I rami smaltati detti veneziani del Rinascimento italiano.
Geografia artistica, collezionismo, tecnologia
convegno internazionale di studi 16 > 18 ottobre 2014 Fondazione Giorgio Cini Venezia organizzato da Istituto
di Storia dell‘Arte della Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Centre de Recherche et de Restauration des Musées de
France con il contributo di LAMA Laboratorio
di analisi materiali antichi dell’Università Iuav di Venezia la partecipazione è libera |
In collaborazione con il museo del Louvre e il Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France (C2RMF) di Parigi, l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini organizza per il 16, 17 e 18 ottobre un convegno internazionale di studi, invitando storici dell’arte, conservatori, restauratori assieme a esperti nel campo delle analisi scientifiche a interrogarsi sulla produzione dei rami smaltati rinascimentali detti “veneziani”.
I rami smaltati e dorati rappresentano, tra le arti decorative del Rinascimento italiano, una produzione esclusiva e rara (ci sono pervenuti meno di trecento oggetti) quindi raffinatissima, tradizionalmente riferita a Venezia. Il metallo, che da la forma all’oggetto, fa da supporto ad una decorazione riccamente colorata, formata da vetri bianchi, blu, viola o verdi, posti a strati su un fondo di vetro bianco opaco o su una miscela di colore bianco e traslucido. Il tutto è ornato da lumeggiature in rosso e turchese e la doratura assume un ruolo molto importante in questa decorazione.
Ammirati e collezionati nell’Ottocento – periodo in cui si formarono le principali collezioni europee –, questi oggetti, la cui origine risale alla fine del Quattrocento, furono poi dimenticati.
La maggioranza dei pezzi conservati è formata da servizi composti principalmente da coppe a volte con coperchio, piatti, bacili, saliere, brocche e fiasche. Altre tipologie di oggetti includono cofanetti, candelabri e uno specchio mentre alcune paci, ampolline e reliquari attestano anche un uso religioso.
Il convegno interdisciplinare intende approfondire la conoscenza di tali opere di altissima qualità artistica – presenti nei principali musei e collezioni del mondo – sia dal punto di vista delle tecniche di fabbricazione, delle forme e della decorazione che da quello del contesto socio-culturale che le ha generate. Si cercherà di definire un corpus di forme e di decorazioni, di evocare la clientela e i committenti di queste opere, grazie in particolare allo studio dell’araldica e dell’emblematica, e infine di rintracciare il loro arrivo sul mercato dell’arte europeo nell’Ottocento, e poi americano nel Novecento. L’origine veneziana di questa produzione verrà discussa e riconsiderata con il contributo delle recenti ricerche archivistiche, dello studio dei ricettari dei vetrai e dei risultati delle indagini fisico-chimiche realizzate dal C2RMF di Parigi, il LAMA Laboratorio di analisi materiali antichi dell’Università Iuav di Venezia e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Nel corso dei tre giorni di convegno sarà esposto al pubblico lo specchio in rame smaltato restaurato per l’occasione dall’Opificio delle Pietre Dure, appartenente alla raccolta della Galleria di Palazzo Cini, che è la seconda per importanza dopo quella del Louvre.
Il convegno fornirà anche l’occasione per ammirare da vicino la raccolta di rami smaltati esposta nella Galleria di Palazzo Cini che, in occasione del sessantesimo anniversario dell’Istituto di Storia dell’Arte, ha riaperto al pubblico questa primavera.
Con la nuova apertura della Galleria è stata restituita a studiosi e visitatori una casa museo unica a Venezia e in Veneto, che ospita capolavori della pittura rinascimentale toscana e ferrarese insieme a preziosi arredi e oggetti d’arte, riuniti nello storico palazzo a pochi passi dall’Accademia che fu la residenza veneziana di Vittorio Cini, imprenditore, industriale e uomo politico nonché notevolissimo collezionista e creatore della Fondazione insediata sull’isola di San Giorgio Maggiore. Il museo nasce dalla generosità di una delle figlie, la principessa Yana Cini Alliata di Montereale, che nel 1981 donò alla Fondazione Giorgio Cini una parte delle immense raccolte del padre e una porzione del suo palazzo, garantendo in tal modo il rapporto inscindibile tra la collezione e la casa. Alla donazione di Yana Cini – costituta da dipinti toscani dal XIII al XVI secolo, con capolavori di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, Botticelli, Beato Angelico, Piero di Cosimo – si aggiunse dal 1989, per gentile concessione degli eredi Cini Guglielmi di Vulci, la straordinaria raccolta di dipinti ferraresi del Rinascimento, con i capolavori di Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Dosso Dossi.
informazioni
Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini onlus
Isola di San Giorgio Maggiore
30124, Venezia
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