Venezia, 25 marzo 2013

 

 

Progetto Speciale Terremoto

Le energie progettuali degli studenti Iuav per immaginare il futuro di quattro paesi dell’Emilia Romagna colpiti dal sisma

 

mostra dei progetti degli studenti

dei corsi di laurea triennali e magistrali in architettura e pianificazione del territorio
27 marzo > 12 aprile 2013

Cotonificio, atrio primo piano

 

inaugurazione e giornata di studi

mercoledì 27 marzo 2013

Cotonificio, aula O1-O2

ore 11

 

Energia, passione, impegno: 360 studenti, guidati da 31 docenti, hanno lavorato quasi un anno, immaginando un futuro possibile per quattro paesi feriti dal sisma che ha colpito l’Emilia Romagna nella primavera del 2012.

Subito dopo il terremoto, Iuav aveva messo a disposizione saperi e competenze, firmando con la Regione Emilia Romagna un protocollo d’intesa che ha generato il “Progetto Speciale Terremoto”.

Un gruppo di docenti, appartenenti a diversi dipartimenti Iuav, ha raccolto l’invito a cimentarsi con il difficile compito di pensare al dopo.

L’idea guida è la convinzione che le trasformazioni imposte dal sisma debbano tradursi in ambienti di vita migliori e soprattutto capaci di consolidare valori identitari e coesione sociale dei centri colpiti.

Quattro comuni sono stati indicati dalla Regione come possibili ambiti per questo lavoro di ideazione di futuro: San Felice sul Panaro, Medolla, Concordia sulla Secchia e Novi di Modena.

Quattro comuni diversi per storia e struttura urbana, ma tutti immersi nella straordinaria vitalità sociale che caratterizza gli emiliani.

 

Otto tra laboratori e corsi hanno impegnato i loro studenti nella riflessione e nella ideazione di possibili proposte, in collaborazione con i sindaci e le amministrazioni dei comuni coinvolti.

Molte le questioni in gioco: come fare in modo che i centri storici conservino il loro significato e la frequentazione degli abitanti, dunque restino vivi?

Come  rafforzarne il ruolo, evitando che le strutture dell’emergenza, temporanee, si tramutino in permanenti e condannino i vecchi centri all’abbandono?

E il dilemma di sempre: “com’era, dov’era”, oppure il nuovo deve parlare il linguaggio di oggi?

Con quali strumenti far fronte ad un rischio sismico di tale improvvisa drammaticità?

E con quali esiti sulla qualità architettonica degli edifici, sugli spazi pubblici, sulla conservazione della loro identità e del loro significato nella vita dei cittadini?

 

I corsi di Restauro hanno concentrato l’attenzione sui teatri, la cui sistematica presenza in tutti i comuni rende una straordinaria testimonianza di civiltà e di cultura, e su monumenti-simbolo, come la Rocca di San Felice.

Il laboratorio di Politiche ha esplorato atteggiamenti verso il futuro e disponibilità degli attori coinvolti.

I laboratori e i corsi di Urbanistica hanno immaginato risposte ai problemi di ri-organizzazione dello spazio pubblico e della sua capacità di essere luogo di incontro e  socializzazione.

Molte proposte riguardano la mobilità “dolce”, le reti dei percorsi pedonali e ciclabili, la continuità del verde e le politiche di moderazione del traffico. Le misure per muoversi facilmente in spazi urbani di migliore qualità, dove la riduzione dello spazio dedicato all’automobile aumenta lo spazio dedicato alla vita collettiva.

 

Gli studenti hanno aderito ai temi proposti con una partecipazione e un impegno che fa ben sperare per l’Università e per il futuro del paese.

 

La mostra dei lavori che si inaugura mercoledì 27 marzo al cotonificio (Dorsoduro 2196) verrà poi presentata nei quattro comuni coinvolti: sarà un’occasione per confrontarsi con la popolazione interessata e capire quanto le idee possano tradursi in lievito per il futuro.

 

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