Venezia, 25 agosto 2017

 

COMUNICATO STAMPA

Studenti Iuav e MIT insieme per studiare il Mose:

due settimane di workshop intensivo a Pellestrina

 

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Osservare il Mose e studiare le sfide ingegneristiche e il cambiamento climatico che implica il progetto: questo l'obiettivo del workshop intensivo che ha impegnato per due settimane a Pellestrina dieci studenti del Massachusetts Institute of Technology (MIT), guidati dai docenti Paola Malanotte Rizzoli e Andrew Whittle (MIT) e sette dell'Università Iuav di Venezia, guidati dalla docente Laura Fregolent (Iuav).

 

La tecnologia del MOSE è stata comparata con circa 15 grandi barriere mobili in tutto il mondo. Gli studenti del MIT hanno cercato di capire se e quanto la "lezione del Mose" potrebbe essere utile anche negli Stati Uniti, considerando che Boston sta valutando l'opportunità di costruire una barriera di quattro miglia per ridurre il rischio di inondazioni e contenere l’effetto dei cambiamenti climatici.

 

Gli studenti hanno lavorato in gruppi multiculturali e multidisciplinari, passando attraverso il lavoro sul campo e la raccolta di dati. Un gruppo ha formato un think tank per sviluppare strategie di ripopolamento, formulando piani per rinnovare gli spazi urbani con le tecnologie contemporanee. Un gruppo ha prodotto un'analisi statica e spaziale del rischio di alluvione nella laguna veneziana e ha analizzato i dati storici per creare proiezioni per gli anni 2050 e 2100. Un terzo gruppo ha costruito ampie mappe e condotto interviste per analizzare a fondo il contesto ed esplorare l'impatto e la percezione del progetto MOSE tra gli abitanti di Pellestrina.

 

Dei 10 studenti del MIT che hanno partecipato al workshop, otto hanno deciso di continuare la loro ricerca per un ulteriore periodo di due mesi. Alloggiati da Iuav e dal Consorzio Venezia Nuova, hanno continuato a lavorare su modelli statistici meteorologici, problemi urbani e prototipazione di un impianto elettrico per controllare i portali MOSE.

 

Un’esperienza senza precedenti per gli studenti del MIT, che grazie ai loro stretti contatti con esperti italiani e locali e con docenti e studenti Iuav, hanno avuto l’opportunità non solo di conoscere Venezia come un unico, grande laboratorio, ma anche di apprezzare il carattere fortemente applicativo della loro ricerca.

 

“È la cosa più pratica che abbiamo mai affrontato", ha commentato Malik Coville, ingegnere del gruppo MIT. "Stiamo applicando quello che impariamo per salvare una città."

"È stato un successo oltre le aspettative: un prototipo esemplare di come una classe multidisciplinare dovrebbe funzionare”, ha dichiarato Paola Malanotte Rizzoli in accordo con Andrew Whittle, con i partner Iuav e con il co-direttore del Programma MIT-Italia Serenella Sferza.

“È stata un’esperienza molto positiva per i nostri studenti, soprattutto grazie al carattere fortemente multidisciplinare del workshop – ha commentato Laura Fregolent, coordinatrice Iuav. – I nostri pianificatori e architetti si sono confrontati con ingegneri, matematici, fisici provenienti da una delle istituzioni formative più prestigiose al mondo. È un’esperienza che contiamo di replicare il prossimo anno.”

 

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