Venezia, 13 settembre 2019
La ricerca al servizio della collettività. |
COMUNICATO STAMPA
Un esempio virtuoso di ricerca finanziata al
servizio della collettività, in particolare di una delle fasce più deboli: gli
anziani non autosufficienti.
È l’attività che ha preso vita
nell’ultimo anno in virtù di una ricerca internazionale, di cui
l’Università Iuav di Venezia è capofila, che studia la progettazione di
un prototipo di alloggi provvisori in legno dove possono alloggiare
temporaneamente le persone anziane non autosufficienti, nel caso si verifichi
la necessità di riqualificare le case di riposo: eventualità sempre più
frequente, data l’obsolescenza di strutture, materiali e attrezzature
degli edifici attualmente destinati ad accogliere gli anziani.
Il progetto di ricerca, finanziata
nell’ambito del progetto POR-FSE 2018 della Regione Veneto con 44.000
euro, ha coinvolto per un anno, oltre a Iuav, il Consorzio Legno Veneto,
la ditta Bozza Legnami di Vigonza, in provincia di Padova, la University
of Kent di Canterbury e la rete Green Tech Italy.
L’idea è nata dall’intreccio di
diverse tematiche, tutte estremamente attuali:
l’analisi dello stato medio di conservazione
degli immobili in Italia; il progressivo invecchiamento della
popolazione italiana; il ruolo del legno come materiale funzionale e
versatile; l’attenzione verso i temi dell’intero ciclo di vita
degli edifici (LCA) e della Circular Economy. La “messa a
sistema” di questi temi ha permesso di lavorare per un anno su un
progetto di ricerca dalle forti implicazioni sociali e ambientali.
Il report Istat di maggio 2018 riguardante il
futuro demografico del paese ha infatti evidenziato come nei prossimi decenni
in Italia si verificherà un progressivo invecchiamento della popolazione (si
parla del 33,3% della popolazione over 65 al 2065). Nel 2020 saranno oltre
due milioni le persone con più 85 anni, che diventeranno cinque nel 2065.
Il progetto è nato inoltre dalla constatazione che anche gli edifici esistenti
adibiti a case di riposo, come gran parte del patrimonio edilizio italiano ed
europeo, necessitano di riqualificazione (energetica, antisismica, messa
in sicurezza ...).
In tale scenario deve essere valutata con
grande attenzione la collocazione provvisoria degli ospiti di case di riposo,
considerata la loro “fragilità” come utenti.
La ricerca ha sviluppato il prototipo di
un’unità abitativa provvisoria in legno con avanzate caratteristiche di
comfort e di risparmio energetico, che costituisce la soluzione ottimale
per la tutela delle persone anziane e permette di sperimentare nuovi modelli
dell’abitare e può assumere eventualmente carattere di alloggio
permanente. L’unità abitativa è dotata di un ampio utilizzo di domotica
per il monitoraggio dell’utenza e consente una diminuzione del
personale di sorveglianza, a beneficio di privacy e autonomia.
Il progetto di ricerca, realizzato in
collaborazione con l’ing. Luciano Cardellicchio, docente di tecnologia
alla University of Kent, ha inoltre visto fortemente coinvolto il settore delle
costruzioni in legno, uno dei materiali più attuali in tema di
funzionalità, duttilità e basso impatto ambientale.
L’uso del legno ha garantito la
flessibilità richiesta per la definizione di varie tipologie e di unità
abitative (dimensione, distribuzione interna…) e un alto livello di
reversibilità, con la conseguente possibilità di riutilizzo, nell’ottica
del più basso impatto ambientale possibile rispetto all’LCA e alla
realizzazione del progetto in funzione della Circular Economy.
La ricerca interessa potenzialmente in Veneto quasi
400 strutture residenziali di accoglienza per anziani, di cui 328 atte ad
ospitare anziani non autosufficienti, per un totale di circa 34.000 posti
letto totali destinati a persone anziane in strutture residenziali sociali
o sociosanitarie, dei quali quasi 31.500 accreditati presso il sistema
socio-sanitario regionale.
“Crediamo che la ricerca, soprattutto se finanziata con fondi
pubblici, debba sempre più indirizzarsi verso attività con ricadute positive su
tutta la collettività”, afferma Massimo
Rossetti, docente di Tecnologia dell’Architettura
all’Università Iuav di Venezia e responsabile scientifico del progetto. “L’obiettivo
di questo lavoro è stato proprio questo: mettere in piedi una rete di
professionisti che, ciascuno secondo le proprie competenze, ha permesso di
progettare un prototipo di unità immobiliare innovativo e fortemente orientato
alle necessità di anziani non autosufficienti”.
La ricerca è stata presentata giovedì 12
settembre presso l’Atelier Cazzaro Costruzioni a Trebaseleghe (PD).
Hanno partecipato all’incontro:
Massimo Rossetti (responsabile
scientifico) e Francesca Camerin, vincitrice della borsa di ricerca e
coordinatrice del progetto, Università Iuav di Venezia;
Enzo Bozza, presidente del
Consorzio Legno Veneto e titolare di Bozza Legnami, che ha curato gli aspetti
relativi alle costruzioni in legno;
Francesco Incelli, docente di
tecnologia alla University of Kent, che ha curato la progettazione strutturale
e gli aspetti legati alla Circular Economy;
Enrico Cancino, presidente di Green
Tech Italy, che ha sviluppato lo studio relativo all’LCA;
Paolo Saviane, senatore della
Repubblica.
Università Iuav di Venezia
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Cecilia Gualazzini
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