Università Iuav di Venezia
comunicato stampa
«No a una meccanica privatizzazione delle università italiane camuffata dalla trasformazione in Fondazioni di diritto privato».
Il rettore Carlo Magnani: «Inaccettabile l'ennesima operazione di delegittimazione e penalizzazione di cui è oggetto il sistema universitario italiano. Nel DL 112/2008 ulteriori tagli di risorse finanziarie e umane».
Lo Iuav boccia all'unanimità il DL 112/2008 con una mozione del Senato accademico.
Venezia, 23 luglio 2008
Nel corso della seduta
di oggi del Senato accademico dell'Università Iuav si è ribadito con una
mozione votata all'unanimità che
Oggi, invece, si parla di conversione in legge del Dl 112/2008 che, di fatto, scardina il Patto siglato lo scorso anno e mette a repentaglio la qualità e la sopravvivenza degli atenei italiani spingendoli verso una deriva privatistica.
Si legge nella mozione votata oggi dal Senato accademico: Il Senato Accademico condivide la Mozione della Crui (conferenza dei rettori italiani) dello scorso 3 luglio e riafferma con determinazione la missione dell’Università pubblica le cui funzioni e finalità istituzionali sono in larga misura disattese dal DL 112/2008 e ribadisce con forza il proprio dissenso riguardo le disposizioni contenute nello stesso decreto in materia di Università, in particolare: > la possibilità per le Università di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato anziché promuovere un rapporto virtuoso tra pubblico e privato, propone una meccanica privatizzazione delle Università; > le misure di razionalizzazione, di riduzione delle dotazioni organiche e di contenimento delle assunzioni, insieme al blocco del turnover sono incoerenti rispetto alla riforma degli ordinamenti didattici in atto e alimentano una sorta di resa a un impoverimento progressivo in termini di risorse finanziarie e umane, bloccando di fatto il rinnovamento del corpo docente Il Senato Accademico dà mandato al rettore di rappresentare a ogni livello politico e istituzionale - sia in ambito Iuav sia all’esterno - la necessità che, al momento della discussione parlamentare per la conversione in legge del DL 112/2008, venga stralciata la parte relativa all’Università, siano avviati seri e costruttivi confronti sulle finalità e sul futuro dell’università italiana, ripartendo dal “patto” dello scorso 31 luglio
Si ripropongono con forza, invece, i punti di accordo raggiunti con il Patto dello scorso anno atenei-governo:
> Responsabilità dello Stato rispetto alla dinamica stipendiale > Responsabilità degli Atenei circa la politica delle assunzioni e della spesa. > Programmazione pluriennale delle attività, del reclutamento e dell’impiego delle risorse attraverso l’introduzione di un approccio progettuale, e non causale, delle attività e delle strategie. > Trasparenza sulle effettive condizioni della gestione degli atenei.
Tutto ciò veniva collocato in un contesto generale di valutazione delle attività e delle performance degli Atenei.
Il DL 112/2008 non considera i contenuti e gli elementi ispiratori del Patto, non tiene conto dei principi evocati nella strategia di Lisbona sulla società del sapere e della conoscenza che vanno accolti come quesiti di fondo e alimentati dalla necessaria ricollocazione dell’attività di ricerca nell’ambito dei più generali processi produttivi per l’intera Unione Europea. Il Dl 112/2008, scrive il Senato, compromette in modo radicale il sistema inibendone la capacità di azione.
La carenza di investimenti in formazione, in ricerca, in innovazione denunciano debolezze strutturali e strategiche dei comportamenti recenti del paese, compresa la difficile relazione fra realtà socio economica complessiva e mondo universitario. Va perseguito un mutamento di mentalità e di comportamento per tutti gli attori del sistema, fino a confrontarsi con l’idea di considerare le attività delle università non più appartenenti al settore terziario, ma a quello primario, cioè parte integrante della formazione del valore aggiunto del sistema complessivo. |
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Martina Zambon