È online la mostra Iuav
Design Open Lab tra gli altri, progetti per Venezia e la laguna: 16 prodotti/servizi, soluzioni sostenibili nature-based e 13 idee per un rifugio urbano indipendente per
Venezia |
24 febbraio 2022
COMUNICATO STAMPA
È visitabile online Iuav Design Open Lab, la mostra
dei laboratori di design dell’Università Iuav
di Venezia.
I progetti, esito della didattica del primo semestre, rivelano una forte
capacità di accogliere le sfide contemporanee e di relazionarsi con i
cambiamenti delle discipline del progetto per rispondere alla crescita di
complessità del nostro mondo.
A partire da quello più vicino: Venezia e il territorio lagunare.
La laguna di Venezia è al centro del percorso “Alter-Azioni |
estremo / presente della laguna tra biologico e artefatto” che unisce
due laboratori di Design Iuav nell’esplorazione
di un ecosistema apparentemente immutabile, ma estremamente fragile. Gli
studenti della laurea triennale in Design del prodotto, della comunicazione
visiva e degli interni, coordinati dai docenti Raffaella Fagnoni e Pietro Costa, hanno condotto una lunga fase di
ricerca sul campo e di confronto con gli stakeholder locali. Ne sono emersi 16
prodotti/servizi, soluzioni sostenibili nature-based,
per immaginare e costruire futuri possibili indagando altri modi (alter_azioni: azioni altre) di vivere, di prendersi
cura, di muoversi, di sentire l’appartenenza, di preservare.
Soluzioni inedite, nate da una indagine diretta degli studenti sul
territorio e con gli abitanti con i quali sono state condivise le
difficoltà e le opportunità delle diverse situazioni.
Per esempio: cosa possiamo fare con le alghe della laguna?
Dalla bioplastica a un set di piatti realizzati
con materiali di seconda generazione, il progetto Tressa
ha indagato le potenzialità delle alghe lagunari con un servizio
sistematizzato di raccolta e diffusione di informazioni che ha portato alle
prime sperimentazioni applicative.
Al delicato ambiente delle barene (ridotto di ben due terzi negli
ultimi 100 anni) è dedicato il progetto Pitàro:
si tratta di un vaso-sharing in acido polilattico dove coltivare, con apposite istruzioni e
l’aiuto di una app, piante alofite in casa con
l’obiettivo di poterle piantare in barena. Ma anche con
l’intenzione di coinvolgere le persone che vivono la laguna in
un’azione comunitaria e collaborativa, al servizio dell’ambiente.
Agevolare gli spostamenti degli abitanti di Venezia in modo economicamente ed
ecologicamente sostenibile, aumentare l’accessibilità alle isole e
rinsaldare la comunità lagunare: questi gli obiettivi di ’ndemo. Grazie a un apposito servizio di boat pooling attraversare la laguna potrebbe diventare molto
più semplice.
Milus punta a migliorare la sicurezza
della navigazione in laguna veneziana: avvalendosi di un sistema di illuminazione,
abbinato alla tecnologia a onde radio e a una app
dedicata, permette di orientarsi in barca anche di notte o quando c’è
nebbia, evitando il rischio di incidenti.
Integrare il lacunoso sistema farmaceutico nella laguna e garantire
una copertura efficiente in tutto il territorio è l’obiettivo di Medice: il servizio prevede un sistema dialogante
che include un’app per ordinare i farmaci,
droni che li trasportano e hub in cui ritirarli; il
tutto sempre controllabile dai fruitori.
In un ambiente sempre più interessato ai prodotti Km 0, la cassetta Esiero rinnova e vivacizza l’ambiente del mercato
degli agricoltori. Grazie alla sua forma funzionale, il montaggio e
l’esposizione dei prodotti sono massimizzati, dando la possibilità di
creare oasi di ortaggi che favoriscono lo scambio tra clienti e venditori.
Commenta la docente Raffaella Fagnoni:
«Gli ultimi due anni sono stati una sorta di esperimento sociale che ha
accelerato una serie di trasformazioni da cui non possiamo più prescindere. Il
progetto Alter-azioni nasce dunque per stimolare gli studenti di design ad
andare oltre l’utilizzo del progetto applicato a brief di
carattere industriale, spingendoli a sperimentare le proprie competenze
attraverso la ricerca progettuale, il contatto con le persone e i mestieri del
luogo, utilizzando gli strumenti del design dei servizi per prendersi cura
dell’ambiente, delle situazioni più fragili per le economie e le culture
locali.»
Sul fronte del Design degli Interni, il laboratorio coordinato dal
docente Massimo Barbierato con Valentina Carli, in collaborazione con Spazio Punch alla Giudecca, ha
messo al centro del progetto l’idea di un rifugio urbano indipendente
per Venezia, per accogliere le funzioni scomparse o mai esistite in città.
I 13 progetti sviluppati dagli studenti sono stati provati o simulati in
scala reale attraverso la loro costruzione totale o parziale in carta,
filamenti o nastri adesivi, poi sperimentati all’interno dello Spazio
Punch alla Giudecca, che si è prestato alle misurazioni e ai pensieri
progettuali. Un parallelepipedo di cemento di 27 metri di lunghezza, 6 di
larghezza e 7 di altezza utilizzato per la ricerca, l’arte,
l’editoria, il dialogo.
Alcune idee: Campo2, mercato rionale in forma di rifugio;
Communeaty food-sharing
pop-up, un progetto di tavolo in 4 varianti facilmente smontabili e
trasportabili; Acqua Alta H120 un luogo proiettato nel 2100, quando la
marea sarà stabilmente a quota +120cm; Grezzo. Panificio indipendente,
un rifugio dove poter vivere un’esperienza alternativa legata alla
cultura del pane; Zogar, spazio per
giochi di strada multietnici per l’interazione sociale; Rifugio
cinetico, teatro, cinema e spazio espositivo metamorfico per la comunità
artistica di Venezia; Ciacola, circolo di aggregazione sociale per la
comunità di Venezia; Ruga, rifugio espositivo per l’artigianalità.
Commenta Massimo Barbierato, coordinatore
del laboratorio:
«Questo momento storico ha tramutato lo spazio, i suoni e le funzioni della
città aumentando la distanza tra il reale e le esigenze dei suoi abitanti.
Il corso ha affrontato il tema del rifugio urbano, inteso come possibile
luogo di ripartenza fisica e psicologica, tramutandosi in un'esperienza
condivisa dove poter raccontare le proprie paure e disegnare i propri sogni e
le proprie necessità.
I tredici progetti, realizzati in scala reale all'interno dello Spazio
Punch alla Giudecca, rappresentano e visualizzano ciò che gli stessi studenti
vorrebbero trovare passeggiano a Venezia».
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