Venezia, 14 novembre 2012

 

 

L'Architettura degli spazi del lavoro.

Nuovi compiti e nuovi luoghi del progetto

Un nuovo, imprescindibile tema al centro della riflessione sul progetto dell’Università Iuav: gli spazi dedicati al lavoro necessitano di un ripensamento e di una nuova visione.

Se ne discute al convegno a Palazzo Badoer

venerdì 16 novembre

dalle ore 9.30 alle 18

 

 

saluti di

Carlo Magnani, Direttore Dipartimento Culture del Progetto, Iuav

Giustino Moro, Presidente Fondazione Francesco Fabbri

interventi di

Bruno Anastasia, Alberto Bertagna, Claudio Bertorelli, Patrizia Bonifazio, Maurizio Carta, Giancarlo Corò, Pia Durisch, Marco Ferrari, Laura Fregolent, Francesco Gastaldi, Luigi Latini, Daniele Marini, Sara Marini, Giulia Menzietti, Laura Montedoro, Aldo Nolli, Rosario Pavia, Marco Ragonese, Mosè Ricci, Michelangelo Russo, Michelangelo Savino, Emanuele Sommariva, Jeannette Sordi.

 

Il lavoro ha assunto una nuova centralità anche per le discipline che si occupano del disegno degli spazi che lo accolgono.

Il profondo mutamento del modello di produzione che investe l’Europa apre nuovi scenari.

Da un lato si assiste alla riorganizzazione del sistema che ha caratterizzato gli ultimi trent’anni: gli spazi del lavoro tornano a strutturarsi come organismi complessi, non più semplici edifici industriali ma nuove realtà dotate di laboratori, centri studi, spazi di relazione con il pubblico e con il paesaggio. Prende corpo una revisione del modello di città sociale che in Italia ha segnato profondamente la progettazione architettonica e urbana, sulla scia di quanto accaduto per la Olivetti. Il Diesel Village a Breganze e le diverse Factory che nascono oggi occupando complessi industriali dismessi rappresentano il controcampo della crisi dei capannoni diffusi.

Dall’altro lato, nuovo lavoro si costruisce sugli spazi marginali o abbandonati del territorio, motori latenti di uno sviluppo alternativo. È l’economia che si muove attorno ad una rinnovata qualità (dell’ambiente, delle culture, della partecipazione, delle azioni pubbliche e private) e che propone il paesaggio come prodotto.

 

Il convegno è strutturato in tre sessioni:

 

prima sessione

Architetture e committenze per produrre luoghi

È dedicata alla presentazione e al commento critico di alcune esperienze progettuali relative a spazi del lavoro realizzati nel territorio italiano dal secondo dopoguerra fino ad oggi.

 

seconda sessione

Dall’impresa nel territorio al paesaggio come impresa

Se le città almeno dal 1976, dal noto logo di New York, hanno iniziato a commercializzarsi come sistema, anche per il territorio sembra giunto il momento di “prodursi” e di proporsi al mercato. Il paesaggio, post-agricolo e post-industriale, nella sua dimensione culturale o ecologica, è assieme nuova forza-lavoro e nuovo contenitore, strumento per una terza via dell’imprenditoria.

 

terza sessione

Il Nord-Est, fra crisi e nuova domanda di governo del territorio

Le difficoltà di alcuni distretti industriali, la chiusura di imprese, lo smantellamento progressivo delle attività produttive impongono una nuova domanda di governo del territorio, diversa da quella emersa nella fase espansiva dei precedenti decenni. Quali prospettive di cambiamento, quali scenari e quali assetti di governance per realtà segnate dalla deindustrializzazione e nel contempo da una campagna che ha perso i suoi caratteri identitari?

 

//www.iuav.it/Ateneo-cal/2012/11/L-architet/index.htm

 

 

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