Venezia, 28 settembre 2018

 

COMUNICATO STAMPA

WELCOME DESIGN 18

I WORKSHOP DI DESIGN DI IUAV E FONDAZIONE DI VENEZIA SI CHIUDONO CON UNA MOSTRA E PROPOSTE PER LA CITTÀ E LE IMPRESE DEL TERRITORIO

 

 

Si sono conclusi oggi, ai Magazzini Ligabue, con la mostra finale che ne espone i risultati i “WELCOME DESIGN 18”, i workshop di design dell’Università Iuav di Venezia e della Fondazione di Venezia, quest’anno incentrati sul tema “mostrare”. Obiettivi dell’esposizione e del percorso di ricerca sono la valorizzazione di alcuni luoghi pubblici di Venezia e l’esplorazione di temi di interesse condivisi con le aziende del territorio.  


All’apertura della mostra erano presenti Alberto Ferlenga - Rettore Iuav, Giampietro Brunello - Presidente Fondazione di Venezia, Valerio Zingarelli - Amministratore Delegato Polymnia Venezia.
I workshop, curati da Alberto Bassi e Fiorella Bulegato con Luca Casarotto, sono stati organizzati dall’Università Iuav di Venezia/Corso di laurea in Disegno industriale e multimedia con la collaborazione della Fondazione di Venezia, attraverso il marchio VEDE Venice Development, e delle aziende DANI, Deiron, De Rigo, Moroso, STL, Twils.

 

Duecento gli studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale che, guidati da designer e tutor, sono stati impegnati per una settimana in nove laboratori intensivi, nati dal confronto con il territorio e il tessuto imprenditoriale, e due dei quali sperimentali, dedicati al polo museale M9 e al quartiere veneziano di Santa Marta.

Il primo dal titolo M9. Il futuro del Novecento ha condotto i ragazzi, insieme al docente Stefano Munarin, all’M9 con l’obiettivo di riflettere e lavorare sulle possibili sinergie tra il polo museale e il contesto nel quale sorge e le possibili relazioni con la città.

Il secondo, Occupy Santa Marta”, ha visto i ragazzi, con la guida di Lorenzo Fabian, esplorare il quartiere di Santa Marta, studiarlo dal punto di vista dell’assetto spaziale e approfondirne l’aspetto sociale e culturale attraverso le parole dei cittadini. Gli studenti hanno, infatti, raccolto materiali fotografici, video e di archivio e il laboratorio è diventato un progetto-cassa di risonanza (con l’apertura di un blog e un canale Youtube dedicati) per chi resiste nel quartiere nonostante i cambiamenti in atto a Venezia.

 

Gli altri workshop si sono focalizzati su temi nati dal confronto diretto con le imprese, sia nell’ambito del prodotto che della comunicazione visiva.

Nel laboratorio “Visual branding”, con Cristian Malisan, i ragazzi si sono concentrati sulla comunicazione delle specificità di TWILS traducendole in altrettanti concetti e immaginando strumenti grafici per rafforzare la percezione del brand.

In “Comunicare la pelle”, gli studenti hanno lavorato insieme a Donatello D’Angelo sulla sostenibilità sociale, la riconoscibilità del prodotto di DANI, le qualità naturali della materia e le sue relazioni con l’arredo di design, sperimentando varie tecniche che hanno condotto a progetti di grafica multisoggetto.

Durante il laboratorio “Raccontare le icone dell’impresa gli studenti di Francesco Mantovani hanno analizzato i prodotti più importanti di MOROSO, elaborandone le peculiarità in motion poster rappresentati con affissione digitale.

Nell’ambito del product design, il laboratorio di Giampaolo Allocco con DE RIGO ha offerto l’opportunità di conoscere il settore dell’occhialeria e ragionare per capire come un oggetto sostenibile possa comunicare questo valore all’utente finale.

Nel workshop “Ex-Porre”, Gabriele Toneguzzi ha invece guidato gli studenti sul concetto del tirar fuori e ricercare le modalità innovative per mettere in mostra materiali di diversa natura e tipologia insieme a DEIRON.

La valorizzazione del verde collettivo attraverso l’arredo urbano è stato al centro di “ElementaRes”. Il laboratorio guidato da Alessandro Masturzo ha messo a fuoco soluzioni funzionali e producibili con le tecnologie aziendali di STL. 

Il gruppo “Open Care” ha poi ripensato insieme a Omri Revesz il sistema farmaceutico attuale per creare una piattaforma alternativa basata sul modello peer-to-peer e ridefinire i rituali del rapporto uomo-salute.

 

 

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