Venezia,
3 maggio 2016
COMUNICATO
STAMPA
|
X-Team
UN CORRIDOIO
EDUCATIVO E CULTURALE
per la protezione e
la sicurezza del patrimonio storico e artistico
X-Team: una iniziativa per la sicurezza del patrimonio
culturale
Politecnico di
Torino, Università Ca’ Foscari Venezia, Università Iuav di Venezia, SiTI
e CORILA sono i promotori dell’iniziativa X-Team, espressione
derivante dall’acronimo inglese “International Centre for Cultural Heritage Security”
- ICHS.
L’obiettivo di X-Team
è la formazione di esperti nei campi della sicurezza del patrimonio culturale
rispetto ad attacchi antropici ed eventi naturali e del contrasto al traffico
illegale di opere d’arte.
I destinatari della
formazione saranno scelti fra gli studenti e ricercatori dei Paesi in conflitto
e fra i funzionari dei sistemi culturali. Particolare attenzione sarà posta al
coinvolgimento di profughi o sfollati, inclusi gli ospiti dei campi a ridosso
delle frontiere con i Paesi in crisi (es. Libano e Giordania).
Verrà organizzato un corso residenziale della durata di otto
mesi, finalizzato a creare squadre di esperti multidisciplinari che al
termine della formazione opereranno nei propri Paesi contribuendo alla
costruzione di speranza per la rinascita delle comunità locali.
X-Team promuoverà
anche la creazione di imprese locali ad alta specializzazione: il modello
organizzativo prevede la creazione di una unità di coordinamento in Italia e la
costituzione di “Centri Satellite”
extra-europei. I Centri Satellite, aperti alla partecipazione di partner
locali, assicureranno il trasferimento del know-how
e la capacità operativa in loco, abilitando filiere di servizi innovativi per
la sicurezza, la tutela, la conservazione e la gestione del patrimonio
culturale, con ricadute in termini di posti di lavoro qualificati.
Crimini contro il patrimonio culturale, crimini contro
l’umanità
In Medio Oriente si
sta consumando un “genocidio culturale” finalizzato a distruggere
le opere d’arte in quanto simboli delle civiltà che nei secoli si sono
succedute in quei territori e a compromettere la pacifica convivenza fra fedi e
popoli diversi. Alla distruzione sistematica dei monumenti si associa anche la
crescita del mercato illegale dei reperti
che può essere fonte di finanziamento dei fanatici del terrore.
Il forzato esodo da
quei territori di alcune etnie o gruppi religiosi mina la stabilità dei Paesi
limitrofi, crea ondate di profughi e distrugge la speranza di futuro.
All’interno di questa tragedia umana e sociale, desta particolare preoccupazione
la perdita di capitale umano, prezioso
per le competenze che esprime, e l’interruzione del ciclo formativo di
un’intera generazione.
L’esigenza di agire in fretta
La gravità della
situazione richiede rapide misure operative per rispondere alle minacce
incombenti sul patrimonio culturale e costruire una capacità sistemica di
protezione internazionale.
La distruzione
volontaria delle opere d’arte è peraltro una sfida culturale, e la
risposta deve essere orientata in primis a
creare un adeguato livello di consapevolezza. Accanto a misure di sicurezza
preventiva e ad azioni mirate, serve sostenere la formazione di un numero
importante di esperti locali, costituendo nuclei specializzati nella sicurezza
del patrimonio culturale in grado di operare con efficacia sul campo.
Tale approccio è
capace di attivare processi di sviluppo, finalizzati a creare posti di lavoro
qualificati, ridando alle persone in fuga la prospettiva di un “ritorno
a casa con dignità”.
Tra i profughi, sono
presenti anche dirigenti e funzionari dei sistemi museali, archeologi,
conservatori, guide turistiche, ingegneri e architetti: queste persone
rappresentano un “giacimento di competenze” che può attivamente
contribuire alla ricostruzione dei Paesi devastati.
Il prof. Marco Gilli, Rettore del Politecnico di Torino, spiega come
questa iniziativa arricchirà ulteriormente le iniziative proposte
dall’Ateneo per supportare gli studenti rifugiati e richiedenti asilo;
l’Ateneo ha infatti già attivato il progetto RE-HOME 4 STUDENTS, un programma
per aiutare i giovani rifugiati con l’iscrizione gratuita al corso di
studi, l’assistenza nella ricerca di alloggio e un supporto burocratico
con le autorità competenti, e per favorire l’accesso agli studenti
richiedenti asilo, che hanno a disposizione l’accesso gratuito a lezioni
in streaming, corsi di lingua italiana e simulazioni di test di ammissione.
Questo nuovo progetto permette al Politecnico di dare un contributo anche
attraverso quelli che sono proprio i saperi caratteristici di un’università
tecnica come il Politecnico: la tradizione e il riconoscimento internazionale
della Scuola di Architettura, testimoniata anche dalla partecipazione alla
cattedra UNESCO assegnata a SiTI e Politecnico si coniuga con le discipline più
strettamente tecnologiche, in particolare nel campo delle nuove tecnologie
applicate ai beni culturali, ambito nel quale il Politecnico conduce ricerche
di avanguardia, come dimostra anche il recente accordo con il gruppo
scientifico della Polizia Municipale della Città di Torino per la sicurezza
urbana e in particolare per la tutela delle opere d’arte e dei beni
culturali. La particolarità di questo progetto è poi la possibilità di favorire
il ritorno in patria dei rifugiati, anche attraverso il supporto ad attività imprenditoriali
qualificate; in questo senso potrà essere valorizzata l’esperienza
dell’incubatore di imprese del Politecnico I3P.
Il prof. Michele Bugliesi, Rettore di Ca’ Foscari, sottolinea
l’alto valore culturale, scientifico ed umanitario dell’iniziativa,
che vede coinvolto il suo Ateneo in ragione di una molteplicità di fattori.
Innanzitutto la spiccata vocazione all’internazionalizzazione che si
traduce in una sua centralità nel quadro dei rapporti interculturali. Inoltre,
da quattro anni accademici l’Ateneo rivolge la sua attenzione ai
rifugiati e anche per quest’anno ha messo a disposizione 10 borse di
studio per studenti siriani meritevoli con la status di rifugiati o di persona
bisognosa di protezione internazionale per l'iscrizione a corsi di Laurea Magistrale.
Ca’ Foscari svolge un ruolo guida nel campo della conoscenza e della
conservazione del patrimonio culturale, in cui può annoverare una scuola di
formazione ampiamente consolidata e un livello di ricerca di elevato profilo,
all’avanguardia a livello nazionale. Queste competenze, che bene si
integrano e si completano con quelle degli altri Atenei, consentono anche a
Ca’ Foscari di supportare un’iniziativa che opera sul versante
della formazione in ambito culturale, un settore sempre più strategico se si
vuole arrivare alla ricostruzione di quei valori condivisi, che costituiscono
il tratto comune ed identitario dei popoli del Mediterraneo e del Medio
Oriente. Valori ed identità che i recenti plurimi conflitti hanno fortemente
incrinato e che solo una forte e consapevole azione in questa direzione può
consentire di recuperare e ripristinare.
Secondo il prof. Alberto Ferlenga, Rettore di Iuav, “la lunga tradizione
dell'Università Iuav di Venezia nel campo della valorizzazione del patrimonio
storico ambientale ci permette oggi, in questa nuova iniziativa formativa, di
mettere a disposizione una esperienza che rende possibile affrontare da diversi
punti di vista il tema della ricostruzione di patrimoni culturali
identitari. Già direttamente coinvolto in passato nella ricostruzione di
territori distrutti come il Vajont o il Friuli, o insieme a Corila,
nell’indagine di aree interne particolarmente delicate, come la laguna
veneziana, Iuav ha avuto modo di affrontare i temi posti oggi dai paesi in guerra
o variamente danneggiati da catastrofi, attraverso il lavoro di ricerca di
docenti e studenti sulla ricostruzione italiana e sui principali teatri in
crisi del mondo e, più specificatamente, attraverso il recente convegno sulla
ricostruzione della Siria. L’appuntamento di oggi moltiplica le
possibilità di trarre utilità dalle esperienze universitarie e di mettere in
gioco la cultura italiana su questi temi".
Il prof. Romano Borchiellini, Presidente di SiTI, ha dichiarato che
l’apprezzamento per questa iniziativa, dimostrato anche durante la
presentazione al Parlamento Europeo, rappresenta sia la conferma della
necessità di dare in tempi brevi una risposta alla distruzione dei simboli
delle identità storiche e religiose di intere etnie, sia una conferma del ruolo
strategico di strutture come SITI (ente strumentale della Compagnia di San
Paolo) che grazie ad una profonda conoscenza del territorio e ad un approccio
multidisciplinare ai problemi riescono a individuare scenari innovativi in
sinergia con le istituzioni universitarie e territoriali.
Attraverso CORILA, secondo il suo Presidente dott.
Fabio Trincardi, “viene messa
a disposizione un’esperienza peculiare di gestione delle complessità e di
integrazione dei saperi, che in Venezia trova non solo una icona di enorme
impatto, ma anche un reale laboratorio moderno per la conservazione del
patrimonio culturale e naturale. Venezia è da sempre ponte tra Occidente ed
Oriente e mantiene una traccia indelebile dell’integrazione virtuosa
delle due culture: la sua salvaguardia è sostenuta da una rilevante produzione
tecnico-scientifica, il cui coordinamento interdisciplinare rappresenta insieme
una conquista ed una frontiera del sapere moderno.”
www.ichsteam.eu