Venezia, 30 maggio 2018
COMUNICATO STAMPA MARGHERA CITY OF MAKING PREMIATI
I QUATTRO PROGETTI VINCITORI DEL CONCORSO PER GLI SPAZI DEL LAVORO TRA MESTRE
E
MARGHERA I video dei progetti
premiati esposti al Padiglione Venezia alla Biennale di Architettura |
La prima zona industriale di Marghera
trasformata in Fabbrica della Biennale; la bonifica dei suoli inquinati di
Marghera come leva per attivare nuove produzioni manifatturiere ad alto
contenuto digitale basate sui bioprodotti; le aree abbandonate a ridosso della
Stazione ferroviaria di Mestre convertite in spazi collettivi con attrezzature
condivise per la produzione e la ricreazione, l’istruzione e
l’abitare; il recupero e la messa in comune degli spazi produttivi sia
pubblici che privati: sono queste le visioni di un possibile futuro degli
spazi industriali fra Mestre e Marghera disegnate dai quattro progetti
vincitori del concorso “Marghera City of Making”, premiati
al termine della cerimonia di apertura del padiglione Venezia alla XVI Biennale
di Architettura di Venezia.
Il concorso chiedeva di riprogettare gli spazi
del lavoro nel territorio di mezzo tra Mestre e Porto Marghera rispondendo a
tre domande: quali sono le forme che il lavoro è destinato ad assumere?
quali i rapporti con lo spazio e i luoghi? quali le relazioni con e tra i
lavoratori?
Ciascun progetto doveva essere raccontato
attraverso un video di 5 minuti, che oggi è possibile vedere nel padiglione
Venezia.
Al concorso, organizzato dall’Università
Iuav di Venezia con l’Università di Udine e lanciato lo scorso febbraio
nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario di Porto Marghera, sono
state invitate a partecipare alcune tra le più prestigiose scuole di
architettura d’Europa e del mondo: Escola Tècnica Superior
d'Arquitectura de Barcelona, Katholieke Universiteit Leuven, Oslo School of
Architecture and Design, Parsons The New school New York, Technische
Universiteit Delft, Universidad Católica de Chile, Universidade de São Paulo
Brasil, Université libre de Bruxelles.
I quattro progetti vincitori sono stati
selezionali da una giuria internazionale composta da Paola
Viganò (EPFL-Iuav), Marco Bertozzi (Iuav), Luca Battistella
(Comune di Venezia), Nans Veron (Columbia University N.Y.), Thomas
Chung (Chinese University Hong Kong), Juan Manuel Palerm Salazar
(Università Las Palmas de Gran Canaria), Piotr Barbarevich (Università
di Udine), Marco Ferrari (Iuav), Maria Chiara Tosi (Iuav).
Durante la giornata di inaugurazione del
padiglione Venezia i video dei progetti premiati sono stati illustrati alla
presenza del Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, del
Sindaco Luigi Brugnaro e dell’Assessore allo Sviluppo Economico
della Regione Veneto Roberto Marcato, i quali hanno dimostrato interesse
nei confronti dell’apertura e dell’articolazione delle proposte
presentate.
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I PROGETTI VINCITORI
– LA FABBRICA DELLA BIENNALE
(AHO Oslo), propone di trasformare la prima zona industriale di Marghera in un distretto
culturale, produttivo e manifatturiero attivato dalla Biennale.
Quest’ultima, con i suoi investimenti in servizi e produzioni concentra
in laguna un’ecologia complessa che coinvolge un numero crescente di
persone (curatori, artisti, artigiani, educatori, ricercatori, visitatori) e di
attrezzature, mobilitando il migliore artigianato e tecnologie disperse sul
territorio, una fabbrica decentrata “invisibile”.
L’ipotesi del progetto è di concentrare
tutte queste attività nella prima zona industriale
di Marghera, lasciando a Venezia la parte
espositiva della Biennale.
– INFRASTRUCTURAL ECOLOGIES (TU
Delft), mette al centro la bonifica e la fitodepurazione dei suoli inquinati di
Marghera come leva per attivare nuove produzioni manufatturiere basate sui
bio-prodotti. Un sistema circolare che attraverso la piantumazione di
specifiche piante (senape indiana, pioppo bianco e girasoli) su estese
superfici e la biomassa raccolta e opportunamente trattata, fornisce materiali
grezzi quali bio-plastiche, ceneri, vetro e fibre che possono alimentare nuove
produzioni manifatturiere ad alto contenuto digitale. I cicli produttivi
proposti seguono un modello semplice di stadi interconnessi: raccolta/input dei
materiali - trattamento - manifattura – distribuzione degli output e
ritorno alla raccolta. Il progetto segnala il passaggio a una nuova era, ad
un'ecologia infrastrutturale del futuro.
– ECOLOGIES OF SHARING (KU Leuven),
attraverso il riuso degli spazi abbandonati, scarsamente o parzialmente
utilizzati propone una nuova geografia di spazi collettivi, attrezzature
condivise per la manifattura, la produzione, l’istruzione e
l’abitare. L’ambito indagato è l’area a ridosso della
stazione ferroviaria di Mestre, dove gli edifici vuoti diventano centri di
comunità, fulcri per l’apprendimento condiviso, laboratori
manifatturieri collettivi, spazi dove disporre di attrezzature comuni. Le
residenze sottoutilizzate e gli edifici turistici stagionali vengono convertiti
in centri di co-living per le diverse esigenze temporali di soggiorno. I
parcheggi ospitano una molteplicità di eventi, così come la stazione e le
fermate dell’autobus si trasformano in spazi sociali condivisi in cui
produzione e ricreazione convivono.
– INTERSTICES (ULB Bruxelles),
propone di considerare tre dimensioni della produzione, consecutive e
interpenetrabli. La produzione domestica che avviene nello spazio
privato e viene reso pubblico. In questo senso, garage, giardini, cucine e
uffici vengono considerati luoghi di grande intensità produttiva, ma che oggi
rimangono confinati e hanno poche possibilità di essere resi visibili. I
servizi legati alla trasformazione della materia prima, che possono essere
condivisi e messi al servizio di una produzione eterogenea e frammentata. Il recupero
di materiali industriali e l'instaurazione di servizi produttivi comuni
consentiranno di considerare il territorio come una realtà attiva che può
estendere la sua area di influenza oltre i propri limiti fisici. Infine, la
creazione di un mercato in grado di rendere pubbliche queste produzioni
costituisce un'opportunità per definire una rete isotropa di persone, prodotti
e territori.
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INFO
Università Iuav di Venezia
Servizio comunicazione
Cecilia Gualazzini
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