Venezia, 30 maggio 2014

 

Biennale Architettura 2014:

Studenti Iuav protagonisti del Padiglione Venezia con Daniel Libeskind.

Il racconto dei futuri architetti

 

“Sonnets in Babylon”

di Daniel Libeskind

alla 14.a mostra internazionale di Architettura La Biennale

 

inaugurazione:

6 giugno 2014, ore 16.30

Padiglione Venezia,

giardini della Biennale


“Se non ti aspetti l’inaspettato, non lo troverai; è difficile da ricercare e complesso”.
Con queste parole di Erodoto si apriva l’invito che Daniel Libeskind ha rivolto agli studenti dell’Università Iuav di Venezia, d’intesa con il curatore prof. Renzo Dubbini, chiamandoli a partecipare alla realizzazione dell’installazione “Sonnets in Babylon” da lui ideata per il Padiglione Venezia in occasione della prossima Biennale di Architettura: una grande macchina della visione, composta da 100 disegni serigrafati su grandi lastre di vetro e retroilluminati, che raffigurano uno spazio fermo nel tempo, una sorta di “favela della mente”, commentata da suoni e musica.

 

Per il suo appassionante progetto, Libeskind ha voluto creare un ponte con Venezia e con le giovani generazioni, invitando gli studenti di architettura a scegliere uno dei disegni della serie “Sonnets in Babylon”, ispirata ai sonetti di Shakespeare, e a camminare per Venezia cercando corrispondenze inaspettate tra il disegno e la realtà dello spazio fisico. Alla scoperta soprattutto di equivalenze poetiche, per realizzare una sorta di “opera architettonica in forma di sonetto fotografico” che richiamerà i temi sollevati dal Padiglione: Venezia, l’anima, i sogni, la realtà.

 

100 fotografie degli studenti Iuav  saranno esposte in una sala laterale del padiglione, in dialogo con i disegni di Daniel Libeskind. Non è una Venezia da cartolina, quella che emerge dal lavoro degli studenti: ognuno di loro ha cercato di ritrovare nella realtà emozioni e sensazioni facendosi guidare dai disegni e dunque, indirettamente, dalla poesia che li ha ispirati.

 

“È stata un’esperienza incredibile – racconta Marcin Dabrowski, uno dei 27 studenti selezionati – , Libeskind è uno dei motivi per cui ho scelto di studiare architettura ed è una fonte di ispirazione costante per me. Lavorare per lui e poi esporre in Biennale, ancora da studente, è stato il massimo a cui io potessi aspirare. Il nostro lavoro lo ha entusiasmato. Non sono solo fotografie, per noi è molto di più. È stato imparare a vedere Venezia con sguardi nuovi e sempre diversi”.

 

“Questa esperienza mi ha aperto un mondo – racconta Valentina Lovisetto -: scoprire che anche un grande studio, come quello di Libeskind, non lavora solo con la tecnica, ma soprattutto con la creatività e l’immaginazione, è stato illuminante. Non avrei immaginato che in certi ambienti si potesse lavorare così liberamente. Così non ci siamo posti limiti neppure nel nostro lavoro. E gli elementi apparentemente più marginali della nostra fantasia si sono rivelati i più importanti.”

 

“Abbiamo seguito gli studenti fin dall’inizio – spiega l’architetto Luca Guido, che ha curato il coordinamento tra Iuav e lo studio milanese di Libeskind, “preparandoli con seminari intensivi e seguendo gli incontri con Lev Libeskind. Il Padiglione Venezia sarà in rapporto dialettico con i “fundamentals” che ispirano la Biennale di Koolhaas: si tratta, per Libeskind, dei “fondamentali” immateriali, all’origine del pensiero e della creatività. Molta della sua produzione è un lavoro sull’uomo, che include tutte le arti. Poesia, musica, fotografia…”

 

“Grazie al coinvolgimento degli studenti di questa bellissima Scuola di Architettura” – ha dichiarato Daniel Libeskind – abbiamo creato un legame, un collegamento con la città. Chi studia a Venezia è diventato partecipe del padiglione e potrà rispondere alle domande della città”.

 

 

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