COMUNICATO STAMPA Venezia,
4 marzo 2009 La verità
sulla Stele di Alessandro Magno. È veramente sepolto a Venezia al posto delle
reliquie del patrono cittadino? Docenti e ricercatori Iuav rispondono al
quesito dopo due anni di suggestiva fantarcheologia conferenza
stampa mercoledì 4 marzo 2009, ore 12 Chiostro di S. Apollonia Museo Diocesano di Venezia Università di Architettura di Venezia Centro studi Classica Associazione Engramma È in programma mercoledì 4 marzo alle ore 12, presso il Chiostro di S.
Apollonia, Museo Diocesano Venezia, la conferenza stampa per la presentazione
delle ultime scoperte relative alla «Stele di Alessandro Magno». La verità sulla lastra che porta scolpita la stella macedone
e considerata una delle ‘prove’ dello scambio delle
reliquie di S. Marco con i leggendari e perduti resti di Alessandro
il Grande. Con la partecipazione di: Lorenzo Braccesi (Università di Padova) Monica Centanni (Università Iuav di Venezia) Cinzia Dal Maso (Sole 24Ore) Irene Favaretto (Università di Padova –
Procuratoria di S. Marco) Lorenzo Lazzarini (LAMA – Università Iuav di
Venezia) La stella di S. Apollonia: tracce di Alessandro Magno a Venezia. Tra leggenda e storia, tra tradizione e devozione, tra fantarcheologia
e studi critici, ancora una volta la stella di Alessandro Magno torna a
brillare, e questa volta a Venezia. Due anni fa, sui giornali di tutto il mondo, rimbalzò una sensazionale
notizia: a San Marco, a Venezia, sarebbe sepolto il corpo non del santo
patrono della città ma di Alessandro Magno: secondo uno studioso statunitense
nell’VIII secolo, all’epoca dell’avventuroso trafugamento
del corpo dell’evangelista ad Alessandria, si sarebbe verificato uno
scambio di corpi e ora al posto di Marco ci sarebbero i resti di Alessandro
(o, mescolate, le ossa di entrambi). Una delle ‘prove’ della presenza di Alessandro a Venezia
sarebbe una stele lapidea, conservata nel Chiostro di Sant’Apollonia,
che porta scolpita la stella argeade, emblema della casata macedone. Lo scoop, lanciato con un certo rilievo sui quotidiani nazionali e
avallata anche da alcuni incauti studiosi italiani, è una vera e propria
fantastoria. Ma nella penombra delle colonne del chiostro di S. Apollonia resta,
quasi invisibile per decenni e trascurata dagli studiosi, la stella macedone:
dal 2006 se ne occupa un seminario di ricerca che unisce archeologi, storici,
filologi, storici dell’arte e architetti di numerose università
italiane facenti capo al Centro studi ClassicA dello Iuav con la
partecipazione della Procuratoria di San Marco. I risultati finora pubblicati
hanno confutato le fantasiose teorie fiorite intorno a questa pietra:
la prima analisi petrografica ha dimostrato infatti che la stele è in pietra
d’Aurisina proveniente da cave nordadriatiche usate dai romani solo dal
II sec. a. C., e la ricostruzione archeologica ha spiegato il suo arrivo a
Venezia nel IX sec. come materiale di spolio per la costruzione della
splendida Basilica. Si esclude l’ambito ellenistico quindi, sia come provenienza sia
come datazione, e cadono i romanzeschi scambi di tombe, di santi e di re; ma
è proprio spogliandosi da tali sovrainterpretazioni che il reperto ritrova la
sua identità e significato, aprendo l’orizzonte a un campo di studi
affascinante come la radice romana della cultura veneta, la stratificazione
di significati sottesa all’estetica medievale, e ancora la vita di
un’iconografia tra occultamenti e riemersioni. Tre nuove ipotesi
interpretative sul contesto storico in cui il manufatto fu commissionato ed
eseguito, una campagna fotografica; una scheda tecnica petrografica; una
ricostruzione della situazione e delle coordinate del ritrovamento, nonché un
aggiornamento sulle ricerche finora condotte sono pubblicate on-line nel n.
67 della Rivista di Engramma (www.engramma.it). a cura di Maria Bergamo (Iuav) Giacomo Calandra di Roccolino (IUAV) calandradiroccolino@gmail.com; per materiali: www.engramma.it>archvio>n.67 conferenza stampa per la presentazione delle ultime scoperte relative
alla «Stele di Alessandro Magno». |
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