Venezia, 7 novembre 2014
La percezione
della probabilità? È spontanea e universale Lo conferma per la prima volta una ricerca sul senso della
probabilità condotta da un gruppo di ricercatori dell'Università Iuav di Venezia, del CNRS di Marsiglia e dell'Università
di Trento, coordinati da Vittorio Girotto |
La capacità di
valutare le probabilità è universale.
Gli esseri umani
condividono una capacità elementare di ragionare sugli eventi incerti,
indipendentemente dalla loro cultura e istruzione.
Lo conferma per
la prima volta una ricerca pubblicata il 4 novembre dalla prestigiosa
rivista “Proceedings of the National Academy of
Sciences”, a firma di Vittorio Girotto e colleghi dell'Università Iuav
di Venezia, del CNRS di Marsiglia e del CIMeC
dell'Università di Trento.
Lo studio ha
analizzato due gruppi di indigeni maya del Guatemala, tutti privi delle più
elementari conoscenze scolastiche. Questi indigeni dovevano fare scommesse su
eventi aleatori. Per esempio, dovevano, puntare sull’estrazione di un
gettone di un dato colore da un sacchetto contenente gettoni di due colori
diversi. Ebbene, le loro prestazioni sono risultate corrette tanto quanto
quelle di bambini, maya e europei, scolarizzati e di adulti europei. La ricerca
è stata condotta da un'assegnista dell'Università Iuav
di Venezia, Laura Fontanari, che ha vissuto per un
anno in zone remote del Guatemala.
«L'obiettivo di
questa ricerca era stabilire se gli esseri umani, compresi quelli privi di
istruzione formale, possiedono una sorta di 'senso del caso’ cioè se
sanno valutare, in modo implicito e non numerico, il verificarsi di eventi
aleatori – afferma il prof. Girotto,
docente di Fondamenti di psicologia generale e Psicologia del pensiero presso
l'Università Iuav di Venezia – I risultati
ottenuti suggeriscono che, oltre a una conoscenza geometrica e aritmetica
elementare, la mente umana possiede anche una conoscenza probabilistica
elementare».
Due secoli fa
Laplace aveva sostenuto che la teoria della probabilità non è altro che buon
senso ridotto a calcolo. Oggi, lo studio coordinato da Vittorio Girotto sembra dar ragione a Laplace.
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