Riapre lo Spazio
Gino Valle dedicato alle mostre Iuav con “Architettura
brutalista a Berlino” 27 agosto
> 5 settembre 2021 Spazio Gino Valle,
Cotonificio, Dorsoduro 2196 Venezia lunedì > venerdì,
ore 9 > 19 a cura di Ludwig Heimbach con la partecipazione di Christoph Rauhut, Landeskonservator Berlin inaugurazione: venerdì 27 agosto 2021, ore 17.30, Cotonificio, auditorium curators talk: giovedì 23 settembre 2021, ore 17.30 |
19 agosto 2021
COMUNICATO STAMPA
Dopo un anno e mezzo di chiusura, lo spazio Gino
Valle all’ex Cotonificio veneziano torna a ospitare le mostre
dell’Università Iuav di Venezia. Pur nelle restrizioni dovute alle
disposizioni anti-covid, lo spazio espositivo conferma la presenza della Scuola
in un momento di graduale ritorno alla normalità.
Venerdì
27 agosto si inaugura Architettura
brutalista a Berlino, la prima mostra prevista nel calendario delle esposizioni,
dedicata a due edifici rappresentativi dell’architettura tedesca degli
anni 60-70: il “Mäusebunkers” di Gerd e Magdalena Hänska e
l’Institut für Hygiene und Mikrobiologie di Fehling+Gogel,
entrambi esempi di architettura brutalista.
La mostra propone la lettura di questi due edifici
alla luce delle recenti discussioni sulla opportunità o meno di una loro
demolizione, oggetto di un dibattito tuttora in corso in Germania e non solo. In
particolare il Mäusebunker, ex centro di ricerca per la medicina sperimentale,
definito dal Deutsches Architekturmuseum come “l’edificio più
terrificante della storia del dopoguerra”, rischia la demolizione dopo
essere diventato negli anni recenti un grande punto di attrazione per i
turisti, attirati dai monumenti più insoliti di Berlino. Il Mäusebunker ha
inoltre fatto da sfondo ad alcune scene del film Blade Runner 2049 di
Denis Villeneuve, uscito nel 2017.
Anche l’Institut für Hygiene und Mikrobiologie, istituto a cui il
Mäusebunker è collegato via tunnel, costruito nel 1974, rischia di essere
demolito.
Il Brutalismo è una corrente architettonica
che si sviluppa nel secondo dopoguerra nell'ambito della contestazione dei
principi e degli stilemi fino ad allora dominanti nel Movimento Moderno: gli
edifici sono messi a nudo nell'oggettività dei loro materiali; calcestruzzo,
vetro, mattone, acciaio sono assemblati senza mediazioni formali, gli impianti
lasciati a vista. Deve il suo nome al “béton brut” di Le Corbusier,
termine che indica il cemento a vista, o calcestruzzo, che caratterizzava le
unità abitative di Marsiglia progettate dal celebre architetto. «L'architecture
c'est, avec des matières brutes, établir des rapports émouvants»
(“L’architettura è stabilire rapporti emozionali con materiali
grezzi”) scriveva Le Corbusier nel suo trattato di architettura del 1923.
La mostra organizzata dall’Università Iuav di
Venezia propone un approccio diverso al tema, dimostrando il carattere
approssimativo e arbitrario di categorie critiche come il brutalismo, con
l’intento di aggiornare gli strumenti critici con i quali siamo soliti
interpretare la storia architettonica più recente.
Promossa dall’Ordine degli Architetti di
Berlino (BDA), la mostra sarà seguita da un seminario che si terrà il
23 settembre, organizzato da Giacomo Calandra di Roccolino, con la
collaborazione della Scuola di dottorato Iuav.
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Servizio comunicazione Iuav
Cecilia Gualazzini
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