Venezia, 20 marzo 2012

 

 

L’ATENEO «DISSIDENTE»: viaggio nella storia di Iuav, dall’«etą dell’oro» al focus sull’Urbanistica.

Quando l’Istituto universitario di architettura di Venezia č diventato il fulcro dell’architettura internazionale avanguardia del futuro.

Un volume firmato da Guido Zucconi e Martina Carraro (ed. Iuav/Marsilio) racconta una straordinaria avventura, da Samoną ad Aldo Rossi, passando per Scarpa e Tafuri

 

«OFFICINA IUAV 1925-1980 - Saggi sulla scuola di architettura di Venezia»

presentazione del volume

giovedģ 29 marzo 2012

aula Tafuri (Palazzo Badoer)

ore 17.00

 

saluti

Amerigo Restucci

rettore Iuav

 

intervengono

Claudia Conforti

Universitą di Roma Tor Vergata

Francesco Cellini

Universitą degli studi Roma 3

 

saranno presenti gli autori

con l’occasione, sarą presentato il giornale d’Ateneo n. 110

«Cronache dai Tolentini. Studenti, docenti, luoghi 1964-1975»

a cura di Martina Carraro e Michela Maguolo

 

Officina Iuav 1925-1980

Saggi sulla scuola di architettura di Venezia

 

Una raccolta di saggi racconta le tappe che hanno scandito i momenti fondamentali della storia dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, oggi Universitą Iuav di Venezia: lo stesso che, a partire dal secondo dopoguerra, si guadagna la qualifica di «scuola dissidente», ovvero luogo di opposizione, culturale e politica, ai modelli consolidati di accademia.

 

Settant’anni intensi che si spingono oltre quella presunta «etą d’oro» – tra gli anni cinquanta e sessanta – su cui finora si č maggiormente concentrato l’interesse degli studiosi. Di quella fase, cronologicamente centrale e coincidente con la direzione di Giuseppe Samoną, «Officina Iuav» privilegia gli aspetti pił caratterizzanti, legati alla formazione di un originale profilo didattico-culturale. Ampio spazio č poi dedicato al rapporto architettura-cittą, letto sia attraverso la produzione teorica in tema di analisi urbana, sia attraverso l’impegno diretto sul campo, al fianco delle istituzioni cittadine e degli organi locali.

 

Nella prima e nella terza parte del volume sono stati esplorati terreni poco o per nulla frequentati: da un lato le ricerche sugli inizi della Scuola Superiore, con riferimento al periodo che ne precede l’istituzione – associato al primo direttore Giovanni Bordiga – e ai contenuti della didattica nella fase in cui la scuola, guidata da Guido Cirilli, si svincola definitivamente dall’Accademia di Belle Arti. In questo frangente si inquadra anche la comparsa di Samoną e Trincanato che, dalla cattedra del corso di «Elementi di architettura e rilievo dei monumenti», disegnano per primi un percorso didattico centrato sul rapporto tra architettura e contesto urbano.

 

La sezione conclusiva č invece dedicata agli anni settanta del Novecento, caratterizzati dall’ingresso di una nuova generazione di insegnanti, dalla ridefinizione delle discipline in senso autonomo e dallo sforzo di adeguare la scuola ai grandi numeri dell’universitą di massa. Le rivendicazioni del movimento studentesco anticipano e accompagnano l’uscita di scena di Samoną, «salutata» paradossalmente con l’istituzione del corso di laurea in Urbanistica; si aprono allora le porte al nuovo progetto politico-culturale di Carlo Aymonino che conduce lo Iuav a una radicale ristrutturazione, emblematicamente riassunta nella costituzione, ante litteram, dei dipartimenti.

Ciņ che emerge da questo lavoro collettivo č appunto l’Officina Iuav: un «cantiere» costantemente in fieri, popolato da protagonisti che si alternano e da orizzonti disciplinari che cambiano, sullo sfondo di assetti istituzionali anch’essi in continuo movimento.

 

 

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