Venezia,
14 luglio 2010
COMUNICATO STAMPA
L'architettura come gesto...oggi Flashmob-Domino sul ponte di
Calatrava...
dopo le cuscinate in campo, le prove anti barriere architettoniche in
piazzale Roma,
oggi i
workshop di architettura "invadono" nuovamente la cittą
FLASH MOB Domino umano
Salottobuono
mercoledģ 14 luglio ore 17.30
Ponte della Costituzione
SALOTTOBUONO
Č uno studio di progettazione con sede a
Venezia. Nasce come collettore di diverse esperienze di ricerca e produzione
progettuale. Indaga lo spazio urbano alla ricerca di dispositivi in grado di
innescare strategie di trasformazione: temi e programmi diventano
l’occasione per analisi diagrammatiche o per l’elaborazione di
visioni paradossali.
L’attivitą di Salottobuono si articola
in concorsi, workshop, progetti editoriali e incarichi di progettazione. Dal
2007 Salottobuono č editor della rubrica “Istruzioni per
l’uso” nella rivista «Abitare». Attraverso l’analisi e
l’elaborazione di disegni e diagrammi originali si intende dotare il
lettore di un efficace strumento di comprensione dei progetti pubblicati.
Il lavoro di Salottobuono č stato presentato
recentemente in occasione di conferenze tenute presso: Universitą Iuav di
Venezia, Politecnico di Milano, UC Berkeley, UrbanLab – Lussemburgo, Festarch
– Cagliari, Universität der Künste – Berlino, Architectural
Association – London.
Nel 2008 lo studio ha partecipato alla
Biennale di Architettura di Venezia nella sezione “L’Italia cerca
casa – Housing Italy”, all’interno del Padiglione Italiano.
Nel 2010 ha pubblicato “Manual of Decolonization”, un manuale per
la trasformazione degli insediamenti israeliani nella West Bank.
Salottobuono č stato incaricato, in
collaborazione con Francesco Librizzi, della progettazione dell’allestimento
del Padiglione Italiano per la XII Biennale di Architettura di Venezia.
IL LORO WORKSHOP:
L’UNICA ARCHITETTURA SARĄ LA NOSTRA VITA
Salottobuono
Alla fine degli anni Sessanta la nuova
generazione di architetti porta i temi della rivolta studentesca
dall’Universitą all’interno della pratica architettonica. Il
rifiuto dell’ereditą del Movimento Moderno e la contestazione al sistema
nel suo complesso generano un fertile decennio di sperimentazione architettonica,
poi riassunto da Germano Celant con il termine di “Architettura
Radicale”.
Al di lą di una facile corrispondenza della
parola “radicale” con un certo ambito di estremismo politico e
culturale, o – su un altro piano – con un ritorno ad una forma di purezza
primitiva dettata dal rifiuto della tecnologia e dalle forme di comoditą
contemporanea, cosa significa essere radicali in un tempo in cui ogni strada
sembra gią percorsa, ogni pensiero gią sviscerato? Dove risiede, oggi, la
possibilitą di una rivolta? Dove lo stesso pensiero di un rifiuto quando tutto
č a nostra immediata disposizione? Siamo ancora capaci di pensare la vita in
termini radicali?
Architetture per cerimonie sconosciute.
Istruzioni per dispositivi ignoti.
Atlanti per mondi inesplorati. Guide per cittą
indecifrabili.
Nuove forme di vita radicale.
L’unica architettura sarą la nostra vita
Ufficio stampa Iuav
Martina
Zambon
cell.
3494917264