Venezia, 15 giugno 2020
Undici
università italiane si uniscono per lanciare i corridoi universitari e offrire a studenti rifugiati la possibilità di
continuare il loro percorso accademico in Italia |
COMUNICATO STAMPA
Undici università
italiane, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione, l’UNHCR
-l’Agenzia ONU per i Rifugiati, Caritas Italiana, Diaconia Valdese e
Gandhi Charity hanno aderito a un protocollo d’intesa che darà a 20
studenti rifugiati attualmente in Etiopia l’opportunità di proseguire il
loro percorso accademico in Italia attraverso delle borse di studio.
Il progetto, denominato University Corridors for Refugees (UNI-CO-RE), si
avvale della partecipazione delle Università dell’Aquila, Università di
Bologna, Università degli Studi di Cagliari, Università di Firenze, Università
Statale di Milano, Università di Padova, Università degli Studi di Perugia,
Università di Pisa, Università di Sassari, Università Iuav di Venezia e Luiss
Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli.
Si tratta del proseguimento del progetto pilota partito nel 2019 con la
partecipazione di due università e sei studenti.
In base al nuovo protocollo, gli atenei, anche attraverso il fondamentale
sostegno di un'ampia rete di partner locali, assicureranno il supporto
necessario agli studenti per frequentare un programma di laurea magistrale della
durata di due anni e per integrarsi nella vita universitaria.
“Nel mondo ancora troppi rifugiati non hanno accesso
all’istruzione”, ha dichiarato Chiara Cardoletti,
Rappresentante di UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
“A livello di istruzione superiore la situazione è drammatica: solo il 3
per cento riesce ad accedere contro il 37 per cento della media globale. Grazie
all’impegno delle università coinvolte, progetti come UNI-CO-RE non solo
permettono ai rifugiati di arrivare in maniera sicura in Italia per sviluppare
il loro talento, contribuendo alla comunità locale, ma riaccendono la speranza
in milioni di bambini e ragazzi attualmente in esilio a causa di guerre e
persecuzioni”.
Gli studenti saranno selezionati sulla base del merito accademico e della
motivazione, attraverso un bando pubblico e da comitati di esperti individuati
da ciascuna università.
Entro il 2030 l’UNHCR si pone l’obiettivo di raggiungere un
tasso di iscrizione del 15% a programmi di istruzione superiore per i rifugiati
in paesi d’accoglienza e paesi terzi anche attraverso l’ampliamento
di vie di accesso sicure che tengano in considerazione i bisogni
specifici e le legittime aspirazioni dei rifugiati di costruire il loro futuro
in dignità.
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Cecilia Gualazzini
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