimo periodo sono stati:
tessere vitree dei mosaici della Basilica della Natività a Betlemme; tessere
vitree da mosaici bizantino-islamici dal sito di Qusayr'
Amra (Giordania), vetri veneziani rinascimentali
decorati a smalto del Louvre e di altri musei europei oltre che da scavi
archeologici; tessere vitree (opus sectile) romane
del II secolo d.C. prodotte a imitazione di materiali lapidei provenienti dalla
Collezione Gorga (Roma); resti di un forno da vetro altomedievale rinvenuto
all’interno dell’arena di Verona; rami rinascimentali smaltati.
5. pittura murale e di
cavalletto
Sono state esaminate sistematicamente importanti opere di Jacopo
Tintoretto e Tiziano Vecellio e dipinti murali
etruschi e magno-greci dell’Italia meridionale datati dal V al III secolo
a.C. L’esame è consistito in uno studio dettagliato della tecnica
pittorica e nella identificazione dei pigmenti costituenti la tavolozza. Nel
caso dei dipinti murali è stato anche caratterizzato il supporto di ciascuna
opera. Più recentemente, nell’ambito di un progetto finanziato dal
Consorzio CORILA, è stata condotta una ricerca di vasto respiro sugli intonaci
storici esterni di Venezia (intonaci a regalzier e
marmorini). Attualmente è in corso lo studio archeometrico
di campioni di pittura parietale pompeiana finalizzato alla individuazione di
elementi mineralogico-petrografici e tecnologici utili a differenziare su base
oggettiva i quattro stili pittorici che la contraddistinguono
ClusterLab Ricerca
Materiali, tecniche edificatorie, strutture del costruito antico
Coordinatore: prof. Mario Piana
collaborazioni
scientifiche
Dipartimento di scienze della terra dell’università “La
Sapienza” di Roma
Dipartimento di scienze della terra dell’università di Modena
Dipartimento di geoscienze dell’università
degli studi di Padova
Stazione sperimentale del vetro di Murano
scuola archeologica italiana di Atene
Dipartimento di Scienze Pure e Applicate dell’università degli
studi di Urbino
Soprintendenza per i beni archeologici di Padova
Centro internazionale di studi di architettura “Andrea
Palladio” di Vicenza
Soprintendenza ai beni archeologici di Napoli e Caserta
Soprintendenza di Pompei
Soprintendenza ai beni artistici e storici di Siracusa e Agrigento
University of Malta,
Institute for building and construction materials
Bureau des Recherches Géologique et Minières di Orlèans (Francia)
C2RMF - Laboratoire de recherche des musées de
France, Parigi (Francia)
IGME - Institute of Geology and Mineral
Exploration of Greece, Atene (Grecia)
Vidro e ceramica para
artes (VICARTE), Lisbona (Portogallo)
Istituto di Archeologia dell’Università di Varsavia (Polonia)
Istituto Superiore per la conservazione e il restauro Roma (ISCR)
Opificio delle pietre dure (OPD), Firenze
Fondazione Giorgio Cini, Venezia
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti (IVSLA), Venezia
Angelo Orsoni srl,
Venezia
Università della
Calabria
Università di Pisa
Univesità di Cosenza
Univesità di Cagliari
Università di Parma
Università di Lecce