L’allestimento e il confronto con
lo spazio espositivo occupano un ruolo centrale nella prolifica carriera di Costantino Dardi.
Nei vari contesti espositivi con i quali
si confronta, Dardi opera con uno spirito fortemente critico nel rapporto con
lo spazio: non si limita ad un piano espressivo o rappresentativo, ma assume un
atteggiamento analitico nei riguardi dello spazio. Questo atteggiamento di
sfida con i luoghi produce ogni volta operazioni nuove e originali: in quanto
risultati di analisi critica e creativa dello spazio, i suoi progetti si
propongono come delle vere e proprie installazioni spaziali. Il progetto trova
una sintesi nel rapporto tra allestimento e contesto espositivo, sia esso un museo, un sito archeologico, un
luogo urbano o un paesaggio.
Una sensibilità particolare, quella di
Dardi, che deriva da un’attenta e aggiornata cultura visiva, che si
inserisce con toni originali nell’ambito della riflessione coeva.
Perfettamente collocato nell’ambiente italiano degli anni ’60 e '70,
Dardi emerge tuttavia come un suo esponente anomalo, soprattutto per la sua
approfondita e articolata conoscenza del mondo artistico italiano e
internazionale. Sono proprio le ricerche artistiche coeve ad influenzare
fortemente la sua sensibilità analitica e il suo progetto.
La mostra è divisa in cinque sezioni
tematiche, che restituiscono alcuni dei fondamentali capitoli della ricerca di
Dardi sul tema: i progetti museali, le grandi scenografie urbane, gli
allestimenti nei siti archeologici, gli allestimenti nei musei, l’attività
presso la Biennale di Venezia (1978-82).