Venezia, 28 aprile 2017

 

DAL TORNADO ALLA RICOSTRUZIONE DEL PAESAGGIO.

PRESENTATO IL PROGETTO PER LA RIVIERA DEL BRENTA

Venerdì 28 aprile, ore 11.00

Università Iuav di Venezia

Cotonificio Veneziano, Dorsoduro 2196 Venezia

 

Hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione del progetto:

Carlo Magnani, Direttore Dipartimento di Culture del progetto Iuav

Anna Buzzacchi, presidente Ordine degli Architetti di Venezia

Andrea Alberti, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Ve-Bl-Pd-Tv

Giuseppe Rallo, Direttore Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Ve-Bl-Pd-Tv

Margherita Vanore e Tessa Matteini, docenti DCP del gruppo di progetto

 

 

Sono passati quasi due anni dalla tromba d’aria che l’8 luglio 2015 ha provocato danni estesi dai margini della Laguna di Venezia con epicentro la Riviera del Brenta.

Il tornado ha devastato abitazioni e immobili storici, provocato una vittima e cambiato definitivamente i contorni del paesaggio.

Sull’onda emotiva del fortunale, il Dipartimento Culture del Progetto di Iuav, l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Venezia, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, hanno iniziato uno studio del territorio per giungere, dopo un anno di analisi, a un Masterplan presentato questa mattina alla stampa, nella sede del Dipartimento presso il Cotonificio Veneziano, a Venezia.

 

Si tratta di una proposta di ricomposizione e riqualificazione paesaggistica che guarda al territorio più vasto della Riviera del Brenta. La porzione di territorio presa in esame costituisce, infatti, la parte centrale di un sistema unitario molto più esteso, che comprende tutta la Riviera del Brenta. Parte dal tratto del canale Piovego dove incrocia il fiume Brenta e prosegue come Naviglio Brenta per circa 25 chilometri, attraversando in sequenza i territori dei Comuni di Stra, Fiesso D’Artico, Dolo, Mira, Oriago e Venezia, fino a sfociare in Laguna in località Fusina.

 

«Dopo l’evento catastrofico – spiega il direttore del DCP Carlo Magnani –, preso atto che nessuno si occupava degli aspetti paesaggistici e che stava subentrando la rassegnazione, abbiamo pensato di intervenire». Il risultato è un progetto ‘sui generis’ che ha come committente il territorio stesso. «Si parla molto di heritage e paesaggio – aggiunge Magnani – ma molto spesso sono parole che rimangono dentro le aule accademiche. Il paesaggio è per se stesso un patrimonio che appartiene a tutti, che produce benessere alla popolazione da più punti di vista, non ultimo quello socio economico».

 

È nato così uno studio che ha coinvolto Università, Ordine degli Architetti e non ultima la Soprintendenza e che mira a diventare un metodo di lavoro condiviso, «un progetto di area vasta che supera il concetto di vincolo e di confini amministrativi» come ha sottolineato il Soprintendente Andrea Alberti. Un dettaglio non trascurabile, a cui si aggiunge l’intenzione di passare dalla tutela passiva a quella attiva.

Il fortunale diventa così l’occasione non solo per ristabilire quanto è stato devastato dagli eventi atmosferici, ma per costruire un sistema paesaggistico che recuperi un dialogo tra acqua, ville e campi. In chiave moderna, però. Ecco allora la proposta di una pista ciclopedonale che collega Dolo a Mira, ombreggiata da alberi e punteggiata da siepi, parcheggi opportunamente mascherati alla vista, ponti ciclopedonali, la valorizzazione di corsi d’acqua attigui al Naviglio che compongono un sistema fragile e complesso.

 

«Nel Novecento c’è stata una scarsa attenzione al paesaggio da parte degli architetti – ha dichiarato Anna Buzzacchi, presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Venezia –, tuttavia la Riviera del Brenta ha saputo mantenere la propria identità anche nella trasformazione. Ora si tratta di lavorare per recuperare la qualità di vita di un territorio che ha subito una devastazione».

 

Utilizzando la cartografia storica, lo studio ha permesso di evidenziare le trame del passato che permettono di aumentare la qualità paesaggistica, attraverso il potenziamento delle connessioni vegetali. L’obiettivo, infatti, è di incrementare la fruibilità e l’uso pubblico dei luoghi del Naviglio Brenta, oltre che un’adeguata percorribilità lenta lungo i corsi d’acqua. Per questo si è messa in atto una puntuale disamina dei principali canali paralleli al Naviglio, quali la Seriola, il Serraglio, il Tergolino e il Pionca.

 

Il masterplan è già stato presentato alle amministrazioni che si affacciano sul Brenta e si attende ora l’inizio della discussione, in vista di bandi di gara che possano trasportare i progetti dalla carta alla realtà.

 

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