Venezia, 11 marzo 2014

 

 

Uno studio, fresco di stampa, del Dipartimento Culture del Progetto di Iuav (Venezia) svela i legami profondi tra Prima Guerra mondiale e il territorio di oggi. Propone nuovi percorsi turistici per riscoprire i teatri di guerra come luoghi che hanno creato il paesaggio odierno e costruito la memoria storica, per un nuovo sviluppo economico e sostenibile di zone che sono state dimenticate.

Nel 2015 lo studio diventerà una grande mostra alla Triennale di Milano

 


Una ragnatela, invisibile a un occhio profano, su cui si è posata la “città diffusa del Veneto che conosciamo oggi: è la trama creata dalle infrastrutture costruite per la Grande Guerra. Strade, ponti, ferrovie che servivano a rifornire di armi e vettovaglie il fronte, a spostare le truppe, a sbarrare la strada al nemico hanno disegnato il paesaggio urbano dei giorni nostri. A svelare questa trama, è uno studio dell’Unità di ricerca di «Architettura, Archeologia, Paesaggi» dell’Università Iuav di Venezia, guidato dalla professoressa Fernanda De Maio e confluito nel quaderno «Strategie della memoria. Architettura e paesaggi di guerra», appena pubblicato (e scaricabile gratuitamente in versione digitale sul sito www.iuav.it alla pagina http://docu.iuav.it/) e in vendita presso Aracne Editrice.

Un lavoro di anni che nel 2015 diventerà parte di una mostra alla Triennale di Milano, assieme agli studi compiuti parallelamente dal Politecnico del capoluogo lombardo.

 

«La guerra modifica in modo a volte irreversibile alcuni paesaggi – scrive De Maio nella prefazione al libro - diventando un’incredibile anche se lugubre occasione di infrastrutturazione del territorio. Non solo, i campi di battaglia sono diventati luoghi di memoria punteggiati da sacrari, cimiteri e monumenti incrementando la lista dei beni da salvaguardare».

 

Il Piave, il Carso, l’Altopiano d’Asiago sono alcuni dei territori presi in esame dal prof. Alberto Ferlenga, docente di composizione architettonica e urbana allo Iuav, e dal suo staff. Un lavoro che dura da anni e trova il suo compimento in occasione delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra mondiale. Lo studio è duplice: da una parte le modificazioni del paesaggio, dall’altra la costruzione di una mitologia popolare e nazionale.

 

«Questo ricchissimo patrimonio di opere, come le gallerie del Pasubio, i percorsi sull’Isonzo e sul Piave, le trincee sul Grappa, finita la trasmissione orale della storia, tende a perdere significato. Diventa necessario l’intervento contemporaneo per un turismo molto diverso» spiega Ferlenga - «Questi territori, che hanno conosciuto una crisi dopo il boom turistico degli anni Sessanta, potrebbero diventare meta di un turismo di nuova generazione come alternativa per il restauro e la cura del paesaggio».

 

 

Da novembre a oggi i gruppi di studio interni all’ateneo si sono confrontati in dieci seminari per offrire stimoli e soluzioni ai problemi delle nostre città e raccontare che cosa fa il Dipartimento di Culture del Progetto di Iuav. Con la loro proposta si sono rivolti a studenti, cittadinanza e addetti ai lavori per presentare uno spaccato della ricerca in corso nell’Ateneo lagunare. Il lavoro svolto è stato raccolto in dieci quaderni che fungono da punti di riferimento per gli universitari che devono scegliere il tema della tesi e per le istituzioni e aziende che possono rivolgersi al Dipartimento per consulenze e collaborazioni.

Tutte le informazioni sui dieci quaderni >>

 

 

 

 

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