Università Iuav di Venezia

Provincia di Venezia

Assessorato alle politiche ambientali

 

 

comunicato stampa

 

Aree industriali contaminate: bonifiche e riutilizzo

Che cosa ne pensano davvero i mestrini?

 

Iuav lancia la prima ricerca su cosa i veneziani veramente conoscono delle aree contaminate di Porto Marghera e  su cosa vorrebbero veder realizzato dopo le bonifiche

 

 

Venezia, 7 dicembre 2007

 

Al via in questi giorni il progetto ideato da Margherita Turvani, docente di Politica Economica della facoltà di Pianificazione dell’Università Iuav che scandaglia in profondità conoscenze e aspettative degli abitanti di Marghera e Mestre sulle aree più inquinate d’Italia, quelle di Porto Marghera.

 

La chimica storica di Venezia è destinata a scomparire e ad essere, solo in minima parte, riconvertita, come dimostrano, dolorosamente, le ultime proteste intorno al Petrolchimico.

 

E dei 2000 ettari altamente inquinati dell’area industriale che cosa si farà? Se lo chiede il team di ricercatori della professoressa Turvani che da anni si occupa di queste tematiche.

 

Il Dipartimento Iuav con un finanziamento del Ministero della Ricerca e dell'Università, ha sviluppato un  sofisticato programma di rilevazione e grazie anche alla collaborazione con la Provincia di Venezia- Assessorato alle Politiche Ambientali sta ora procedendo alla realizzazione dell’inchiesta. Un articolato questionario di circa cinquanta domande sarà sottoposto a un campione stratificato di 400 cittadini presso la società Marker in via Felisati 65 a Mestre.

 

“Siamo economisti e abbiamo l’obbiettivo – dice la professoressa Turvani – di valutare i costi e i benefici di diverse ipotesi di recupero e riutilizzo”. L’approccio è molto semplice, si tratta di dar voce alle persone e di valutare quali soluzioni alternative al problema ambientale ritengano più utili o più praticabili.

 

Questo il punto di contatto con l’Assessorato alle Politiche Ambientali guidato in Provincia da Ezio Da Villa. “E’ il momento giusto per sapere cosa i residenti sanno e vogliono per le aree dismesse e ancora contaminate – spiega Da Villa – si tratta di un dato utile a chi dovrà, a breve, fare scelte politiche, soprattutto ora che i costi delle bonifiche si stanno enormemente riducendo grazie alle nuove tecnologie. Si parla ormai di un terzo rispetto ai costi di 10 anni fa. Ricordiamo, però, che se non si affronta la partita delle bonifiche, per Porto Marghera non c’è futuro, né per eventuali investimenti, né per una riconversione a uso sociale”.

 

Questo tipo di indagine si dimostra particolarmente utile a fronte di un fenomeno tanto vasto. I siti di interesse nazionale sono 54 di cui Marghera è il più importante, almeno 13.000 sono le aree contaminate. Parliamo del 3% dell’intero territorio nazionale, 170.000 ettari fra aree marine e terreni da bonificare.

 

La ricerca Iuav si concluderà entro il mese di dicembre, i risultati saranno pubblicati e discussi nel corso di un incontro pubblico nei mesi successivi.

 

 

 

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