COMUNICATO STAMPA
Venezia,
1 ottobre 2009
La chiesa-simbolo del devastante sisma in Abruzzo affidata
all'Università Iuav di Venezia
Il “monitoraggio dinamico” con microsensori wireless capaci
di tradurre pioggia, vento e neve in vibrazioni in dati visibili su un modello
computerizzato in 3D della chiesa
Un controllo h. 24 sarà effettutato per 12 mesi a partire da ottobre
dalla sala operativa del Laboratorio dei Materiali Iuav in via Torino a Mestre
Per il sisma in Abruzzo si sono mobilitate tutte le università italiane di Architettura ed Ingegneria. I monumenti
della “zona rossa” sono stati “adottati” dagli atenei
di tutto il Paese soprattutto per realizzare i presidi statici. Poi, in queste
settimane, la scelta della Protezione Civile di stipulare con l'Università Iuav
di Veenzia un contratto di ricerca-convenzione per l'incarico più prestigioso e
delicato: monitorare ventiquattrore su ventiquattro la chiesa delle Anime
Sante, nel cuore de L'Aquila. La chiesa e la sua cupola, ferite a morte
dalle violente scosse, saranno puntellate da ventinove microsensori wireless,
senza fili, a partire dal mese di ottobre. “Sensori che 'ascolteranno' la
struttura per un anno. - spiega il responsabile dell'operazione e docente di
Tecnica delle Costruzioni allo Iuav, prof. Salvatore Russo - Dalle vibrazioni
registrate ricaveremo un'istantanea in tempo reale dello stato di salute della
chiesa. I dati raccolti saranno poi preziosi per l'avvio delle delicate
operazioni di restauro”.
La tecnica
A
L'Aquila Iuav mette in campo una tecnologia poco frequentata in Italia, il monitoraggio
dinamico. Anziché introdurre, come si fa solitamente, nell'edificio un
simulatore di vibrazione per misurare la capacità di resistenza della
struttura, si posizioneranno sensori in grado di “ascoltare” gli
agenti atmosferici che coinvolgono l'edificio trasformandoli in dati. Le
fessure saranno monitorate senza fili, con sistema wireless. La stazione di
controllo in continuo sarà a Mestre con una sala operativa allestita presso il
Laboratorio dei Materiali in via Torino. Il professor Russo ed altri
collaboratori saranno dotati di una sorta di “allarme” portatile da
tenere sempre con sé in caso di superamento di “valori soglia”
mentre la normale attività dei sensori sarà monitorata quotidianamente.
Il progetto
L’università
Iuav di Venezia ha appena siglato un accordo tecnico scientifico – già
controfirmato dal Senato accademico dell’Ateneo lagunare - con la
Direzione Regionale dei Beni Culturali dell’Abruzzo e con la Protezione
Civile attraverso l’ing. Luciano Marchetti – per controllare
l’integrità post-sisma della Chiesa delle Anime Sante, ubicata nel cuore
della cosiddetta ‘zona rossa’ dell’Aquila devastata dal
terremoto e immagine-simbolo della devastazione.
L’analisi
dello stato di conservazione della struttura monumentale simbolo del terremoto
dell’Aquila verrà condotta dall’Unità di Ricerca dell’Iuav
che si occupa di Controllo delle Strutture Monumentali (CdSM), responsabile il
prof. Salvatore Russo, docente di ruolo di Tecnica delle Costruzioni.
Il
dettaglio del controllo del manufatto storico consiste nella realizzazione
in situ di un monitoraggio statico-dinamico di tipo non invasivo; si
tratta, in altre parole, di ”ascoltare” la risposta della struttura
a sollecitazioni ambientali quali il vento, lo sciame sismico o il passaggio di
un elicottero, attraverso l’utilizzo di sensori che verranno ubicati
all’interno dell’edifico sacro.
Il
monitoraggio, dal momento del suo inizio, che è previsto per il mese di
ottobre, avrà durata di un anno. Al termine dell’attività di controllo, i
risultati verranno utilizzati anche per decidere le più adeguate tecniche di
restauro della prestigiosa struttura che peraltro è stata parzialmente
realizzata dal Valadier.
Il
gruppo di docenti dell’Unità di ricerca Iuav CdSM – che si avvale anche di dottori e
dottorandi di ricerca – prevede anche il coinvolgimento di discipline
quali Petrografia, Topografia e Rilievo e Scienza delle Costruzioni, oltre
al supporto di tre laboratori dell’ateneo: Analisi dei materiali antichi
(Lama), Scienza delle costruzioni (Labsco), Rilievo, cartografia e elaborazione
(Circe).
La
chiesa di Santa Maria del Suffragio
detta dagli
aquilani “delle Anime Sante
La
chiesa di Santa Maria del Suffragio nacque nel 1713 come nuova sede dell'omonima
confraternita. Fino ai primi anni del XVIII secolo era collocata in un altro
edificio situato lungo l'attuale via Roio. In seguito al terremoto del 1703
tale struttura, pur non crollando completamente, rimase fortemente lesionata
tanto da costringere il sodalizio a trasferirsi in una chiesa provvisoria in
legno realizzata in piazza Duomo, sul sito che diventerà quello dell'attuale
chiesa del Suffragio.
Dopo
anni di discussioni, si decise di costruire ex novo, anziché tentare una
ricostruzione, l’attuale chiesa. Nel luglio del 1713 finalmente la
Congregazione dei Vescovi e Regolari diede il proprio consenso alla
edificazione in piazza Duomo. La posa della prima pietra avvenne il 10 ottobre
del 1713 ma i lavori veri e propri iniziarono nel 1715 e nel dicembre del 1719
potevano dirsi ultimate le strutture architettoniche; per il completamento
delle rifiniture interne, delle decorazioni e del prospetto bisognerà aspettare
il 1775. Il nuovo edificio, con le sue imponenti dimensioni, spiccava, al pari
della cattedrale di San Massimo, tra le basse costruzioni laterali e la sua
progettazione fu affidata all'architetto romano Carlo Buratti, allievo di Carlo
Fontana.
La struttura
architettonica della chiesa
La
struttura si sviluppa su un'aula rettangolare voltata a botte e fiancheggiata
da due cappelle per lato. Risulta piuttosto evidente la vicinanza al modello
gesuitico nella scelta di inserire il transetto all'interno del rettangolo
perimetrale dell'edificio e di aprire otto finestroni ad illuminare la zona
presbiteriale dalla cupola emisferica in stile neo-classico ed intradosso
cassettonato. Lo spazio del pedicroce è suddiviso in tre grandi settori
scanditi da ordini di lesene composite in cui si alternano cappelle a pieni
murari. La marcata terminazione rettangolare del presbiterio si contrappone al
vano di controfacciata, occupato dall'organo, contribuendo ad accentuare
ulteriormente l'impostazione longitudinale dell'intero spazio. Tale originale
soluzione è frutto dell'intervento progettuale del Buratti, al quale va il
merito di aver introdotto in ambiente aquilano i caratteri di linearità e di
eleganza classicista tipici dell'architettura del neo-cinquecentismo arcadico
romano della prima metà del Settecento. Nel 1726 la confraternita officiava già
nella nuova chiesa del Suffragio ed erano stati realizzati l'altare maggiore e
le quattro cappelle laterali intitolate a S. Giuseppe, S. Barbara, S. Antonio
da Padova e S. Giovanni Battista. Ancora non erano stati posti invece i due
altari marmorei, che solo due decenni più tardi vennero trasferiti dalla diruta
sede di via Roio e collocati nei bracci del transetto. I due altari furono
commissionati nel 1679 agli scalpellini lombardi Bernardo Ferradini e Pietro
Pedetti il cui lavoro venne forzatamente interrotto dal violento terremoto del
1703. Qualche anno dopo furono realizzati gli altari di S. Giovanni Battista e
S. Giuseppe che presentano un ordine composito con timpano semicircolare
coronato da angeli a stucco. Ad Antonio Bucci, affermato marmoraro di origine
pescolana, sarà affidata l'esecuzione della monumentale facciata della
chiesa del Suffragio per la quale, già nel 1769, l'architetto Gianfrancesco
Leomporri aveva redatto un dettagliato progetto su richiesta della
confraternita aquilana. Nel 1772 la facciata fino al piano della finestra
doveva essere conclusa; per la parte superiore si dovrà aspettare invece il
1775, anno scolpito nel concio di chiave del nicchione di coronamento. Nel
triennio 1772-75 furono realizzati anche i principali episodi decorativi della
facciata: il grande medaglione centrale a bassorilievo con la raffigurazione
della Vergine del Suffragio, il portale d'ingresso con la raffigurazione dello
scheletro nonché le due statue di S. Sisto e S. Gregorio, poste nelle nicchie
superiori della facciata. Tali opere furono realizzate nella bottega di
Paganica dello scultore Filippo Zughi da Bassano di Sutri. Così, nel 1775, il
prospetto poteva dirsi pressoché concluso. Mancavano solamente le due statue di
S. Antonio di Padova e di S. Nicola da Tolentino, che saranno realizzate solo
nel 1896 e poste nelle nicchie del settore inferiore del prospetto. Con il
completamento della facciata il cantiere settecentesco del Suffragio può dirsi
ormai concluso. Nel corso del XVIII secolo non si avranno ulteriori interventi
architettonici, pur se la chiesa attendeva ancora le necessarie opere di
finitura interne. L'apparato decorativo che oggi si vede è frutto di una serie
di interventi condotti a più riprese nell'arco del XIX secolo che hanno nel
tempo celato l'originaria chiarezza e sobrietà dell'edificio burattiano. La meravigliosa
cupola, infine, divenuta per la devastazione del sisma simbolo di una città
ferita a morte, si deve a Valadier che la realizzò nel 1805. Per la sua
ricostruzione arriveranno ingenti aiuti economici da parte del Presidente
francese Nicolas Sarkozy.
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Martina Zambon
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